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HomeProgrammazioneCartelloni TeatriStagione 2013 - 2014 Teatro i di Milano

Stagione 2013 – 2014 Teatro i di Milano

STAGIONE 2013/2014
TEATRO I DI MILANO
AL MACELLO

venerdì 27 settembre 2013, ore 21.00
apertura della stagione 2013-2014 di Teatro i
SONGS FOR DRELLA
Omaggio a Andy Warhol di Lou Reed e John Cale
un progetto di Aldo Nove e Federica Fracassi
elaborazioni musicali di Carlo Boccadoro
piano Carlo Boccadoro
viola Piercarlo Sacco
con Alessio Bertallot – Camillas – Cosmo – Milena Costanzo – Gianluca De Col – Federica Fracassi – Luca Gemma – Giuseppe Genna – Cristiano Godano – Andrea Labanca – Aldo Nove – Marco Philopat – Valentina Picello – Sarah Stride

Dopo la morte di Andy Warhol, avvenuta nel 1987, Lou Reed e John Cale cominciarono a lavorare a uno spettacolo musicale a lui dedicato e che raccontasse la sua vita. Il risultato fu Songs for Drella, registrato dal vivo nel 1989 e pubblicato come album e video l’anno successivo. Songs for Drella ripercorre in modo molto preciso, con nomi e luoghi e date, gli eventi della vita di Andy Warhol sullo sfondo della cultura americana della seconda metà del secolo scorso. In occasione dell’esposizione dedicata a Warhol a Palazzo Reale abbiamo pensato di aprire la stagione di Teatro i con un omaggio a questo artista maiuscolo, un omaggio interdisciplinare nella natura delle nostre proposte, che coinvolge musicisti, artisti, attori della città di Milano. Un evento unico e pieno di energia che dia slancio all’Autunno Americano (rassegna di eventi organizzata dal Comune di Milano) ma anche e soprattutto all’autunno milanese, in un momento sempre più critico per il nostro fare cultura. Una festa, un’occasione leggera e d’incontro culturale che diventa una narrazione condivisa tra vecchie e più giovani generazioni.
Il nostro progetto consiste nell’esecuzione live dell’intero album Songs for Drella. Carlo Boccadoro al piano, accompagnato da altri musicisti, eseguirà le musiche dei quindici brani cantati e/o letti da esponenti di rilievo della cultura milanese, così che ognuno di essi offra il suo contributo al genio di Pittsburgh.

2-7 ottobre 2013
Pierfrancesco Pisani e OFFRome in collaborazione con Infinito s.r.l.
HANNO TUTTI RAGIONE
tratto dal testo di Paolo Sorrentino (ed. Feltrinelli)
con Iaia Forte
musiche di Pasquale Catalano eseguite da Fabrizio Romano
scene Equipe di Scena/Napoli – elementi scenici Katia Titolo
aiuto regia Carlotta Corradi
disegno luci Paolo Meglio
foto di scena Rocco Talucci

Iaia Forte veste i panni di un uomo: Tony Pagoda l’antieroe cantante di successo cocainomane e disperato del romanzo di Paolo Sorrentino Hanno tutti ragione edito da Feltrinelli. Lo spettacolo è concepito come un concerto, in cui i pensieri del cantante nascono nell’emozione di esibirsi davanti a Frank Sinatra, al Radio City Music Hall. In una sorta di allucinazione del sentire provocatagli dall’alcool e dalla cocaina, Pagoda, mentre canta, è attraversato da barlumi di memoria, illuminazioni di sé, “struggenze” d’amore, sarcastiche considerazioni partorite tra le note delle canzoni, dove la musica che accompagna la performance dialoga con le parole stesse usate come una partitura. “L’idea di mettere in scena il protagonista del romanzo di Sorrentino mi è venuta per innamoramento. Avevo letto in pubblico due capitoli del libro a Fiesole, e il piacere di incarnare Tony Pagoda e di dare suono alla bellissima lingua del libro è stato tale, che mi ha fatto desiderare di farne uno spettacolo. Questo cantante cocainomane, disperato e vitale, è una creatura così oltre i generi che può essere, a mio avviso, incarnato anche da una donna. Mi piace immaginare che il ghigno gradasso di Pagoda nasconda un’anima femminile, una “sperdutezza”, un anelito ad un’ “armonia perduta”.
Iaia Forte

martedì 1 ottobre 2013 – ore 18.00
INCONTRO CON IAIA FORTE
presso la libreria Feltrinelli di Via Manzoni 1216

