Questa recensione fa parte di Cordelia di ottobre 25

Il ritorno sulle scene di Francesca Pennini mette in crisi lo spettatore giocando con le sue aspettative per decine di minuti; per poi folgorarlo con la poesia, il dolore e la sorpresa. È uno spettacolo in prima persona, ma il grado di aderenza dei fatti narrati alla verità è fortunatamente difficile da calcolare: Pennini comincia ringraziando la platea, è solo una voce che parla e chiede a spettatrici e spettatori di pensare e ripensare al proprio corpo. Perché qui è il fuoco, sul corpo: quello martoriato dalla vita e dalla creazione artistica, il corpo degli incidenti piccoli e di quelli grandissimi, delle prime fratture da bambina, delle vertebre spezzate. «Tu ci credi alla schiena?», ci chiede la voce. Una voce che dice di un corpo. Poi appaiono le scritte: il testo è duplice, recitato e proiettato sul sipario, esploso. Quando il sipario cadrà e verrà chiamato sulla scena Angelo Pedroni sarà lui a prestare il proprio corpo per quella voce: il corpo di Pedroni e la voce di Pennini in un doppiaggio perfetto e straniante. Intanto sulla sinistra è apparsa una scatola, che come nei migliori spettacoli di magia, solo nel finale dischiuderà il proprio mistero, fatto di quarzi e pietre dai mille colori. Ormai il pubblico ha capito di aver avuto ragione a pazientare, che quel corpo – presente nei discorsi – poi sarebbe arrivato, e soprattutto la drammaturgia si insinua in una interessantissima e perturbante storia che affonda le proprie radici nell’infanzia e nella possibilità di rincontrare un vecchio penfriend. Stavolta è Francesca Pennini in flesh and blood, nata dal buio e dalla nebbia, a danzare e raccontare; ma anche qui forse c’è una bugia, uno scherzo e il viaggio dall’altra parte del mondo è invece un viaggio in un luogo di cura, in una realtà ben più triste che però prepara alla rinascita. Ancora una volta l’artista ferrarese dimostra un talento teatrale purissimo, un senso per la regia come linguaggio dello stupore: Abracadabra! Collettivo Cinetico è tornato, ed è una gran bella magia. (Andrea Pocosgnich)
Visto all’Arena del Sole, CARNE focus di drammaturgia fisica. Di e con Francesca Pennini partner in crime Angelo Pedroni testi originali Francesca Pennini musiche originali e sound design Simone Arganini scenografia Alberto Favretto tecnica e disegno luci Alice Colla azioni e invenzioni invisibili Carmine Parise realizzazione costumi Maria Ziosi produzione CollettivO CineticO, Fondazione Teatro Stabile di Torino / Torinodanza Festival, Festival Aperto / Fondazione I Teatri di Reggio Emilia, Centrale Fies | Art Work Space con il sostegno di Regione Emilia Romagna, MiC e con il supporto di Emilia Romagna Teatro ERT / Teatro Nazionale e L’Agorà de la Danse di Montréal nell’ambito di CARNE focus di drammaturgia fisica vincitore del bando di residenza presso L’Agorà de la Danse di Montréal, sostenuto da CINARS, NID Platform, L’IIC di Montréal e Delegazione del Québec a Roma foto di R.Segata courtesy of Centrale Fies













