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PAGINA (regia di Giovanni Ortoleva)

Questa recensione fa parte di Cordelia di giugno 25

Il centenario della nascita di Italo Calvino, nel 2023, ha generato sul territorio ligure un esteso corollario di manifestazioni. Tra queste, una produzione del Teatro della Tosse, intenzionata a mettere in scena la trilogia de I nostri antenati. Se non si rilevano repliche fuori dai confini genovesi per gli spettacoli ispirati a Il visconte dimezzato e a Il barone rampante, diretti rispettivamente da Emanuele Conte e Laura Sicignano, quello su Il cavaliere inesistente, diretto da Giovanni Ortoleva e scritto con Riccardo Baudino, circuita in autonomia. Lo troviamo nell’ex Ospedale Psichiatrico Paolo Pini, all’interno del festival Da vicino nessuno è normale. Sopra un’ampia pedana a forma di libro si trascina Valentina Picello. I suoi abiti monacali la identificano come Bradamante, la paladina ritiratasi in convento con il nome di Suor Teodora, che presta la propria memoria e la propria penna alle vicissitudini degli altri personaggi del romanzo: «A ognuna è data la sua penitenza, qui in convento, il suo modo di guadagnarsi la salvezza eterna. A me è toccata questa di scriver storie: è dura, è dura», le fa dire Calvino. Ma a vederla muoversi sulla scena, contorcersi, nera com’è, sul corpo ligneo del libro, sembra un segno sgorbiato, un incomprensibile arabesco inciso sulla pagina, e trasmette la fatica dello scrivere che è di Bradamante, che è di Calvino, ma che è anche di Ortoleva: «Una scrittura spastica che avviene per caso, come cadere. […] Parole che nessuno vuole, da buttare, da rifare. Linguaggio residuale, ma sempre linguaggio, sempre linguaggio». La breve pièce del drammaturgo fiorentino non ricalca mai letteralmente il proprio modello, ma ne trae una riflessione a sé stante sul confronto quotidiano col linguaggio, sul tradimento del reale che un autore compie quando tenta di rappresentarlo, fondendo assieme considerazioni sulla scrittura già proprie di Calvino e inedite punte di delirio mistico, magistralmente interpretate da Picello. Forse qui sta la ragione della sua fortuna. (Matteo Valentini)

Visto al Teatrolacucina. Crediti spettacolo Liberamente ispirato a Il cavaliere inesistente di Italo Calvino di Giovanni Ortoleva e Riccardo Baudino liberamente ispirato a Il cavaliere inesistente di Italo Calvino con Valentina Picello musiche Pietro Guarracino movimenti a cura di Anna Manella luci Davide Bellavia produzione Fondazione Luzzati – Teatro della Tosse di Genova

Cordelia, giugno 2025

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Matteo Valentini
Matteo Valentini
Matteo Valentini ha conseguito una laurea in Letterature moderne e un dottorato in Storia dell’arte contemporanea presso l’Università degli studi di Genova. È tra i fondatori dell’Oca – Osservatorio Critico Autogestito, webzine di critica teatrale, e collabora anche con Hystrio e Teatro e Critica. È docente di ruolo di Italiano e Storia presso il Convitto Nazionale Longone di Milano.

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