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Comunicato degli ex membri della commissione prosa su Tar e Fondazione Teatro della Toscana

Riceviamo e pubblichiamo il comunicato stampa degli ex commissari – dimessi dalla commissione prosa del Fnsv a giugno 2025 – con il quale viene commentata la decisione del Tar di accogliere la domanda cautelare presentata dalla Fondazione Teatro della Toscana.

COMUNICATO STAMPA

I commissari della Commissione Teatro che il 19 giugno 2025 hanno presentato le proprie dimissioni:

Alberto Cassani – Carmelo Grassi -Angelo Pastore

Apprendiamo che il Tar del Lazio ha accolto la domanda cautelare presentata dalla Fondazione Teatro della Toscana contro i decreti del Ministero della Cultura. Le perplessità da noi sollevate in sede di Commissione Teatro prima delle nostre dimissioni di giugno 2025 – e relative al giudizio qualitativo sul Teatro della Toscana e su altri soggetti – trovano una conferma autorevole in questa apertura del Tar ad una più approfondita valutazione.

Crediamo che la promozione del valore artistico e di qualità dei teatri rientri nei compiti specifici della Commissione Teatro, rivelandosi parte essenziale e fondamentale nella formazione dei pubblici, nel sostegno alla creatività artistica, nello sviluppo dei nuovi linguaggi e nella creazione di modelli integrati di benessere negli individui e nelle comunità.

I problemi sul tavolo sono e restano problemi di prospettiva e di indirizzo politico e artistico – di questo paese e dello spettacolo dal vivo che dovrebbe esserne misura e espressione.

Lo spettacolo dal vivo è un bene pubblico che porta iscritto nel proprio DNA la spinta al rinnovamento di un paese, la tutela del rischio culturale, dei lavoratori dello spettacolo e della cultura viva del Paese, e il suo obiettivo finale è portare benessere alla nazione e attenuare le diseguaglianze e i divari nell’offerta.

Pertanto, crediamo fermamente che nel prossimo D.M. e comunque nel Codice dello Spettacolo dal Vivo debba essere reintrodotto il rischio culturale come principio fondativo del Mic e che vadano salvaguardati i soggetti culturali che qualificano la loro offerta introducendo il rischio culturale, specie se operano in territori difficili e complessi.

Pensiamo inoltre che si debbano ampiamente rivedere le schede di valutazione e che vada discusso e approvato in tempi celeri e corretti il Codice dello Spettacolo dal Vivo, di concerto con le Regioni e con le associazioni di categoria maggiormente rappresentative.

Parafrasando il poeta Garcia Lorca, “uno Stato che non aiuta e non favorisce il suo teatro, se non è morto, sta morendo”.

Alberto Cassani – Carmelo Grassi – Angelo Pastore

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