Questa recensione fa parte di Cordelia di ottobre 25

Il corpo nello spazio è, a tutti gli effetti, corpo nell’ambiente, nell’organismo vivente della natura. Insomma: un corpo in un altro corpo. Sembra questo un possibile slogan, un richiamo che Attraversamenti Multipli fa alla comunità artistica e umana, mentre Mirada, performance di danza site specific che Elisa Sbaragli porta nel Parco di Torre del Fiscale, sembra a tutti gli effetti coglierne lo spirito più profondo. Tutto parte dallo sguardo, ossia il legame tra lo strumento della visione e l’obiettivo messo a fuoco; da un lato è il campo largo dell’estensione, dall’altro il dettaglio stretto su cui si raccoglie l’attenzione. Lo spazio è quello di un prato, alla luce del giorno, larghezza e profondità dai confini sfumati che confondono in un verde pressoché uniforme l’immagine della danzatrice; lontana, Sbaragli sceglie un punto nello spazio in cui far emergere la concretezza del proprio corpo, è un punto lontano dallo sguardo del pubblico, ma uno schermo nelle vicinanze focalizza e ingrandisce, avvicina l’immagine e ne rivela i dettagli. Il gesto danzante di Sbaragli è ostinato, combatte continuamente tra l’intensità e la dispersione, la sua persistenza lotta con la vaghezza uniforme del paesaggio naturale; lo schermo naturale esplicita e delimita i gesti, in un confine tondo a sfondo nero, come uno spioncino da cui osservare, rubando all’immagine, l’intenzione e il suo effetto. Attorno il paesaggio sonoro arricchisce quello visivo, estende nell’invisibile le vie di fuga del visibile; ma più ancora, ciò sarà un’ovvietà nelle performance site specific all’aperto, a colpire è quanto si trova in dialogo con queste immagini ma della performance apparentemente non fa parte; eppure, ci entra: dietro passa il treno, in alto passano gli aerei diretti altrove, non si può non fissare continuamente lo schermo che comprime l’immagine ampia e dire che siamo qui, ora, insieme a quel corpo. E danziamo. (Simone Nebbia)
Visto al Parco di Tor Fiscale, Attraversamenti Multipli. Crediti: di e con Elisa Sbaragli; elaborazione sonora Edoardo Sansonne; produzione TIR Danza













