Questa recensione fa parte di Cordelia di maggio 25

Quando entriamo la sala dell’Arena del Sole è stata smontata e il suo senso capovolto: una platea sgomberata dalle poltroncine ci accoglie, pubblico ristretto di ogni replica de Le nuvole di Amleto di Eugenio Barba che, dopo il debutto milanese, è passato da Bologna per andare poi alla Biennale di Venezia. La classica impostazione palcoscenico-platea non è fatta per accoglierlo quindi due gradinate mobili si fronteggiano in mezzo alla sala costituendo un corridoio che sarà lo spazio della scena, delimitata da due grandi display luminosi ai lati. Lo spettacolo mette al centro il topos dell’eredità dei padri: la colpa, come nell’antica tragedia greca, è un lascito che attraversa generazioni. Amleto impazzisce a causa della sua eredità e si perde nella selva delle sue passioni, tra il desidero di vendetta in nome del fantasma paterno, e l’amore per Ofelia, anche lei governata e poi sopraffatta dalle emozioni. Eugenio Barba torna sulla scena con la sua compagnia storica e due attori giovani nei panni della coppia shakespeariana in un clima quasi favolistico: Amleto sembra un fauno col manto di pelliccia, il violino e la gonna ricoperta di paillettes. I contrasti in quest’opera sono molti e dissonanti. Si va da lunghe scene di passione carnale – come quelle tra la regina e il nuovo re – ma quasi parodistiche, a monologhi altisonanti, in un’atmosfera da Terzo Teatro. Ma se di “eredità dei padri” vogliamo parlare, l’eredità dell’Odin Teatret che negli anni ‘60 ha contribuito ad aprire le porte del teatro contemporaneo come lo conosciamo, presentandosi così cristallizzata oggi ci serve ancora? Mostrandoci ancora una sperimentazione superata e, probabilmente, anacronistica, pur non tradendo se stessa, ha ancora senso per il pubblico contemporaneo? Tutto sembra assurdo, di difficile interpretazione, tutto è “altro” ma si fa fatica a raggiungerlo. Alla fine della performance la compagnia non rientra per gli applausi e questo ennesimo tradimento allarga il divario tra il mondo espressivo della scena e la realtà silenziosa. Le nuvole di Amleto si presenta come un’apparizione, diventa un incontro del terzo tipo e si conclude in un vuoto frastornato. (Silvia Maiuri)
Visto al Teatro Arena del Sole. Crediti: testo, drammaturgia e regia Eugenio Barba montaggio testi di Shakespeare Eugenio Barba attori Antonia Cioaza, Else Marie Laukvik, Jakob Nielsen, Rina Skeel, Ulrik Skeel, Julia Varley disegno luci e video Stefano Di Buduoconsulente film Claudio Coloberti costumi Odin Teatre spazio scenico Odin Teatret direttore tecnico Knud Erik Knudsen assistenti alla regia Gregorio Amicuzi e Julia Varley produzione Odin Teatret, Tieffe Teatro Milano/Teatro Menotti, Emilia Romagna Teatro ERT / Teatro Nazionale foto di Annalisa Gonnella