Il bando Palcoscenico Catania mira a rafforzare l’offerta culturale delle periferie cittadine attraverso la proposta di spettacoli dal vivo e attività di laboratorio. L’edizione di quest’anno ha confermato il sostegno a due festival: Controfuturi e Orizzonti Plurali

Per chi raggiunge Catania dalla Sicilia occidentale, Librino è un grande stradone tra palazzi altissimi, attraversato solo di passaggio. Eppure, quando negli anni Settanta la sua progettazione veniva affidata all’archistar Kenzo Tange, il quartiere doveva divenire una “città satellite”, ben servita e comprensiva di un ampio parco. Oggi, di tali progetti astronomici, resta ben poco. È proprio questo uno dei luoghi toccati dalla quarta edizione del festival Controfuturi, finanziato da Palcoscenico Catania. La bellezza senza confini. Dal 2022, il bando ha l’obiettivo di valorizzare le marginalità urbane della città per favorirne l’inclusione civica; per il 2025 esso si è inserito nel quadro dei finanziamenti previsti dal FNSV a sostegno dello spettacolo dal vivo nelle periferie delle città metropolitane (in Sicilia ne beneficiano anche Palermo e Messina). La graduatoria delle realtà vincitrici è eterogenea, ma si conferma un’attenzione a progetti senz’altro interessanti. Oltre a D.e-Mo, prodotto da Retablo (direzione artistica di Salvatore Zinna), anche Orizzonti Plurali, del Centro culturale Mobilità delle arti (per la direzione di Corrado Russo) ha avuto accesso ai fondi. Entrambi hanno collaborato alla ridefinizione della geografia urbana attraverso performance e laboratori aperti alla cittadinanza.

Torniamo a Librino dove, dall’alta quota del campo “San Teodoro Liberato”, la Catania gentrificata sembra lontanissima. Lo spazio, appunto liberato dall’incuria grazie all’associazione dei Briganti Rugby, è adesso un centro di aggregazione sociale. Lo abbiamo raggiunto nel giugno di quest’anno per prendere parte a Poison Ivy, esperimento multimediale ideato da Retablo e dalla compagnia catalana Kònic Thtr (Barcellona). All’interno di una “battaglia di prompt”, a cui il pubblico ha partecipato con il proprio cellulare, la variegata platea di presenti si è avvicinata a forme artistiche altrimenti impensabili, riflettendo sui temi del controllo agito o subito dall’individuo per mezzo delle immagini. Alcune difficoltà tecniche hanno un poco compromesso la fruizione complessiva; tuttavia, di significativa poeticità è stato il momento in cui Rosa Sánchez ha intrattenuto un dialogo digitale con le piante presenti in scena. La lentezza misurata dei gesti, minimi e accurati, adottati dalla performer nella relazione con questi organismi, ha aperto uno squarcio spazio-temporale. Tra le sonorità elettroniche campionate da Alain Baumann, davvero sembrava di essere sull’isola dove il personaggio cui allude il titolo della performance, trovò salvezza dalla minaccia umana.

Controfuturi rientra nell’ambito del progetto D.e-Mo ed è ricco di performance e attività in vari spazi di Catania, dove intende contrapporre visioni alternative ai “rigurgiti autocratici” e alla “crescente polarizzazione sociale” che si consuma a livello globale. Le ripercussioni di tali dinamiche, sulle periferie apparentemente più remote, sono consistenti: a queste Controfuturi risponde attraverso la forma di un laboratorio cittadino permanente, in cui iniziative riconducibili alla pratica dello urban game hanno lo scopo di compattare il corpo civico in vista di una riappropriazione consapevole dello spazio pubblico, falcidiato dalla speculazione edilizia. Il senso è quello di promuovere, per mezzo della performance e dei linguaggi multimediali, forme sociali basate sulla cooperazione e sul recupero collettivo dei beni comunitari. Per questo, il festival si propone nel suo insieme «come semina poetica nei margini», per «far germogliare nuove forme di convivenza e partecipazione culturale nei territori più fragili e potenzialmente fertili di Catania».

