Questa recensione fa parte di Cordelia di luglio-agosto 25
La penombra è sempre più densa nella sala Forgia di Centrale Fies e il paio di casse che occupa la scena sembra lentamente sprofondarci dentro. L’insieme, scabro, rugginoso, con un portone di legno a sovrastarci, ricorda i primi momenti di Stalker di Andrej Tarkovskij. Una voce femminile fuori campo contrasta con questa austerità: melliflua, guida la nostra respirazione e ci pone domande da metodo Feldenkrais, del tipo «Come sente il dentro delle mani?» o «Tu ci credi alla schiena?». Poi osserva che «c’è molto invisibile a cui credere» e ci invita, a questo proposito, a «non credere a quello che dico: credi all’eco del palato, alle tue proporzioni, al tuo alluce, a David Bowie, all’ultimo bacio che hai dato». Nel frattempo sullo sfondo iniziano ad alternarsi scritte che, pur rimandando alle parole echeggianti nello spazio, infastidiscono lo stato di concentrazione in cui la voce è riuscita a immetterci: occupano il nostro sguardo, lo costringono a concentrarsi su qualcosa di esterno da noi. Fin da subito, infatti, la forza di Look Closer sembra basarsi sull’eccitazione delle capacità immaginative dello spettatore attraverso la parola pronunciata. E in effetti Abracadabra, espressione di probabile origine ebraica traducibile con “creo mentre parlo”, è il titolo dello spettacolo di cui Look Closer è solo lo studio: Francesca Pennini, entrata in scena con luci più livide e fredde delle precedenti, ce lo descrive, da una parte assicurando sulla sua prossima circuitazione, dall’altra evocando scenari soprannaturali, quasi borgesiani, che vedrebbero la performer emergere da una scatola/geode e, dopo aver aspirato il suo stesso corpo, ballare assieme una gallina addestrata. Una delle traduzioni possibili di “abracadabra”, ci dice Pennini, è “sparisci come questa parola”. Non è un caso che ce lo dica alla fine, invitandoci a uscire dalla sala restando in silenzio, come se ci fosse stata rubata la voce: per recuperarla, spiega, è necessaria una delle caramelle distribuite poco oltre la soglia. Incantati, obbediamo. (Matteo Valentini)
Visto Centrale Fies. Radical Love regia Francesca Pennini | dramaturg, brainstorming Angelo Pedroni | azione e creazione Angelo Pedroni, Francesca Pennini | azioni e creazioni invisibili Carmine Parise | testi e voce Francesca Pennini | musiche e cura del suono Simone Arganini | scenografia Alberto Favretto | luci e tecnica Alice Colla