Questa recensione fa parte di Cordelia di ottobre 25

Lo Spazio Rossellini, con il suo palcoscenico alto nel buio hangar gestito da Atcl, ha ospitato la tappa romana di un progetto internazionale a cavallo tra la Toscana e il Giappone. Capotrave/Kilowatt Festival è stato infatti uno degli attivatori italiani insieme a Fabbrica Europa di un percorso di creazione vincitore del bando ministeriale Boarding Pass. tre attrici e un attore dall’Italia (Alessandra Cozzi, Lara di Bello, Giorgia Fagotto Fiorentini, Luca Maino) e una compagnia giapponese appunto (in scena Aoi Nakasone), la mum & and gypsy, già frequentatrice dei nostri palcoscenici da più di un decennio, spesso in collaborazione con Fabbrica Europa. Lo spazio è pensato per accogliere pensieri, movimenti, stralci di vita, oggetti che a quelle vite appartengono nella quotidianità e che qui vengono stipati ai lati del palco, dove torneranno a sedere anche gli interpreti una volta usciti di scena. Il borgo di Sansepolcro è casa temporanea e luogo estraneo al contempo. Sono colleghi e coinquilini, e anche l’appartamento è protagonista di racconti e riflessioni, così come il tema della famiglia che serpeggia tra i discorsi dei giovani. Emerge l’aura performativa di Nakasone e la sua leggerezza nei movimenti, e d’altronde questa leggerezza è una evidenza di tutto lo spettacolo, aiutata dallo schermo sullo sfondo in cui appaiono immagini del borgo, del cielo e talvolta i pensieri dei personaggi. Uno spettacolo delicato, ben diretto e interpretato ma che cade nel solito stereotipo, ovvero l’autobiografismo teatrale. Pur nel dispositivo suggestivo di una drammaturgia fatta di brani che ritornano come in un eterno vortice di immagini e situazioni, la narrazione, se non in un paio di occasioni (quando vengono sfiorati temi mondiali come la guerra o la violenza subita da una donna in giappone) non riesce a guardare oltre il chiacchiericcio, la filosofia spicciola e il tema teatrale, trattato con tutti i cliché del caso. C’è tutto un mondo da raccontare, fatto a pezzi, certamente complesso e invece troppo spesso si vedono drammaturgie (che poi rischiano di assomigliarsi tutte) in cui le piccole vicende personali diventano un guscio protettivo fin troppo comodo. (Andrea Pocosgnich)
Visto allo Spazio Rossellini. Creato e diretto da Takahiro Fujita performer: Alessandra Cozzi, Lara di Bello, Giorgia Fagotto Fiorentini Luca Maino, Aoi Nakasone, performance in video: Izumi Aoyagi stage manager: Yoshiko Haraguchi luci: Naomi Koyanaka suono: Daisuke Hoshino video designer: Jitsuko Mesuda responsabili produzione: Kana Hayashi, Shiori Koga, Marta Meroni interprete: Miwa Monden sottotitoli: Miwa Monden, Marta Meroni una coproduzione mum & gypsy, Fabbrica Europa e CapoTrave/Kilowatt nell’ambito del progetto CRISOL – creative processes, finanziato dal programma Boarding Pass Plus 2022/24 del Ministero della Cultura con il sostegno di The Saison Foundation, Agency for Cultural Affairs government of Japan, Japan Arts Council