16-28 ottobre 2013
(SPETTACOLO INSERITO IN INVITO A TEATRO)
Teatro i
ULTIMA NOTTE MIA. Mia Martini. Una vita.
un monologo di Aldo Nove
con Erika Urban
progetto e regia Michele De Vita Conti
assistente alla regia Valentina Gamna
direzione tecnica Anna Merlo
in residenza al TeatroLaCucina / Olinda Onlus

Mia Martini è stata trovata riversa sul suo letto, le cuffie ancora sulle orecchie, una mattina del Maggio 1995. Stava lavorando a una sua canzone. Moltissime cose si son dette sulla sua morte. Poche vere o plausibili ma tutte clamorose. Pur senza ignorarle, non è certo la ricerca di una qualche verità o di una soluzione di un giallo che ci anima. La vita di Mia Martini è un esempio raro, se non unico, di come l’ignoranza e l’invidia possano distruggere non solo la carriera di una persona, ma la persona stessa.
“Mi chiamo…”, il libro di Aldo Nove a lei dedicato ed edito da Skira a Febbraio del 2013, è già di per sé scritto come un monologo. Un testo dolce e malinconico nel quale la malinconia non è sinonimo né sintomo di pigrizia, ma memoria di una grandissima vitalità che è andata estinguendosi. Questo, forse, possiamo raccontare teatralmente: lo spegnersi poco a poco di una vita gigantesca.

21 novembre-9 dicembre 2013
(SPETTACOLO INSERITO IN INVITO A TEATRO)
Teatro i
SOLO DI ME. Se non fossi stata Ifigenia sarei Alcesti o Medea.
di Francesca Garolla
regia di Renzo Martinelli
con Valentina Picello, Paola Tintinelli, Anahì Traversi
C’è qualcosa di ridondante e misterioso in tutte quelle riflessioni che hanno come fulcro la femminilità, che, non a caso, è stata centro e motore di ampia letteratura e saggistica, poesia e teatro. Se le donne sono state spesso in minoranza, nel tentativo di realizzare la loro potenzialità creativa, altrettanto spesso sono state protagoniste epocali e indiscusse dell’arte, in tutte le sue forme. I personaggi femminili segnano il tempo in cui nascono: uno stuolo di donne ha riempito lo spazio scenico, le librerie e la nostra memoria di lettori e spettatori. Se con difficoltà hanno conquistato il loro essere soggetto nella realtà, le donne, con estrema e complementare facilità, sono state oggetto principe della fiction.

13-18 dicembre 2013
uno spettacolo di Andrea Adriatico per Teatridivita
L’OMOSESSUALE O LA DIFFICOLTÀ DI ESPRIMERSI
di Copi
con Anna Amadori, Olga Durano, Eva Robin’s
e Maurizio Patella, Saverio Peschechera, Alberto Sarti
scenotecnica e luci Carlo Quartararo
costumi Valentina Sanna
scene Andrea Cinelli
organizzazione Monica Nicoli
grazie a Stefano Casi

“ad Alfredo Ormando, agli amici russi pestati e imprigionati, a tutti quelli che…” In Cina! In Cina! In Cina! Sembrano lontane parenti delle tre sorelle di Cechov… Eppure sono tre decadenti e decadute gran signore (o signori?) autoesiliate in una Siberia da cui non riescono a uscire, assediate da lupi affamati… Sono Irina, la Madre e la signora Garbo, tutte in corsa verso qualcosa, in un caleidoscopico delirio. L’omosessuale o la difficoltà di esprimersi è uno dei testi più travolgenti di Copi. La commedia è un inesauribile accavallarsi di colpi di scena che ogni volta modifica completamente ogni riferimento, a cominciare da quello sessuale. E’ il trionfo del delirio transgender e psichedelico, che esplode in una graffiante comicità. Si ride di cose atroci, mentre il mondo alla deriva rappresentato in quella capanna nella steppa assomiglia sempre più al nostro mondo scardinato. La strampalata storia di Irina e della Madre, sempre in procinto di partire per un altrove che non esiste, mentre ricevono la visita di personaggi come loro, senza un’identità e un sesso definitivi, è una vera cavalcata nella più sfrenata fantasia. Un’umanità dove “la difficoltà di esprimersi” ha l’immagine atroce delle mutilazioni: fisiche, umane, sociali.

