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HomeComunicatiTeatro Studio Uno e Kopó cercano spettacoli per il 2014/2015

Teatro Studio Uno e Kopó cercano spettacoli per il 2014/2015

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Teatro Studio Uno e Kopó selezionano proposte per comporre la nuova stagione, qui le informazioni per partecipare

 

Teatro Studio Uno

E’ on line il bando per le selezioni della stagione 2014-15 del Teatro Studio Uno di RomaLa Casa Romana del Teatro Indipendente, che sotto la direzione artistica dell’Associazione Culturale “La Cattiva Strada” prosegue il suo percorso di promozione e sostegno alle realtà indipendenti del panorama teatrale off romano.

Il bando 2014-15 si rivolge a tutte le compagnie, gruppi o ai singoli artisti residenti o operanti nella Capitale, ricercando progetti innovativi e di sperimentazione, con un occhio di riguardo alla nuova drammaturgia, alle realtà emergenti e di nuova formazione. Per la stagione 2014-15 il Teatro Studio Uno propone 4 tipi di collaborazione: Residenze Artistiche, Stagione Teatrale, Scene Under 25 “Non è un teatro per giovani” e la Stagione Ragazzi.

Novità assoluta  è la proposta di collaborazione Scene Under 25 “Non è un teatro per giovani” che prevede la selezione di spettacoli, performance e progetti multidisciplinari, di compagnie, gruppi o singoli artisti in cui il 70% dei partecipanti non superi i 25 anni. Gli spettacoli selezionati faranno parte di un mese di programmazione dedicata, in cui il teatro ospiterà oltre agli spettacoli, laboratori e incontri con registi, attori e operatori del settore. Un mese rivolto ai giovani artisti e alla formazione, per una scena che sia davvero possibilità di crescita e di sperimentazione.

Anche per questa nuova stagione viene proposto il progetto di Residenze Artistiche volto allaproduzione di spettacoli site-specific, pensati, costruiti e realizzati per debuttare presso il Teatro Studio Uno, un’idea che cerca di aiutare la creazione di lavori inediti e originali mettendo a disposizione 100 ore di prove gratuitedue settimane di repliche in cartellone, promozione e ufficio stampa dedicato.

Il bando prevede altri due tipi di collaborazione più classiche: la Stagione Teatrale e la Stagione Ragazzi. Le compagnie selezionate formeranno l’asse principale della programmazione delle due sale del Teatro Studio Uno affiancando le produzioni de “La Cattiva Strada”. 

La scadenza del Bando è fissata per il 20 agosto 2014.

Tutte le info sul bando www.lacattivastrada.com

 

Teatro Kopó ha già chiuso la stagione, ma cerca spettacoli fuori cartellone, qui le condizioni

FORMULE POSSIBILI:

70/30 con un minimo garantito di 70€ (70% alla compagnia e 30% al Teatro. SIAE a carico della compagnia con possibilità di delegare il Teatro allo svolgimento delle pratiche)
50/50 SPETTACOLO E APERITIVO con un minimo garantito di 100€ (SIAE a carico della compagnia con possibilità di delegare il Teatro allo svolgimento delle pratiche)
REPLICHE, DOTAZIONI E PUBBLICITÀ

3 giorni di messa in scena per un minimo di 3 rappresentazioni fino a un massimo di 4 (con possibilità di due spettacoli la domenica)
1 Mezza giornata di allestimento in orari da decidere con il personale.
dotazione tecnica luci, audio e video
personale di sala
Il Teatro seguirà e sponsorizzerà la pubblicità dell’evento sul proprio sito e su tutti quelli di settore disponibili; provvederà alla gestione dell’evento sui diversi social network e sull’app del Teatro tramite la quale è anche possibile prenotare e acquistare i biglietti; Renderà possibile l’acquisto on-line dei biglietti anche tramite sito del teatro; curerà l’invio della newsletter alla propria mailing-list. Stampa e distribuzione di materiale pubblicitario quali locandine o flyer non sono a carico del teatro.

vai alla pagina di iscriione, compila il form

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8 COMMENTS

  1. prima criticate i festival “50/50”, poi date spazio e pubblicate una ricerca di spettacoli “50/50”, com minimo garantito di 100 euro, per giunta fuori cartellone. mettetevi d’accordo tra di voi, per favore…

  2. hai ragione, chiedo scusa e proverò a essere più chiara: in forma succinta mi riferivo all’articolo con il decalogo sui bandi da evitare. l’incongruenza mi è balzata subito agli occhi.

