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Ciclo di incontri “Estate 2020” della rivista “Missione Oggi” 

Mercoledì 1 luglio riparte il ciclo di incontri “Estate 2020” della rivista “Missione Oggi” dei Missionari Saveriani di Brescia
Da mercoledì 1 luglio a mercoledì 30 settembre 2020
Complesso San Cristo / Chiostro e Chiesa / Via Piamarta 9 / Brescia

Per non avvallare la tesi di chi sostiene che “non ne usciremo migliori ma uguali a prima. Con la stessa capacità di dimenticare in fretta, con l’autoindulgenza sempre pronta all’uso, forse solo più rabbiosi”, abbiamo sospeso gli spettacoli e la presentazione di libri in cartellone per la Primavera 2020, e abbiamo allestito un nuovo cartellone che cerca di interrogarsi e riflettere sulla cesura imposta agli umani, non dalla Storia, ma dalla Natura, dalla quale gli umani si sentono distanti, non parte di essa.

Lo abbiamo fatto per non sprecare ciò che la pandemia di Covid-19 ci spinge a fare: ripensare la nostra umanità dal punto di vista dell’Altro, rappresentato anche dal virus, che per riprodursi ha bisogno di essere ospitato da un essere vivente. Per il virus, gli umani sono pari al pangolino e al pipistrello, cioè sono una specie animale tra le altre sulla terra. Loro cercano ospitalità nell’organismo umano e l’umano che è in noi non può che dichiarare loro guerra, perché sa ciò che le entità biologiche non sanno: che la loro presenza nel nostro organismo è causa della nostra e della loro morte.

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Qui di seguito la presentazione più dettagliata degli appuntamenti del “Teatro dell’anima”, mentre in allegato il programma completo della presentazione dei libri.

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In questa agonia mortale, l’umano può disfarsi del “pertugio”, come scrive Tommaso Landolfi in Cancroregina, cioè della parola senza la quale non si può morire, la parola che promette per alcuni, illude per altri, la vita oltre la morte? Ogni persona, morta da sola in questa pandemia, senza cioè la parola, senza il rito di commiato, ci ricorda la solitudine in cui sono morti i bambini colpiti dalla poliomielite nell’America del 1944, come racconta Philip Roth in Nemesi“Appena arrivato, il medico ha chiamato l’ambulanza, e all’ospedale ce l’hanno portato via… ed è finita. Non l’abbiamo mai più visto vivo. È morto tutto solo. Non l’abbiamo neanche potuto salutare. Ci resta solo il suo armadio con i vestiti, i libri di scuola e le cose per lo sport, e poi, laggiù, i suoi pesci!”.

Perché abbiamo accettato di morire così, senza il rito funebre, e le bare caricate sui camion militari? Antigone si sarebbe ribellata?, si chiede Giuseppe Marchetti in Antigone è al funerale del fratello Polinice. Perché lungo gli ultimi vent’anni non abbiamo contrastato la politica neoliberista che ha ridotto gli ospedali e i posti letto, tagliato i sussidi e decurtato i salari per aumentare la ricchezza dei ricchi, come grida Edouard Louis in Chi ha ucciso mio padre (una ripresa dell’anno scorso), fino a permettere il paradosso di uno Stato che ha i mezzi finanziari per acquistare i prodotti sanitari di prima necessità – mascherine, ventilatori meccanici, maschere per l’ossigeno, lo stesso ossigeno- che però non trova sul mercato perché la loro produzione non produce ricchezza? Perché siamo disposti a sacrificare uomini e l’intero creato, pur di accrescere la nostra intelligenza e continuare a mangiare il frutto dell’albero della conoscenza, come viene raccontato in Scarafaggi a Cernobyl dal premio Nobel Svetlana Aleksievic e da Markijan Kamys?

In che modo risponderemo a queste ineludibili domande: con la rabbia? Assaltando i forni come raccontato dalle pagine de I Promessi sposi di Alessandro Manzoni? Ne Il lamento della moltitudine ci si domanda: cosa potrebbe succedere se l’imperversare della peste precedesse l’avanzare della carestia? La rivolta risulterebbe inevitabile? Non ci sarebbe altro destino? O è possibile ipotizzare che gli uomini si lasceranno conquistare dalla giustizia per non avvallare la tesi di chi sostiene che “non ne usciremo migliori, ma uguali a prima”?

Info: https://www.saveriani.it/images/news/mo/2020/programma-incontri-estate-2020.pdf

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