17 gennaio-3 febbraio 2014
(SPETTACOLO INSERITO IN INVITO A TEATRO)
Teatro i in coproduzione con Compagnia AstorriTintinelli
I GIORNI FRAGILI DI ADAMO ED EVA
di e con Alberto Astorri e Paola Tintinelli
collaborazione drammaturgica Simone Faloppa
disegno luci Luigi Biondi
in collaborazione con Associazione La Corte Ospitale

“Noi siamo i discendenti di un’antica famiglia del pianeta Eden. Il tempo è un abisso, profondo come lunghe e infinite notti. I secoli vengono e vanno, ma non avere il coraggio di cambiare è terribile. La morte non è il peggio. Ci sono cose molto più terribili della morte. Riesci ad immaginare?”
Ci siamo immaginati di collegarci a quella coppia aggravata da un’incrinatura insediata nei suoi organi, preda vana dei rimpianti. Da allora quell’incrinatura li costringe a vivere sempre lo stesso giorno, il giorno del ricordo incrostato alla ricerca del balsamo dell’oblio.
Tra una cena reiterata, un gioco ammazza tempo e la visione di un film, i nostri Adamo ed Eva vivono in un giardino dell’anima, una sorta di luogo aperto ma appartato, in cui tutto ciò che accade suggerisce metafore della vita psichica di una coppia. Si riconoscono, discutono del caso che li ha fatti incontrare, si desiderano, si donano, si trascurano e si perdono sperimentando la fragilità del vivere. Sembra una lunga storia la loro, dove è necessario reinventarsi per sfuggire alla trappola dell’abitudine che svuota
inesorabilmente il segno senza fine della creazione.

5-10 febbraio 2014
produzione UddU
TANDEM
ideazione e regia Sabino Civilleri e Manuela Lo Sicco
con Manuela Lo Sicco e Veronica Lucchesi
testo di Elena Stancanelli
spazio musicale Davide Livornese
luci Cristian Zucaro
disegno e costruzione tandem Mario Petriccione
posa in aria tandem Stefano Pasquali – La Moto 34 Roma
distribuzione terzo paesaggio
supporto alla produzione ExKarcere Csoa di Palermo
in collaborazione con Santabriganti-Scenica Festival – Festival dell’Incanto – Associazione Demetra

Il tandem è un oggetto che tiene due corpi in equilibrio, inchiodato su un fulcro centrale. E’ una macchina del tempo. Pedalando sul tandem si attraversano spazi che sono tempi e persone che sono ricordi. Oggi è un giorno sospeso sull’orlo di qualcosa. Tutto intorno si combatte. La gente urla tra le lacrime per le strade, manifestando il proprio dissenso, divisa tra black block e mani bianche. La ribellione è energia e azione. La lotta, un mezzo per cambiare il mondo. Le due ragazze che pedalano sul tandem sono sospese sull’orlo di qualcosa.
Il tandem è una macchina paradossale, concepita per il movimento ma costretta nella scena all’immobilità. Questa sua condizione produce un’inversione dell’ordine: tutto quello che è stato potrebbe ancora succedere, quello che io sono potrebbe essere l’altro, quello che io voglio potrebbe non essere giusto, il luogo dove voglio andare potrebbe non essere quello che trovo. Di fronte all’abisso, uno dei mille abissi possibili, pedalano senza sapere in quale direzione. Dove vanno le due ragazze?
Sabino Civilleri e Manuela Lo Sicco

19-24 febbraio 2014*
produzione E/Fanny & Alexander
DISCORSO GRIGIO
ideazione Luigi De Angelis e Chiara Lagani
drammaturgia Chiara Lagani
progetto sonoro The Mad Stork
regia Luigi De Angelis
con Marco Cavalcoli
annunciatrice Chiara Lagani
registrazioni Marco Parollo
abito di scena Tagiuri Abbigliamento
oggetti di scena Simonetta Venturini
maschera Nicola Fagnani

Secondo l’agenzia di stampa ufficiale il Presidente si rivolgerà alla Nazione. Non è certo la prima volta, nella Storia, che un Presidente parla a un paese. Ecco. Il Presidente parlerà. Cosa c’è di strano? Che accadrà? Chi saprà riconoscere la sua voce capirà. Discorso Grigio esplora le forme e le retoriche degli interventi politici ufficiali. Giocando con i luoghi comuni dell’oratoria politica ed esaltando le potenzialità di una parola calata in una drammaturgia intrecciata e volutamente sorprendente, Marco Cavalcoli, già virtuoso interprete del ventriloquo Mago di Oz, incarna qui in chiave concertistica un misterioso Presidente alle prese, tra i tanti riverberi passati e presenti di una memoria storica incancellabile, con un importante discorso inaugurale da pronunciare alla Nazione. Grigio è il colore della mescolanza perfetta di ciò che è bianco e ciò che è nero. E’ la differenza indifferenziata. Se il Discorso fosse un soffio, una temperatura, una bestia o un sentimento sarebbe grigio, appunto, ché, come recita il dizionario delle etimologie, è “scuro con alcuna mescolanza di bianco. Per lo più si dice di pelo o di penne”…

