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La Madeleine di Muta Imago imprigionata in un incubo senza uscita

La recensione dell'ultimo spettacolo del gruppo formato da Riccardo Fazi, Claudia Sorace, Massimo Troncanetti e Glen Blackhall. In scena al Palladium fino al 22 novembre grazie al Romaeuropa Festival, il lavoro ha un carattere barocco dato dalla presenza e dall'animarsi di una struttura costituita da pannelli in plexiglass.

Muta Imago con Madeleine al Romaeuropa Festival 2009 dal 19 al 22 novembre

Con (a+b)3 narrarono la storia di un amore cresciuto tra le guerre, era una performance per musica, ombre e amanti. Poi fu la volta di Come acqua per analizzare il rapporto tra l'uomo e l'elemento primario. Nell'ultimo Lev, presentato al Romaeuropa Festival dell'anno scorso tornarono le luci ed ombre di (a+b)3, protagonista era la memoria infranta di Lev Zasetsky, paziente di Alexander Lurja, neuropsichiatra russo. Il diario del soldato è il testo dal quale partirono i Mutaimago per costruire uno spettacolo non testuale ma visivo. Ora, da qui riparte il gruppo formato da Riccardo Fazi (drammaturgo), Claudia Sorace (regista), Massimo Troncanetti, (scenografo) e Glen Blackhall (attore), riparte dal ricordo. E dopo aver passato l'estate a girare l'Italia e mezza Europa per mostrare i propri lavori, il giovane gruppo, romano come un'altra avanguardia della sperimentazione scenica, i Santasangre, torna al Romaeuropa Festival dal 19 al 22 novembre con Madeleine.

A cena con amici: al Vascello Zuccari mette in scena Margulies

La recensione dello spettacolo in scena fino al 22 novembre. Ci sono due coppie: Gabry e Chiara, Betta e Tommy, sono amici da sempre. Fu grazie a un appuntamento organizzato dai primi che i secondi si conobbero. Ora entrambe le coppie sono arrivate al fatidico giro di boa: i quarant'anni.

Autobiografia della vergogna (Magick) : tra le piaghe della memoria di Lucia Calamaro

La vergogna. Cosa di più caratterizza una caduta nella propria intimità, nella biografia che ha il compito di raccontarla? Di questa vergogna si nutre ogni racconto in prima persona, o dovrebbe qualora onesto: ognuno di noi ha una vergogna da stemperare, un pudore essenziale di ingenuità fatta coscienza, il suono che lasciano, appena dopo averle pronunciate, le parole di un’offesa.

Zio Vanja: Gabriele Vacis al Teatro Valle ci riavvicina a Cechov

La recensione dello spettacolo in scena nella sala romana dell'Eti fino al 23 novembre. La bravura degli attori è evidente, ma lo è anche il lavoro fatto da Gabriele Vacis su di essi e sul testo che nell'adattamento realizzato insieme a Federico Perrone trova un piglio di modernità molto efficace. Sin da quando gli spettatori devono finire di prendere posto nella platea tutti gli attori sono già sul palco, parlano tra loro, si vestono, guardano tra il pubblico e questa sarà una costante della scrittura scenica di Vacis per tutto lo spettacolo.

Synagosyty: Aram Kian si racconta con la regia di Gabriele Vacis

Aram Kian in scena è trascinante, sa creare immagini e un piccolo mondo davanti agli occhi di chi ascolta, e da fermo raggiunge ogni angolo del suo microcosmo: io cammino con lui nel freddo di Sinago, con lui vado a scuola, con gli amici, all’università, gli cammino accanto e non è pregio di molti saper tirare in una storia con tanta facilità. Il testo ha un ottimo ritmo, non lascia mai passare spifferi, in questo la regia di Vacis si conferma particolarmente sapiente nel gestire una narrazione, davvero il suo campo più consono. È poi uno spettacolo anche divertente, che lascia al sorriso un fondo amaro, e che non lesina in immagini e caratterizzazione.

