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IO SONO IL VENTO (di Jon Fosse, regia Marco Bonadei)

Questa recensione fa parte di Cordelia di maggio 25

Due uomini sono su una barca. O forse no. Una barca non c’è, come non c’è un viaggio lineare, un inizio e una fine. C’è invece una vasca – d’acqua biancastra – e due corpi che emergono e si inabissano. C’è qualcosa di già accaduto. “Io non volevo…Accade così per caso” ma che cosa è successo per davvero lo capiamo solo dal botta e risposta tra i due, perché Uno comincia a chiedere con insistenza, rivolgendo al compagno di viaggio quelle domande candide che solo i bimbi sanno fare, e l’Altro prova così a rispondere, con quello che riesce, come sa, con le parole che ha: “Io sono via, sono andato con il vento. E non ci sono più”. Cosa lo spinge però a decidere di non essere più? E come si prepara invece ad abbandonare la vita? Dal testo di Jon Fosse, drammaturgo e scrittore norvegese Nobel per la Letteratura, Marco Bonadei – regista curioso e validissimo attore assieme al genuino Angelo Di Genio – estrae queste domande esistenziali e le immerge nell’acqua da dove tutti proveniamo. Ma è un’acqua torbida che supera di poco le caviglie, altezza metà tibia, non ci si può annegare, forse solo scivolare o cadere, immergersi di un poco, sbrodolarsi o fare ciaf ciaf coi piedini oppure prenderla a schiaffi quando ti fa incazzare. È un’acqua su cui poter navigare? Uno chiede, l’Altro risponde. Secco, svogliato, o forse solo indifferente, dice che si sente una pietra che sprofonda, un muro di cemento, fermo e immobile, che non sopporta il rumore di ciò che lo circonda, il rumore dentro. Una pioggia di microfoni scandisce dall’alto la scena per amplificare i movimenti dell’acqua, i brusii nella testa, le domande continue, i silenzi che ir-rompono nella struttura narrativa e la spezzano. “Dimmi, perché l’hai fatto?” domanda Uno. “Avevo paura, sapevo che sarebbe successo, ed è successo. Io non volevo, l’ho fatto così, per caso”. Risponde l’Altro, ma ora solo a se stesso. (Andrea Gardenghi)

Visto al Teatro Elfo Puccini di Milano. Crediti: di Jon Fosse, regia Marco Bonadei, con Angelo Di Genio e Marco Bonadei, traduzione Vanda Monaco Westerståhl, collaborazione alla regia Alessandro Frigerio, drammaturgia del corpo Chiara Ameglio, luci Michele Ceglia, dispositivo sonoro Gianfranco Turco e Leonardo Bonetti, ideazione scene Marco Bonadei ed Elena Rossi, costumi Elena Rossi, realizzazione costumi Elena Rossi e Andrea Merisio (tirocinante), costruzione scene Tommaso Serra e Tommaso Frigerio, foto e video di Marcella Foccardi, produzione Teatro dell’Elfo

Cordelia, maggio 2025

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Andrea Gardenghi
Andrea Gardenghi
Andrea Gardenghi, nata in Veneto nel 1999, è laureata all’Università Ca’ Foscari di Venezia in Conservazione e Gestione dei Beni e delle Attività Culturali. Prosegue i suoi studi a Milano specializzandosi al biennio di Visual Cultures e Pratiche Curatoriali dell’Accademia di Brera. Dopo aver seguito nel 2020 il corso di giornalismo culturale tenuto dalla Giulio Perrone Editore, inizia il suo percorso nella critica teatrale. Collabora con la rivista online Teatro e Critica da gennaio 2021.

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