19-24 febbraio 2014 *
produzione E/Fanny & Alexander
DISCORSO GIALLO
ideazione Luigi De Angelis e Chiara Lagani
drammaturgia Chiara Lagani
progetto sonoro The Mad Stork
regia Luigi De Angelis
con Chiara Lagani
sound editing Sergio Policicchio
costumi Chiara Lagani e Simonetta Venturini
maschere Nicola Fagnani
in collaborazione con Solares delle Arti – Teatro delle Briciole

Discorso Giallo si pone alcuni interrogativi sulla delicata questione della TV pedagogica. Buona o cattiva maestra TV? Dalle primitive istanze, orientate al recupero dell’analfabetismo e delle carenze scolastiche, fino al palcoscenico dei buoni sentimenti in cui i bambini, tra aneddoti e canzoncine, son fatti spettacolo di simpatia e di stupore per adulti e famiglie, fino alla proposta agonistica e meritocratica del talent show (Amici), Chiara Lagani incarna qui, in chiave concertistica, la metamorfica figura fusa di un emblematico adulto/bambino, allievo/maestro/conduttore, soggetto e oggetto di alcuni famosi programmi televisivi intrecciati e sovrapposti, attraversando alcune note figure televisive: il maestro Alberto Manzi di Non è mai troppo tardi, Sandra Milo e i suoi Piccoli fans, fino a Maria De Filippi. Giallo come la coercizione, il divieto: giallo è il cartellino dell’arbitro che ammonisce, gialle sono le strisce sull’asfalto che interdicono la sosta. Giallo-lavori in corso, indizio di zone proibite. Giallo-semaforo: attesa, limbo. Acido e luce. Giallo è un bagliore che a tratti inonda la stanza, a volte buia, dei sistemi umani pieni di possibilità e atroci contraddizioni.

* Discorso Grigio e Discorso Giallo
sono programmati tra il 19 il 24 febbraio
secondo un particolare calendario

5-10 marzo 2014
Associazione Teatro C/R – Fattore K. – Olinda Onlus
Danae Festival/Progetto Ares
ANNE SEXTON CLEANING THE HOUSE
un progetto di Milena Costanzo
adattamento e creazione testi di Milena Costanzo e Gianluca De Col
con Milena Costanzo e Gianluca De Col
assistenti Riccardo Calabrò, Viola Marietti e Alessandra Ventrella

“Piccola bambolina, / vieni qui da papino. / Siedi sulle mie ginocchia. / Ho baci per il retro del tuo collo.” “ Molte ragazze / avevano vecchie zie / che le chiudevano in uno studio / per tenere lontani i ragazzi. / Avrebbero giocato a ramino / o si sarebbero distese sul divano / toccandosi e toccandosi ancora.”
Anne Sexton – dalla raccolta Trasformazioni

Anne Sexton è stata la poetessa americana più scandalosa degli anni Sessanta, fra le prime a parlare del corpo delle donne e delle loro nevrosi, senza però riuscire a liberarsi delle proprie. Bella e maledetta, depressa ed euforica, sposata e carica di amanti, casalinga ossessiva e creatura lussuriosa, dotata di un incrollabile senso dell’umorismo. Diventata ormai una celebrità e chiamata ovunque a leggere le sue poesie in pubblico, si uccide nell’autunno del 1974.
America anni ’70. Mentre in tutti i campi artistici si cercano nuove forme di linguaggio, Anne Sexton distrugge quella che aveva appena creato. Le sue ultime poesie sono prive di forma, lunghi soliloqui che contengono di tutto. Uno dei suoi ultimi libri è Trasformazioni, una raccolta di poesie tratte dalle favole che contiene la parte più oscura e terribile della vita della poetessa. In tutte le favole ci sono antidoti ai veleni, ci sono porte che conducono in altri mondi e strade che portano lontano dall’oscurità. “Anne Sexton sa che non si può salvare”, ma continua a cercare “la chiave d’oro” di quelle porte.