    • Allora Adele, a parte che l’ultimo punto di quel decalogo è chiaramente un paradosso per porre l’attenzione su un problema, è chiaro che se a Roma dovessero seguire quel decalogo la maggior parte dei teatri non farebbe la stagione, ma poi nel caso specifico non abbiamo tirato le lodi di nessuno dei due bandi (Studio Uno o Kopò). Questo non è un articolo con una firma, è semplicemente un’informazione, una news… tra l’altro è anche interessante vedere le differenze tra i due teatri.

  3. il decimo punto a me non sembrava messo lì come un paradosso… come anche altri hanno fatto notare nei commenti.
    evidentemente non era così chiaro 😀

    però intanto grazie per questa risposta!

    non concordo però con la distinzione tra articolo firmato e semplice news, come se il rilancio di una news “promozionale” non dovesse in qualche modo riflettere i principi ai quali si rifà la testata: non andrebbe attuata una selezione anche in quel caso?
    e se, come giustamente dici tu, è interessante notare le differenze tra i due teatri (e perché solo tra quelli?), forse, dico forse, sarebbe interessante esplicitare, magari brevissimamente, il punto di vista della redazione.
    altrimenti il rischio è che possa parere che, in una qualche misura, la redazione appoggi indiscriminatamente e con la stessa forza entrambe le opportunità. (per esempio, io ho pensato questo)
    tutto qua

  4. Cara Adele, mi dispiace che vengano fatte sterili polemiche… se leggi bene, rimane a carico del teatro la pubblicità e sponsorizzazione dell’evento… intanto va precisato che si parla di “fuori cartellone” e se frequenti i teatri dovresti sapere come funzionano i fuori cartellone… solitamente paghi l’affitto e al teatro non interessa minimamente nulla dell’affluenza del pubblico… sui “fuori cartellone” il teatro solitamente non rischia assolutamente nulla… mi sembra che questo teatro, invece, non solo faccia anzitutto una selezione anche per i fuori cartellone, mantenendo pertando uno standard qualitativo, ma si faccia anche carico delle sponsorizzazioni… chiedere il minimo garantito di eur 70 o eur 100, a seconda della formula con o senza apertivo, non mi fa gridare allo scandalo… conosco peraltro i ragazzi che gestiscono questo bel teatro al “Quadraro” (zona assolutamente priva di iniziative di spessore artistico/culturale) e li ho visti in prima persona andare a fare volantinaggio sulla Tuscolana (anche per i fuori cartellone)…. non mi pare che a Roma siano presenti tante realtà che continuano a credere veramente nel teatro tanto da investire in prima persona ….prima di giudicare bisogna sempre toccar con mano…