Libera nos: al Valle un omaggio per i vent’anni dello spettacolo

La coesione col testo lo rende uno dei più adatti ad agire sulla narrazione, il lavoro sulla lingua, sulla caratterizzazione, per quanto ormai non proprio sorprendente ne segna i tratti distintivi con una certa potenza. Artuso e Balasso una coppia classica, il lungo un po’ tocco e il bassetto furbo, ma creano un tessuto di strade, colline, case, coltivi, osterie, tale che manca soltanto il cartello con scritto “Benvenuti a Malo”

Orgy of Tolerance: il mondo secondo Jan Fabre

La recensione dell'ultimo lavoro dell'artista belga. E' stato due giorni a Roma, ora si sposterà l'8 novembre a Torino. Lo spettacolo annunciato da molti come l’ennesima prova della capacità dell’arte contemporanea di scandalizzare, è in realtà molto più ironico di quello che si potesse pensare, anche se come spesso succede nelle vere opere d’arte, alzando il velo dell’ironia la tristezza e l’amarezza della realtà sono tremende.

Festa di famiglia: da Pirandello, con l’aiuto di Camilleri, Mitipretese riflette su violenze e conflitti

La recensione del grande successo della compagnia Mitipretese. La particolarità della drammaturgia di Mitipretese/Camilleri sta, a mio avviso, nell'incompletezza del dramma stesso, ovvero nella capacità di raccontare la sofferenza senza uno sfogo drammatico, non vi sono uccisioni o addii, ma una tensione che riesce a scaturire solamente dai dialoghi, farciti di intelligente ironia e spezzati da canzonette anni '40. Rimane però un dubbio sul lavoro di Mitipretese... All'interno foto e date dello spettacolo.

Autobiografia della vergogna (Magick): Lucia Calamaro al Teatro India dal 10 al 15 novembre

Dopo il debutto nella stagione passata (nel progetto Oggi verso domani), quest'anno Autobiografia della vergogna (Magick) torna all'India dal 10 al 15 novembre. Nel titolo troviamo già gran parte della sinossi dello spettacolo, certo parliamo di un autobiografia, ma non delle più pure. La Calamaro racconta la propria storia facendoci entrare nei meandri di una memoria distorta.

My Arm: Accademia degli Artefatti con Tim Crouch

La recensione dello spettacolo con Matteo Angius e la regia di Fabrizio Arcuri. Il corpo, che non corrisponde. Così un giovane si trova rifluire su di sé e scegliere la spersonalizzazione, un nuovo senso al proprio esistere: chi sono io? Si domanda l’adolescente protagonista. Chi sono gli altri? Le persone che ricordo o questi oggetti con cui li rappresento?

La Buenos Aires di Spregelburd a Prospettiva 09

La recensione dello spettacolo visto durante la rassegna torinese In una Argentina rurale si sta svolgendo una commedia: una casa sfitta il cui proprietario è assente e ignaro, tre persone, per diverse motivazioni, si trovano a frodare l’agenzia immobiliare impossessandosi, senza clamori, di quell’appartamento. Ora, questo raddoppiamento è dovuto all’arrivo, dalla Gran Bretagna, di un giovane sperduto che non conosce la lingua spagnola, si intuisce abbia qualcosa che non vuole rivelare, ma poco importa agli abitanti del luogo: potrà restare, a patto che si renda utile alla causa. Così pian piano il giovane entra nei loro disegni, inizia a lavorare anche per loro, fa l’idraulico per il paese e tutti ne trovano giovamento.

Peter Brook: dal Romaeuropa Festival 2009 al San Ferdinando di Napoli fino al Teatro della Tosse. Le date di “Love is my sin”

Torna al Teatro Palladium di Roma Peter Brook e lo fa a meno di un anno di distanza dalla performance di Marianne Goldsmith con Warum Warum. In quell'occasione aveva afidato all'attrice tedesca un monologo che intrecciava l'esperienza dell'essere attore con quella della storia del teatro. Oggi invece, nell'ambito del Romaeuropa Festival il ritorno al teatro della Garbatella aviene nel nome di Shakespeare. Al centro della ricerca ci sono i sonetti. All'interno tutte le date della tournée italiana.

Est Ovest: Cristina Comencini tra conflitti e misteri famigliari, con tante parole e poco teatro

La recensione dello spettacolo in scena fino al 1 di novembre al Teatro Eliseo di Roma. un dramma recitato da bravi attori (la Falk è perfetta come negarlo, Daniela Piperno fa un gran lavoro sul proprio personaggio) che si muove su un palco chiuso da una scenografia inutile (ancora intenta a spiegare al pubblico che quello è il soggiorno di una casa), con una regia talmente invisibile da risultare assente. All'interno anche il cast e le date della tournée.

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