Banner Remote Pesaro Rimini Protokoll
Banner Bando Officina Pasolini
Banner Remote Pesaro Rimini Protokoll
Banner Remote Pesaro Rimini Protokoll
Banner Bando Officina Pasolini
HomeArticoliChris Thorpe. Verità o pregiudizio di conferma?

Chris Thorpe. Verità o pregiudizio di conferma?

Confirmation di Chris Thorpe è andato in scena al Teatro Palladium con la traduzione e regia di Jacopo Gassmann, interpretato da Nicola Pannelli. Un testo che indaga il pregiudizio di conferma. Recensione

Foto Ufficio Stampa

È un rischio. Lo corriamo tutti. Mentre Nicola Pannelli sale sul palco del Teatro Palladium e ci chiede di trovare un nesso su una breve sequenza di numeri per mostrare una nostra tendenza a reperire con estrema facilità la conferma di qualcosa che già crediamo dato, io penso a quando ricerco qualcosa e, accecata da quella ossessione, non vedo altro che prove di conferma. Quella determinazione mantiene il fuoco sull’obiettivo, ma quanto influisce su una reale valutazione dei fatti? Quanto quella interpretazione sarà efficace, quanto selettiva, parziale, falsata? Mi trascino questa confessione – breve intrusione nella mente di uno spettatore di fronte uno spettacolo a tesi – forse perché questo testo di Chris Thorpe, Confirmation, diretto e tradotto in questa occasione da Jacopo Gassmann, mantiene un tono dialogico costante col suo pubblico; ha un tono da appassionata confessione, o quasi, quando per dimostrare il “pregiudizio di conferma” sviluppa la difficoltà ad uscire dai propri panni parlando di razzismo, confrontando le posizioni antitetiche di un progressista e di un appartenente al partito di estrema destra (il British National Party), sviscerando diversi temi, dal negazionismo dell’olocausto alla strage sull’isola norvegese di Utøya. Il teatro inglese non smette di occuparsi del presente, merito di Gassmann la scelta di presentare l’autore sulla scena italiana anche con There has possibly been an incident, in questi giorni all’Elfo Puccini e poi di rientro a Roma a dicembre proprio all’interno di Trend (rassegna curata come di consueto da Rodolfo di Giammarco sulla nuova drammaturgia britannica che già nel 2015 aveva presentato Confirmation).

Foto Ufficio stampa

Il nostro protagonista (che, nella versione originale premiata al Edimburgh Fringe Festival 2014 era interpretata dallo stesso Thorpe) veste panni comuni, t-shirt e giubbotto, potrebbe essere uno di noi, così come potrebbero essere al suo posto gli spettatori ai lati del palco; potrei essere anche io. Ma «per capire e svelare i pregiudizi devo parlare con qualcuno, che di certo non sono io»: allora a metà spettacolo scivola nella figura di Glenn, l’altro capo dell’equazione, indossa una camicia, assume i suoi toni, le sue posizioni da suprematista bianco. È un cambio estremamente fluido questo, tanto a livello testuale quanto sul piano spettacolare, in grado di incutere anche un certo spaesamento; quella che era adesione ora cos’è? Perché potremmo avere gli stessi gusti, racconta, perché i nostri nemici potrebbero essere più complessi di quanto li dipingiamo; potremmo entrambi preferire, per motivazioni apparentemente distanti, lo stesso bar autoctono anziché aderire al capitalismo di una catena che dispensa caffè in tutto il mondo.

Foto Ufficio Stampa

Come riportato in un articolo apparso su The Guardian, per Thorpe «theatre is laboratory for thinking about how we think», un luogo in cui riflettere sul nostro modo di pensare. Ci riesce perfettamente; non ci dà risposte, nessun colore netto, nessuno schieramento. Questo non vuol dire scambiare i nostri occhi per qualcosa in cui non crediamo, non ci ferma a urlare contro chi non ci trova d’accordo. Confirmation è un testo (le cui digressioni in alcuni passaggi potrebbero beneficiare di una durata ancora più incisiva) che si nutre fortemente della performatività di Pannelli, diretto, senza orpelli interpretativi ma mai monocorde. È appassionato o sordidamente convinto della propria verità, ci guarda negli occhi e sputa parole di rabbia ma non cerca di convincerci, parlare è sufficiente, non serve chiedere di leggere domande precompilate per invitarci alla partecipazione. L’intrusione che quella ossessione nutrita e esperita ovunque forse sia solo la nostra pregiudiziale parziale richiesta di conferma è già nelle nostre menti.

Viviana Raciti

Visto al Teatro Palladium, ottobre 2017

Confirmation
Il teatro di Chris Thorpe – Un progetto di Jacopo Gassmann
traduzione e regia Jacopo Gassmann
con Nicola Pannelli
luci Gianni Staropoli
tecnico luci e audio Marco Guarrera
produzione Centro culturale mobilità delle arti / Corrado Russo
con il supporto del British Council

 

Telegram

Iscriviti gratuitamente al nostro canale Telegram per ricevere articoli come questo

Viviana Raciti
Viviana Raciti
Viviana Raciti è studiosa e critica di arti performative. Dopo la laurea magistrale in Sapienza, consegue il Ph.D presso l'Università di Roma Tor Vergata sull'archivio di Franco Scaldati, ora da lei ordinato presso la Fondazione G. Cinismo di Venezia. Fa parte del comitato scientifico nuovoteatromadeinitaly.com ed è tra i curatori del Laterale Film Festival. Ha pubblicato saggi per Alma DL, Mimesi, Solfanelli, Titivillus, è cocuratrice per Masilio assieme a V. Valentini delle opere per il teatro di Scaldati. Dal 2012 è membro della rivista Teatro e Critica, scrivendo di danza e teatro, curando inoltre laboratori di visione in collaborazione con Festival e università. Dal 2021 è docente di Discipline Audiovisive presso la scuola secondaria di II grado.

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here

Pubblica i tuoi comunicati

Il tuo comunicato su Teatro e Critica e sui nostri social

ULTIMI ARTICOLI

The Making of BERLIN. La scomparsa della realtà

In prima nazionale a Romaeuropa Festival 2024 The Making of Berlin della compagnia BERLIN, che riflette sulla storia contemporanea e i sensi di...