Questa recensione fa parte di Cordelia di ottobre 25

“Vorrei” è la traduzione letterale del titolo di quest’opera scritta e interpretata da Domenico Ciaramitaro insieme a Alessio Barone. Immersi nel buio siamo circondati da voci che provengono da ogni angolo della sala; per i primi lunghissimi minuti lo spettacolo è fatto solo di questo: sussurri dal fondo scena, confabulazioni nascoste dietro la platea, curtigghi ammucciati nei palchetti del teatro, in un dialetto cantilenante tipico dei quartieri palermitani e che direttamente rimanda al luogo in cui questo spettacolo è nato, il Teatrino, una piccolissima sala teatrale nel quartiere Zisa gestita dallo stesso Ciaramitaro. È una pièce radicale: una volta in scena i due protagonisti si accavallano a ritmo sostenuto in una conversazione al limite dell’assurdo, confondendo il moto continuo che hanno in testa e che straripa nelle parole, con l’immobilità dei loro corpi, seduti su due sedie pieghevoli al centro della scena. Sono due personaggi che vorrebbero tutto, i cui desideri sono continuamente frustrati. E chi vulissiru? Vorrebbero camminare, ma per andare dove? Vorrebbero parlare, ma di che? Sembrano in attesa di qualcosa, ma di cosa? E noi, insieme a loro, siamo storditi da questo sogno in cui sembrano incastrati. Intanto attraversano la città notturna, siderale e piena di scossoni e rumori che ci fanno immaginare con loro in un luogo altro. Vulissi è un portale, una crepa aperta nel mondo reale che ci trasporta altrove. Se non riusciamo a comprendere tutto quello che sentiamo – causa una lingua teatrale fatta di ripetizioni che caratterizzano i personaggi stessi – questo flusso di parole ci porta lontano, avvicinandoci sempre di più a loro. Come fa anche la musica che interviene sul finale: le sonorità tipiche di una banda in processione conducono alla fine di questo viaggio da cui usciamo frastornati ma pieni. Chi vulissimu? Che vorremmo? Vorremmo restare ancora un po’ qui in silenzio.(Silvia Maiuri)
Vista al Teatro Garibaldi, Palermo, ottobre 2025 nell’ambito del festival Teatro Bastardo. Crediti: di Domenico Ciaramitaro, con Domenico Ciaramitaro e Alessio Barone, assistente alla regia Emanuela Fiorenza, voce Emanuela Fiorenza.













