Questa recensione fa parte di Cordelia di ottobre 25

C’è ormai da anni uno spazio nel grande programma internazionale di Romaeuropa che è diventato un luogo imprescindibile per capire dove sta soffiando il vento del nuovo teatro italiano. Lo cura Maura Teofili che insieme a Francesco Montagna ha fatto di Carrozzerie Not uno dei centri in cui far emergere a Roma le possibilità delle nuove urgenze drammaturgiche e più in generale delle arti sceniche quando maneggiate dai giovani. Quest’anno ad Anni Luce hanno debuttato tre lavori complessi, sfuggenti per certi versi, di certo anche fragili, ma che segnano la capacità delle autrici e degli autori di prendersi il rischio di fare un passo in avanti rispetto a ciò che avevano già dimostrato. Alice Sinigaglia e Caterina Marino si prendono il rischio lavorare con compagnie numerose, di superare la forma monologo, di mettere in campo oggetti drammaturgici che squadernano la letteratura da cui provengono (è il caso di Uno spettacolo gigantesco) per farci entrare il mondo capovolto della mostruosità come unica arma contro la società limpida del capitalismo contemporaneo, oppure partono da indagini sul campo – quella di Caterina Marino nella preadolescenza – per guardare nel futuro del nostro pianeta, oppure il viaggio di Pietro Angelini e Pietro Turano nelle galassie del erotismo. In comune queste opere hanno non solo la necessità di rodarsi attraverso le repliche (che speriamo potranno avere), ma condividono l’insofferenza per la forma prestabilita, per le drammaturgie chiuse; hanno la necessità di mostrare il processo, e di ibridare la forma teatrale con altro, come la stand-up e la musica; c’è voglia di dire, di parlare del mondo ma senza l’utilizzo di storie classicamente intese. E la recitazione non è un fine ma un mezzo da piegare (fino all’eccesso) per bucare la rappresentazione e far emergere il mondo. (Andrea Pocosgnich)
Qui le recensioni da Anni Luce:
LA FUTURA CLASSE DIRIGENTE (di Caterina Marino)
Dopo qualche minuto è la regista e autrice Caterina Marino a venire verso il pubblico e a spiegare che quelle appena sentite, sparate al microfono da due degli attori, sono parole pronunciate da bambini e bambine tra i 6 e i 13 anni intervistati in tre zone diverse del paese.
UNO SPETTACOLO GIGANTESCO (di Alice Sinigaglia)
Con Uno spettacolo gigantesco, Alice Sinigaglia affronta il colosso rabelesiano, costruendo un congegno teatrale che è al tempo stesso saggio accademico e rito iniziatico, un laboratorio della deformità dove il pensiero implode nella carne.