  5. Gentilissima Adele,
    sono Francesca del Teatro Kopó, tengo a risponderti unicamente perché non vorrei si facesse confusione.
    Anzitutto hai ragione. Hai ragione, il minimo garantito per una compagnia e/o un attore che prova a vivere di questo mestiere è quanto di più triste possa esistere e noi, proprio perché sappiamo che vuol dire, ci abbiamo provato. L’anno appena trascorso ci ha visti impegnati nel garantire a tutti in cartellone e fuori cartellone un trattamento in percentuale secca, anche quando a investire nell’aperitivo o nella pubblicità siamo stati noi.
    Abbiamo scelto la formula 70/30 immagina il rischio che abbiamo corso noi, piccolo Teatro appena aperto senza l’ombra di nessun contributo pubblico o privato, in una zona sicuramente meno centrale degli altri. Abbiamo rischiato e abbiamo sbagliato. Ci siamo accorti che spesso, molto più spesso di quanto potessimo immaginare, le compagnie si sono completamente disinteressate al loro spettacolo credendo (o forse sperando) che noi, aperti da nemmeno un anno, riuscissimo a fare dei pienoni da stadio.
    Li abbiamo fatti i pienoni e ci siamo davvero sbattuti per farli, ma abbiamo anche dovuto supportare e sopportare una serie di imprevisti, disattenzioni e danni dovuti alla negligenza della compagnia. Non scendo nei particolari perché non è questa la sede adatta né devo giustificare alcuna scelta, soprattutto se queste scelte sono importanti per la sopravvivenza del nostro spazio.
    Il minimo garantito per i fuori cartellone è nato solo ed esclusivamente per questo, per garantire al Teatro una cauzione e la certezza che se a una settimana dallo spettacolo la compagnia dovesse dirci che «non crede nella pubblicità» o che «il tecnico luci pensavano fosse in dotazione del Teatro» noi almeno non ci avremo rimesso in luce, aria condizionata, bar, personale di sala e tempo (per la brutta figura con il pubblico ci stiamo attrezzando).
    Dico brutta figura con il pubblico perché, in meno di un anno di attività, siamo riusciti a creare un pubblico affezionato e se stiamo «scegliendo» anche i fuori cartellone mantenendo una linea pubblicitaria uguale per tutti (in e fuori cartellone) è proprio per questo, per il rispetto che portiamo al nostro pubblico che venendo anche in occasione di fuori cartellone potrà assistere a spettacoli degni di questo nome. Potremmo affittare, come fanno molti e tanti saluti! Adele, ti assicuro, se avessimo i soldi per poter far fronte a tutte le spese, dall’affitto alle bollette, noi saremmo i primi a investire fino in fondo su tutti gli spettacoli, fuori cartellone compresi.
    (Ho appena letto la risposta di Franco, che ringrazio, quindi non ho bisogno di sottolineare oltre che per i fuori cartellone investiamo meno, ma investiamo!)
    Detto questo preciso che il BANDO PER LA STAGIONE prossima, che si è chiuso a maggio, lo puoi consultare seguendo questo link così potrai farti un’idea più chiara del nostro tipo di investimento sulle compagnie in cartellone: http://www.teatrokopo.it/ricerca-compagnie-2014-2015-teatrokopo.html
    Per conoscerci, conoscere Kopó e il suo lavoro invece avrei piacere di averti a Teatro anche solo per un caffè e chiacchierare con te di come noi, piccoli Teatri, possiamo far fronte alle difficoltà di questa crisi economica e culturale che ci opprime.
    Infine ringrazio Andrea, che ha voluto divulgare la notizia della nostra ricerca e che ha saputo, ancora una volta, gestire i contraddittori con estrema intelligenza.

  6. Cari Franco e soprattutto cara Francesca… per prima cosa vi prego di scusarmi per il ritardo con cui rispondo… avevo smesso di seguire i commenti di questo articolo!
    Non ho nulla contro il teatro Kopò… non sono neanche di Roma. Anzi, sono CERTA, vista la situazione attuale, che lì come anche altrove si stiano facendo sforzi eroici per sopravvivere. Naturalmente Francesca ti sei sentita chiamata in causa, ma ti ringrazio perchè così posso specificare ulteriormente il mio pensiero.

    Quella che mi aveva lasciava perplessa era stata la decisione della redazione di pubblicare il vostro bando dopo il famoso decalogo anti-pagamento. Mi è immediatamente balzata all’occhio la contraddizione, ripetutasi ora con un altro bando, quello di benevento… Insomma, detta con parole veramente crude, pare che la redazione predichi “bene” e razzoli “male”: se tu non fossi coinvolta in prima persona, non sorprenderebbe pure te vedere dichiarato un principio e pochi giorno dopo vederlo disatteso?

    Se, come ogni testata che vuole porsi a un certo livello, viene operata una selezione alla fonte delle notizie da pubblicare, dei bandi da segnalare ecc., a me come lettrice fa storcere il naso che subito dopo una presa di posizione bella, chiara, netta, subito dopo si segnalino due cose quasi diametralmente opposte… o no?…

    Però forse non si fa più selezione alla fonte e si pubblica tutto per consentire comunque un dibattito. Anche questa sarebbe una scelta apprezzabile sotto il profilo etico-giornalistico (a mio modesto avviso). Specie se la si rendesse manifesta, proprio per evitare reazioni come la mia.

    Non credo però che sia questo il caso, cioè mi pare di aver capito che una selezione ci sia. Siccome però non credo nella malafede a tutti i costi, ho voluto far notare ad Andrea, che mi ha risposto, che così, pur nella sua piena libertà di scelta, la testata rischia di perdere credibilità e affidabilità. Noi leggiamo e giudichiamo la testata per quello che pubblica, com’è giusto che sia.

    Spero di essermi spiegata meglio, questa volta : – )

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