HomeArticoliIn principio fu la luce, poi il polistirolo. Titans di Laskaridis

In principio fu la luce, poi il polistirolo. Titans di Laskaridis

Il Nuovo Teatro Ateneo dell’Università Sapienza di Roma ha inaugurato la stagione diretta da Velia Papa con Titans di Euripides Laskaridis, tra comicità e performing arts.

Foto di Julian Mommert

Un palco dove regna un disordine fatto di neon sospesi e ammassati, di lastre di polistirolo, un ferro da stiro, un cestino, altri e vari elementi accatastati di cui non è possibile scorgere un senso preventivo. Eppure, questo è caos simbolico, primigenia entropia di un mondo ancora da farsi, di un’epoca mitica in cui nemmeno gli dei hanno ordito i propri disegni: siamo, ancora prima, in un mondo di titani, dove l’azione non è ordinata perché ancora non ne ha trovato senso pratico. Titans, per l’appunto, è il titolo dello spettacolo presentato al Nuovo Teatro Ateneo dell’Università Sapienza di Roma, a firma di Euripides Laskaridis, di cui già l’anno scorso avevamo parlato in merito al suo più recente Lapis Lazuli, in scena al Festival Aperto di Reggio Emilia (qui la restituzione di Stefano Tomassini). 

foto di Julian Mommert

Come allora, anche adesso le marche stilistiche dell’ artista greco riguardano una scena dove il caos è il risultato di una gestione accuratissima, in cui a prevalere sono un uso originale di stilemi appartenenti al genere comico grottesco, al mimo, ma anche a una ricerca immaginifica che guarda al teatro immagine e a un teatro più performativo. Si ritrovano scene che non stonerebbero nel teatrodanza di Pina Bausch (dove il quotidiano convive con la poesia, ma ci arriviamo dopo) e altre, rarefatte e dal forte impatto, degne di un certo Castellucci. Tutto questo convive in una impensabile ma effettiva organicità: i vari elementi – come le gag, il disegno luci che non ha nulla da invidiare a Bob Wilson, il gioco mimetico agito dallo stesso Laskaridis in scena assieme a insieme a Dimitris Matsoukas – si compenetrano, tenendo lo spettatore sempre agganciato, innescando riso, sorpresa, distonia e empatia insieme. 

Del resto, questo “spazio alieno per due prima della ragione” (questo il sottotitolo dell’opera sul sito della compagnia, Osmosis), è un mondo dove ancora non ci sono nette definizioni, e gli opposti convivono perché non c’è motivo per cui l’uno debba escludere l’altro. Così anche la figura interpretata dall’artista: ha ventre materno e naso aquilino, parrucche e vestiti sgargianti si alternano alla figura “denudata”, non c’è un elemento che lasci presagire una direzione precisa perché, come in un semantico brodo primordiale, tutto è in potenza tutto.  La dimensione epica e ancestrale arriva nella penombra e prende piede fin da subito grazie alle composizioni originali di Giorgos Poulios, e a un sound design composito che attiva meccanismi comici e stranianti insieme. A queste note profonde si aggiunge il gracchiare del polistirolo che si sbriciola, che viene tagliato, scrostato, bucato, che diventa tavolozza, montagna, quadro, pioggia sempre con una semplicità non scontata ma concreta, inequivocabile.

Foto Paris Tavitian

Anche le azioni compiute non si radicano in una drammaturgia tradizionale, ma sono riconducibili al grado zero della sua radice etimologica: fare qualcosa di necessario  (parliamo del senso più profondo del verbo “δράω da cui deriva la parola drammaturgia, tra i tre principali verbi traducibili nel più generico significato di “fare”). Ogni gesto compiuto da Laskaridis è necessario, si appoggia ai numerosi elementi scenici disseminati sul palco dell’Ateneo: che sia volare sull’altalena al neon, stirare il proprio vestito – salvo poi essere sorpreso da un getto d’acqua improvviso) – usare le lastre di polistirolo come materia grezza che può diventare tutto, ogni fatto compiuto è reale, e permette di entrare dentro il suo gioco scenico, di non considerarlo più distante, folle, ma come parte di un universo alieno e attraente.

Foto di Milthos Athanasiou

Il suo sguardo sornione, cospiratore, fa da contrappunto al sorriso estremo che spesso lo attraversa, il suo essere sempre sgargiante alla freddezza muta, ancora informe del compagno di scena. Il design luci di Eliza Alexandropoulou restituisce i corpi dei due performer come apparizioni in movimento, le cui ombre acquistano forma propria, anticipano pure. Al limite del virtuosismo – che è concesso perché, in fondo, la cornice comica ci permette di poter ridere di tutto e con tutto, la luce dei lunghi neon disfa e monta il quadro scenico, si fa guida dello sguardo ma contemporaneamente mente; in un eterno sfarfallio, si mostra nel suo essere capricciosa, al pari dei titani che la abitano.

