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HomeArticoliErica Muraca tra poesia e documentario. Choose il Kopό

Erica Muraca tra poesia e documentario. Choose il Kopό

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Choose! Il lavoro mobilità l’uomo, al Teatro Kopò di Roma

 

choose erica muraca teatro kopo
foto www.teatrokopo.it

Ristoranti-pizzeria al tavolo, forni di pizza al taglio, kebaberie, forni con prelibatezze varie, pasticcerie, gelaterie. C’è una nuova apertura, l’hanno chiamata Selfie, una specie di self service del gelato, le persone sono fuori e si fanno le foto di fronte alla scritta “selfie”. Via Tuscolana, da metro Subaugusta a Numidio Quadrato, è una cartina di tornasole della crisi, termometro in tempo reale delle trasformazioni in atto: di negozi chiusi ce ne sono, saracinesche storiche abbassate con il cartello affittasi in bella mostra. Ne ricordo uno in particolare, se non erro si chiamava Drive in, era uno dei negozi di abbigliamento più frequentati della zona. Se le storiche boutique chiudono ecco all’arrembaggio i numerosi esercizi enogastronomici, sembra essere qui il vero segno di cambiamento. L’investimento passa obbligatoriamente per il cibo, di qualità naturalmente, che rispetti scelte e diete, ma che sia cibo.

Eppure c’è sempre qualcuno che cammina in direzione ostinata e contraria, qualcuno che addirittura ha investito in un teatro, sono giovani e folli e hanno aperto il Teatro Kopό, proprio nella zona del Quadraro. La prima stagione è al termine e già preparano una rassegna estiva. Cercano di creare un pubblico di affezionati, cosa tuttavia durissima. Più dura della pizza lievitata 48 ore o della pasticceria bio. Del Kopό abbiamo già parlato varie volte (leggi), è vero, ma in questo caso sembra che tali discorsi si leghino in modo naturale e immediato anche con lo spettacolo che potete trovare fino a domenica: Choose! Il lavoro mobilita l’uomo di e con Erica Muraca. Un’opera già apprezzata su altri palcoscenici romani e che con leggerezza e sincerità mette al centro del discorso il lavoro e i giovani. Elidendo la “y” che nel titolo porta alla mente l’infausta uscita della ministra Fornero, e sostituendola con la “e” Erica Muraca invita proprio a fare il contrario rispetto a quanto suggerito dalla Fornero, invita a non accontentarsi. Il titolo tanto diretto però si accompagna fortunatamente a uno spettacolo “problematizzato”, che si presenta come un monologo con brevi estratti audio e video: non ha la presunzione di dare niente per scontato, non è la solita satira dei costumi, non è un soliloquio arrabbiato. Per certi versi è un documentario, ma con i ritmi del teatro: nel video scorrono alcune immagini della protagonista mentre si prepara a uscire di casa, si intravede il luogo in cui vive, in audio invece una serie di risposte date da chi il lavoro lo cerca, oppure da chi l’ha trovato in un’altra epoca, o ancora da chi sta cercano di rinnovarsi. Questi strappi di realtà si alternano a una scrittura ricercata nelle sonorità poetiche e nelle scelte semantiche che va di pari passo con un certo piacere ludico con il quale lemmi e immagini sono incatenati gli uni alle altre. Ma anche nel gioco poetico Muraca non perde mai di vista il tema centrale, d’altronde lo spettacolo è un work in progress e la “replica” del 5 luglio (The Hub, San Lorenzo) nascerà ad esempio dopo un altro periodo di lavoro sul territorio, a contatto con le persone.

Anche se nel finale tra i sorrisi elargiti dall’autrice, sottotraccia, vi è quasi una spinta ottimistica, o almeno il consiglio sussurrato di credere nel cambiamento senza paura di sbagliare, di inseguire i sogni, lo spettacolo (che appartiene al più ampio progetto ORIENTA@TEATRO) cerca di dare una visione completa della prassi e dei sentimenti con cui un giovane della classe media deve scontrarsi nel momento in cui cerca un lavoro. Si comincia con l’attesa, inutile e straziante, al centro per l’impiego «Attendo, ecco il mio destino, attendo verso il nulla» e si sorvola il mondo variopinto ed eterogeneo dei giovani fuggiti all’estero, di chi è rimasto con l’idea in tasca che gli ha cambiato la vita, di chi sogna di fare l’imprenditrice e invece è costretta a fare la cameriera.

Choose, scegli! Francesca Epifani e Paolo Filipponi hanno scelto di aprire il Teatro Kopό, avrebbero potuto investire nell’ennesima pizza al taglio, in una gelateria bio, in un fast food etnico… Ai cittadini del Quadraro ora spetta la scelta di popolare questo piccolo presidio artistico, cibo per l’anima e la mente.

Andrea Pocosgnich
Twitter @andreapox

Teatro Kopό [cartellone], Giugno 2014, Roma

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CHOOSE!
Il lavoro mobilita l’uomo

Drammaturgia e Regia di Erica Muraca
Editingaudio di Francesco Santalucia

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Andrea Pocosgnich
Andrea Pocosgnichhttp://www.poxmediacult.com
Andrea Pocosgnich è laureato in Storia del Teatro presso l’Università Tor Vergata di Roma con una tesi su Tadeusz Kantor. Ha frequentato il master dell’Accademia Silvio D’Amico dedicato alla critica giornalistica. Nel 2009 fonda Teatro e Critica, punto di riferimento nazionale per l’informazione e la critica teatrale, di cui attualmente è il direttore e uno degli animatori. Come critico teatrale e redattore culturale ha collaborato anche con Quaderni del Teatro di Roma, Doppiozero, Metromorfosi, To be, Hystrio, Il Garantista. Da alcuni anni insieme agli altri componenti della redazione di Teatro e Critica organizza una serie di attività formative rivolte al pubblico del teatro: workshop di visione, incontri, lezioni all’interno di festival, scuole, accademie, università e stagioni teatrali.   È docente di storia del teatro, drammaturgia, educazione alla visione e critica presso accademie e scuole.

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