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Elogio del Flop. Laboratorio intensivo a cura di Rosa Masciopinto. #sponsor

Elogio del Flop

una ricerca del clown teatrale

Laboratorio intensivo a cura di Rosa Masciopinto

Dal 25 al 31 MAGGIO _ h 11:00 – 16:00

(prevista quota associativa per partecipare)

Candidature entro il 6 Maggio – Esito selezioni entro il 13 Maggio

Numero min partecipanti 10 max 14

Possibile candidarsi anche solo come uditori

Per info e candidature: info@lottounico.it

“Il clown è un attore, ma il modo in cui gioca è molto particolare.

Oltre al normale virtuosismo usa la complicità di un indispensabile compagno, il fallimento, in gergo detto ‘flop’.

Il clown non è un personaggio né una maschera, ma è l’attore stesso che gioca il gioco della verità, accetta la sua fragilità e svela la sua natura umana che emoziona e fa ridere.

Ritengo quella del clown una tecnica preziosa per ogni tipo di attore.

Quello che mi affascina e interessa in questo tipo di ricerca è il modo di arrivarci, che è diverso da ogni altro studio recitativo, dato che il clown è uno stato di disponibilità totale dell’attore che non attinge mai alla psicologia, ma è imprescindibile dalla reazione istintiva a qualsiasi proposta.

Per ‘istinto’ intendo l’esperienza e il punto di vista sulla vita e sul mondo che ciascuno ha e che si trasforma nel tempo così come il gusto e le fantasie.

Per stare su un palco e saper comunicare ho imparato molte tecniche diverse, con la pratica alcune le ho introiettate a tal punto da renderle automatiche, ma nessuna di queste mi ha insegnato così bene la libertà di esprimermi, di cambiare stile rimanendo credibile, di riuscire a sorprendere sorprendendomi, di essere disponibile senza pregiudizio a qualsiasi proposta, di saper stare veramente in ascolto perché la tecnica del clown mi ha insegnato a far tacere il mio ego.

Tutti gli altri studi mi hanno protesa verso l’annullamento dell’errore, l’optimum, il successo… Quello del clown mi rende capace di accogliere i possibili e umani fallimenti, di starci dentro dichiarandoli senza vergogna, di accettare l’errore e non solo perché so trasformarlo in una risorsa, ma soprattutto per la gioia del pubblico.

Nessun’altra tecnica mi ha mai regalato altrettanto piacere nel recitare, in nessun altro modo ho altrettanto potere di vanificare la quarta parete dato che non si può fare il clown davanti al pubblico, ma lo si gioca col pubblico.

Questa ricerca è una straordinaria palestra per l’improvvisazione e la conseguente scrittura scenica, perché il clown è ‘una potente macchina narrativa’.

Io cerco un clown fragile e potente, tenero e volgare, sensibile e spietato, che sappia leggere la realtà in modo poetico e surreale, senza pregiudizio.”

Rosa Masciopinto (*)

(*) Tra i suoi maestri Roy Bosier e Julie Goell, Carlo Boso, Philippe Gaulier, Jango Edwards, Virginia Imaz…

Nel 1978 comincia a fare teatro come clown e attrice, poi anche come autrice, dando vita nel 1986 per quindici anni alla compagnia Operà Comique (‘due clownesse senza naso rosso’) con cui fa televisione, radio e mette in scena diversi atti unici originali di cui uno scritto con Jean Claude Carrière e tutti adattati per RadioRai.

È la protagonista femminile del cortometraggio “Senza parole”, vincitore nel 1997 del Premio Troisi e del David di Donatello, candidato agli Oscar dello stesso anno e per il quale ottiene il Premio Isola del Cinema Europeo. Dall’inizio del 2000 studia Psicologia Somatica, scrive e dirige diverse opere originali per il teatro e una decina di one-women show, ma quello che preferisce è la pedagogia. Ha cominciato a insegnare nel 1982 le tecniche di

Commedia dell’Arte in Francia, Spagna, Canada e Stati Uniti e, in seguito, si è specializzata in quella che Jacques Lecoq definisce “Pedagogia della creazione”, insegnando all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica ‘Silvio D’Amico’ di Roma (2002-2009) e all’Accademia/Factory del Teatro Belli

ni di Napoli (2010-2021).

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