
Questa recensione fa parte di Cordelia di ottobre 25
Dopo qualche minuto è la regista e autrice Caterina Marino a venire verso il pubblico e a spiegare che quelle appena sentite, sparate al microfono da due degli attori, sono parole pronunciate da bambini e bambine tra i 6 e i 13 anni intervistati in tre zone diverse del paese. Marino precisa che quando a parlare saranno gli adulti verrà alzata una mano come segnale. In completi scuri e magliette colorate sulle quali si intravvedono messaggi politici Federico Brugnone, Sara Mafodda, Daniele Paoloni e la stessa Marino sono i megafoni attoriali di una drammaturgia costruita dunque attraverso un’indagine sul campo, l’effetto è talvolta esilarante per lo straniamento a cui sono sottoposte le parole dei giovanissimi e per la capacità dei quattro interpreti di attivarle teatralmente e amplificarne così i tratti spiazzanti, l’ironia involontaria oppure il caustico slancio civile e politico. Si comincia dal futuro, quali soluzioni per clima e ambiente? Le risposte sono tra le più assurde e radicali, dal suicidio alla vita sui ghiacciai. L’assenza di trama rende la drammaturgia sfuggente dal punto di vista della scrittura scenica – e forse si potrebbe rimettere mano al finale per chiudere prima, dopo la citazione cechoviana -, ma la mano registica di Marino è in grado di spezzare il carattere enunciativo e la modalità da comizio con tanto di microfono con cui ogni discorso viene pronunciato: si pensi alla scena in cui gli interpreti cominciano a leccare dei ghiaccioli colorati, prima senza malizia e poi come in un’orgia simbolica ma anche performativa. I bambini parleranno di soldi, potere, patriarcato e lo spettacolo potrebbe durare anche intere ore dato che non segue uno schema che punta al finale. Potentissima, prima della chiusura la riflessione su arte e vita a partire dalle parole della giovane attivista che nel 2022, alla National Gallery di Londra, gettò della zuppa sui girasoli di Van Gogh, quell’accusa (ovvero che di fronte al riscaldamento climatico si pensa di più al quadro sporcato dal pomodoro) si tramuta nel grido accorato di Greta Thunberg di fronte ai leader del mondo. (Andrea Pocosgnich)
Visto al Ex Mattatoio. Romaeuropa Festival. drammaturgia e regia Caterina Marino con Federico Brugnone, Sara Mafodda, Caterina Marino, Daniele Paoloni aiuto regia e luci Marco Fasciana, produzione Cranpi, 369gradi, La Corte Ospitale con il contributo di MiC – Ministero della Cultura residenza produttiva Carrozzerie | n.o.t, Humus artist? nel terriorio/IAC Centro Arti Integrate, Teatro Biblioteca Quarticciolo con il sostegno di ATCL Circuito multidisciplinare della Regione Lazio Si ringrazia Accademia italiana













