Questa recensione fa parte di Cordelia di giugno 25
Un tentativo di dirsi l’amore continuamente frustrato dalla distanza fisica, dal traffico, dal meteo, dalla personale ingiunzione al non dire e al non dirsi. Un dialogo tra due donne, in due città diverse, a confronto con la perplessa assenza dei genitori, con la mestizia del lavoro precario, con l’avvertimento della propria impotenza. Lexicon, presentato in forma di mise en espace per la rassegna ITACA del Teatro Fontana, è un testo che non si sforza di essere generazionale, eppure lo è. Nell’esergo che lo introduce, la sua autrice, Eliana Rotella, si sofferma sulla definizione del termine lexicon, che si lega generalmente a biblìon (“libro”), ma che è anche derivato da leksis (“discorso”). Della parola, allora, lexicon tiene in sé sia l’aspetto relazionale e performativo proprio del discorso (il dis-cursus, almeno secondo Roland Barthes, «indica, in origine, il correre qua e là, le mosse, i “passi”, gli “intrighi”»), sia quello cristallizzato e individuale del libro, della lettura privata. Al di là dei loro scambi frettolosi e distratti, compiuti tra il bordo del letto e la sella di una bicicletta, infatti, le due protagoniste si esprimono principalmente attraverso estesi messaggi ipotetici, cancellati, interrotti o disturbati, che fungono da luogo di elaborazione, mai decadente o compiaciuta, di un disagio economico, sociale ed esistenziale. I suoni ambientali, creati digitalmente da Andrea Centonza, come il ticchettio delle tastiere o lo scrosciare della pioggia, acuiscono questo senso di solitudine, creando vere gabbie sonore attorno alle due interpreti, Ilaria Felter e Lorena Nacchia che, con la regista Giulia Sangiorgio, completano la compagnia Corpora. Nell’incontro post spettacolo condotto da Claudia Cannella, Sangiorgio ipotizza di continuare a proporre Lexicon in questa “forma ridotta”, nell’attesa che una produzione si faccia avanti e decida di dare alla compagnia i mezzi per trasformarlo in uno spettacolo: una chiamata che, per veder esplodere scenicamente un testo così raffinato, mi sento di sottoscrivere. (Matteo Valentini)
Visto al Teatro Fontana ideazione compagnia Corpora testo di Eliana Rotella regia di Giulia Sangiorgio con Ilaria Felter, Lorena Nacchia, Eliana Rotella multimedia Andrea Centonza organizzazione Caterina Gruden grazie al sostegno di Zona K Testo finalista alla 57esima edizione del Premio Riccione -Tondelli Testo vincitore “Next Generation” – premio Carlo Annoni