Al pari di Librino, Piazza Alcalà è un punto di passaggio, per chi raggiunge Catania da ovest. Un apparente non luogo, in cui molti autobus terminano la loro corsa. Ma può essere anche la sede di un appuntamento inatteso: è poco più avanti che veniamo raggiunti da una macchina, sulla quale saliamo – ignari di quanto potrebbe avvenire. Cronaca di un evento è la corsa di uno scrittore in crisi (Roberto Magnani) posto innanzi al un punto morto in cui non può che interrogarsi su di sé, la sua opera, le sue relazioni. È un personaggio dai tratti appena dostoevskiani, ma ormai svuotato di volontà, a condurci lungo una cartografia di cemento, facciate degradate e appartamenti fuori mano. La sua storia ci è nota soltanto dalle registrazioni allucinate emesse dall’autoradio, ma l’interpretazione risulta convincente e riesce a risignificare vie e rioni, accarezzati con lo sguardo al di là del finestrino, nello svolgimento di un romanzo intriso di novecento e ancora vivissimo.

Cronaca di un evento è stata accolta dalla seconda edizione del festival Orizzonti Plurali (dopo un primo studio presso lo Scenica Festival di Santa Briganti, per quanto riguarda la distribuzione siciliana). Anche questo festival accoglie la forma laboratoriale quale metodo di elezione per un intervento su zone dimenticata, tra cui il quartiere San Cristoforo. È qui che, sotto una pioggia settembrina, Piazza Palestro ha accolto la restituzione di GENERAZIONE gLOCALE #CATANIA, laboratorio guidato da Andrea Ciommiento sotto la supervisione di Roger Bernat. Da un lato è il pubblico, chiamato a rispondere col movimento a domande poste tramite cuffie wifi, dall’altro un gruppo variegato di adolescenti provenienti dalle scuole del circondario. Il clima è di sfida giocosa, fondata sul contatto e la condivisione dello spazio. Ragazzi e ragazze ci incalzano, mettendo in discussione gli stereotipi da cui la loro generazione è subissata. Ne usciamo imbarazzati, divertiti e solidali, contenti di essere stati parte di questa piccola comunità chiamata a interrogarsi, secondo il format ideato da Bernat, sui «moderni sistemi di partecipazione».
Un paio di scooter si sono introdotti più volte all’interno di questa scena diffusa. I quattro ragazzi che vi siedono dardeggiano occhiate minacciose, ma infine si collocano ai lati della piazza e osservano. Stanno così, senza causare alcun fastidio: in qualche modo partecipano anche loro, con il loro semplice presenziare a qualcosa di mai visto. A sud del sud del paese, le difficoltà politiche ed economiche che interessano i luoghi su più larga scala, si stanno rapidamente imponendo sulle contraddizioni già esistenti. Non sappiamo più se davvero la bellezza salverà il mondo, ma è l’unica cosa che abbiamo.
Tiziana Bonsignore
POISON IVY
Performance Rosa Sánchez.
Dance Maëlle Omnes.
Live Alain Baumann.
Live 3D navigation Jan Oca
CRONACA DI UN EVENTO
ideazione Alessandra Crocco e Alessandro Miele
drammaturgia Alessandra Crocco, Roberto Magnani, Alessandro Miele
con Roberto Magnani
design del suono Francesco Tedde
video Cinzia Baccinelli e Francesco Tedde
responsabile tecnico Asia Santoni
regia Alessandro Miele
GENERAZIONE gLOCALE # CATANIA
regia di Andrea Ciommiento
con la supervisione di Roger Bernat
creazione collettiva di 15 adolescenti
assistente Irene Belfiore
in collaborazione con il Liceo artistico “E. Greco” Catania