Foto di Elina Giounanli

Titans, pettacolo inaugurale della stagione del Nuovo Teatro Ateneo, la prima con la direzione artistica di Velia Papa (qui l’intervista), Titans è stato un piccolo ma significativo gesto nella programmazione romana, a prescindere dall’aver debuttato in Grecia nel 2017; per altro, l’opera dell’artista greco raramente arriva in Italia (non ricordiamo precedenti date romane di suoi spettacoli e le altre sue rappresentazioni si possono ritrovare principalmente a Torino, Fiorenze e in pochissime altre città). Tutti gli spettatori ne sono stati entusiasti, specialmente la compagine giovanile che non era esigua; che questa apparizione primordiale allora possa essere di doppio augurio: da un lato nell’invito che altre istituzioni possano chiamare Laskaridis nuovamente, con teniture più ampie di quelle attuali; dall’altro che il rinnovato spazio nella città universitaria possa tornare a essere riferimento per l’intera comunità cittadina, studentesca e non.

Viviana Raciti

Visto al Nuovo Teatro Ateneo, Roma – ottobre 2025

direction, choreography & set design // Euripides Laskaridis
performed by // Euripides Laskaridis & Dimitris Matsoukas

costume design // Angelos Mentis
original music & sound design // Giorgos Poulios
lighting design // Eliza Alexandropoulou
dramaturgy consultant // Alexandros Mistriotis
artistic collaborators // Nikos Dragonas, Thanos Lekkas, Simos Patieridis, Diogenis Skaltsas & Drossos Skotis

sound design, programming & live operation // Themistocles Pandelopoulos
sound installation & live operation // Nikos Kollias, Kostis Pavlopoulos & Giorgos Chanos
lighting installation // Konstantinos Margas, Vangelis Mountrichas & Giorgos Melissaropoulos

assistants to the director // Dimitris Triandafyllou & Paraskevi Lypimenou
assistant to the set & costume designers // Ioanna Plessa
set assistant on tour // Tzela Christopoulou & Konstantinos Chaldaios 
trainee production assistants // Lisandra Caires & Samuel Esteves Querido

co-producers coordinator // Elisabeth Tsouchtidi

production & tour manager // Maria Dourou [2017-18], Vicky Strataki / POLYPLANITY Productions [2024-25] tour managers // Simona Fremder [2018-22] & Gema Rollon Blanco [2019] tour technical director // Konstantinos Margas
tour production assistance // Nikos MavrakisTooFarEast Productions [2019-23]

photography // Elina Giounanli & Julian Mommert
camera operators // Stelios Keramidas, Samuel Esteves Querido & Dimitris Triandafyllou
video trailer edited by // Euripides Laskaridis

created with the support of // the Fondation d’entreprise Hermès [FR] as part of its New Settings #7 programme

co-produced by // the Athens & Epidaurus Festival [GR], Théâtre de la Ville [FR], Eleusis 2021 European Capital of Culture [GR], Festival TransAmériques [CA], Julidans [NL], Megaron – The Athens Concert Hall [GR], Centro Cultural Vila Flor (CCVF) Guimarães [PR] & the OSMOSIS performing arts company [GR]

also supported by // O Espaço do Tempo [PR], NEON [GR], Centre Culturel Hellenique [FR], the Isadora & Raymond Duncan Dance Research Centre [GR] & AEGEAN Airlines [GR]

presented in collaboration with // EdM ProductionsRial & Eshelman [2018-22]

the international tour of TITANS [2024-25] is financially supported and under the auspices of the Hellenic Ministry of Culture

special thanks to // Dimitris Papaioannou for his support and invaluable artistic guidance every step of the way, and to Tina Papanikolaou for her unparalleled help since day one

thanks also to // Alahouzos Bros, Kostas Angelou, Miltos Athanasiou, Loukas Bakas, Katerina Berdeka, Leonardo Cela, Vassia Christodoulou, Iakovos Darzentas, Kelly Diapouli, Nectarios Dionysatos, Stephanos Droussiotis, Maxim Florian, Elina Giounanli, Konstantinos Haldeos, Fani Harvalia, Thanassis Kalkanis, Vicky Kaminari, Dio Kangelari, Efi Karantassiou, Kyriacos Karseras, Marianna Kavallieratos, Rena & Lia Laskaridou, Stelios Keramidos, Vassiliki-Yolanda Kita, Vicky Kolovou, Stelios Lambadarios, George Lykiardopoulos, Vicky Marangopoulou, Dimitris Markou, Sofia Mavragani, Kostas Michopoulos, Alexandra Mitsotsaki, Julian Mommert, Litsa Moumouri, Dinos Nikolaou, Kostis Pavlopoulos, Benjamin Perchet, Christos Perzos, Sissy Petropoulou, Lemi Ponifasio, Stavroula Saloutsi, Yorgos Skanis, Stergiani Tsintziloni, Olga Valassaki & Claire Verlet

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Viviana Raciti
Viviana Raciti
Viviana Raciti è studiosa e critica di arti performative. Dopo la laurea magistrale in Sapienza, consegue il Ph.D presso l'Università di Roma Tor Vergata sull'archivio di Franco Scaldati, ora da lei ordinato presso la Fondazione G. Cinismo di Venezia. Fa parte del comitato scientifico nuovoteatromadeinitaly.com ed è tra i curatori del Laterale Film Festival. Ha pubblicato saggi per Alma DL, Mimesi, Solfanelli, Titivillus, è cocuratrice per Masilio assieme a V. Valentini delle opere per il teatro di Scaldati. Dal 2012 è membro della rivista Teatro e Critica, scrivendo di danza e teatro, curando inoltre laboratori di visione in collaborazione con Festival e università. Dal 2021 è docente di Discipline Audiovisive presso la scuola secondaria di II grado.

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