Questa recensione fa parte di Cordelia di ottobre 25

Non è solo una playlist. Anche se l’effetto a cascata, come di un catalogo musicale saccheggiato, un poco incombe su tutta la performance. È un lungo assolo (75 minuti!), che mette in fila numeri musicali profondamente evocativi di estetiche della teatralità, per ricostruire (e omaggiare) l’universo camp e dark di Raimund Hoghe: «scrittore, sceneggiatore, coreografo e drammaturgo nella compagnia di Pina Bausch, scomparso nel 2021». About Love and Death è l’omaggio di Emmanuel Eggermont che con lui ha collaborato per oltre quindici anni (il titolo è una battuta del film Phaedra di Jules Dassin del 1961). Visto a Danae Festival di Milano, la sua elegante figura è composta, compassata, al limite dell’austero, mentre introduce e posa e sposta a terra e nello spazio, con ossessiva precisione, due bicchieri ripieni di sabbia (cenere?) bianca. Sono le condizioni di un ordine spaziale, e temporale (quando uno si versa interamente sul braccio del performer, e allora una intera vita scivola via). Ma l’evocazione iconica di musiche da film riconoscibilissime (Cantando sotto la pioggia…), con voci di acclamate vedette (Josephine Baker), e pure la straziante e paurosa Marilyn di Pasolini scandita da La rabbia con sotto Albinoni (del 1963, sùbito riconosciuta da Maria Paola…), ritmano scene che sono altrettante evocate performance del passato. E poi Klaus Nomi che la fa un po’ da padrone, mentre è immancabile la Carmen della Callas che cozza e stride con l’altrettanto immancabile Freddy Mercury di I was born to love you. Forse non tutto così in successione funziona, ma la scandita, intensa funambolica presenza di Eggermont tutto rende presente e intelligibile come un magnete che nuovamente attrae in scena, senza confondervisi, l’inconfutabile impronta di Hoghe. Eppure, in questa distesa di rovine gestuali e musicali e sonore, mentre una memoria non riesce a ricomporsi, in tutta la sua irregolare icasticità qualcosa invece resiste: un legame, una eredità, una filiazione che riceve il suo potere trasformativo. (Stefano Tomassini)
Visto a Danae festival 2025. concept, coreografia e danza Emmanuel Eggermont collaborazione artistica Jihyé Jung disegno luci Alice Dussart suono Julien Lepreux ringraziamenti Kite Vollard produzione e distribuzione Sylvia Courty (Boom’Structur Clermont-Ferrand) amministratore di produzione Violaine Kalouaz, Filage produzione L’Anthracite coproduzione CCNT diretto da Thomas Lebrun, Le Gymnase CDCN Roubaix Hauts-de- France, Les Rencontres Chorégraphiques Internationales of Sain- Saint-Denis, Le CCAM / Scène Nationale de Vandoeuvre, Charleroi Danse – Centre chorégraphique de la Fédération Wallonie-Bruxelles con il supporto di The DRAC Hauts-de-France e Hauts-de-France Region