19-24 marzo 2014
InBalìa
GENESI 4,1
un progetto di e con Gaetano Bruno e Francesco Villano

Due “figure” si ritrovano in quel “luogo” eletto, tempo prima, oasi d’avventura, per sentirsi al riparo dal mondo. Due “bambini” ricominciano a giocare nella stessa “tana” dell’infanzia che ha sancito la loro alleanza. Due “fratelli” si prenderanno un tempo per dirigersi verso quella separazione che cambierà per sempre la vita di entrambi. Li vedremo timorosi all’inizio, spaesati l’uno negli occhi dell’altro. Ma ripercorrendo gradualmente i soliti rituali, si abbandoneranno ben presto ai divertimenti già noti fortificando a ogni risata il loro sodalizio. La diffidenza iniziale cederà il passo al riconoscimento di sangue e gioco dopo gioco i due confermeranno il loro affetto.
Si vogliono bene, e come non potrebbero, sono fratelli. Cresciuti in armonia e complicità, provando a catturarsi chissà quante volte in quelle terre sconfinate che hanno accolto le loro grida, le loro gioie, le loro paure. Ma c’è adesso, nei loro sguardi, una strana luce che offusca il sentimento d’amore. Un
riverbero che nessuno dei due ha mai colto prima negli occhi dell’altro.
Gaetano Bruno

2-7 aprile 2014
Associazione Culturale Gruppo Danny Rose
STABAT MATER
di Antonio Tarantino
adattamento di Stella Savino e Fabrizia Sacchi
regia di Luca Guadagnino e Stella Savino
con Fabrizia Sacchi
Fabrizia Sacchi, sola in scena per un’intera ora, interpreta il delirio appassionato e
intenso e il lamento straziante di Maria Croce, ragazza madre meridionale nella periferia
di una Torino ferita e degradata, all’inizio degli anni ’90.
Il testo è un flusso continuo di parole ininterrotte che raccontano della disperazione e
del calvario di una madre che tenta contro tutto e contro tutti di salvare la vita al figlio,
finito in galera per motivi politici.
Maria Croce è una donna emarginata, una madre reietta, vinta dalla vita, una vittima, sì,
che però si dimena come un animale colpito a morte, un animale in pena che prega
senza fiato, e che fino all’ultimo rifiuta di darsi per vinto.
Tratto dal testo originale di Antonio Tarantino (Premio Riccione nel 1993) lo Stabat
Mater torna in scena in un’originale versione in dialetto napoletano.

11-14 aprile 2014
Babilonia Teatri
LOLITA
di Valeria Raimondi ed Enrico Castellani
con la collaborazione artistica di Vincenzo Todesco
con Olga Bercini
e con Babilonia Teatri
luci e audio Babilonia Teatri/Luca Scotton
organizzazione Alice Castellani
grafiche/elaborazione video Franciu
foto Marco Caselli Nirmal e Sara Castiglioni
produzione Fondazione Campania dei Festival – Napoli Teatro Festival Italia
in coproduzione con Babilonia Teatri
con il sostegno di Operaestate Festival Veneto
residenza artistica Cà Luogo d’Arte

Lolita è prima di tutto l’incontro con Olga, una bambina di undici anni che ha accettato la nostra proposta di fare uno spettacolo insieme. Volevamo raccontare la ricerca di un’identità da parte di una bambina, il suo bisogno d’amore e la violenza del nostro mondo. Lolita è uno spettacolo che prosegue la nostra ricerca di lavoro con le persone. Olga porta sul palcoscenico la sua autenticità, senza il filtro della finzione e con la forza del suo candore.
Lolita è un sogno. Un brutto sogno. Un incubo. Sono pensieri e segreti consegnati a un diario.
Pensieri di una ragazzina che corre che salta che cammina sul filo.
Una ragazzina che ha pensieri di donna.

7-21 maggio 2014
Associazione Teatro C/R in coproduzione con Fattore K. e Olinda Onlus
in residenza a Teatro i
BEING NORWEGIAN
di David Greig
regia di Roberto Rustioni
con Elena Arvigo e Roberto Rustioni
luci e scene Paolo Calafiore
costumi Gloriana Manfra
organizzazione Irene Ramilli
aiuto e consulenza Marta Gilmore, Margaret Rose
Si ringrazia per la collaborazione Alessandra Salamida

Una notte, in Scozia, ai nostri giorni. Un uomo di circa quarant’anni e una donna sui trenta si incontrano per caso. Sean accoglie Lisa nel suo caotico appartamento: si sono conosciuti poco tempo prima in un pub.
Uno spazio e un tempo che sembrano sospesi in una realtà quotidiana ruvida e dura. Nell’imbarazzo di quell’intimità non prevista, gli oggetti diventano degli appigli cui legare le frasi, per evitare quei secondi di silenzio che, nella legge delle nuove relazioni, sembrano a volte pesare come ore. L’incontro casuale di due individui in cerca della propria identità consente di immergersi negli stati d’animo irrequieti e turbolenti dell’uomo contemporaneo. L’atmosfera rende il grottesco quotidiano di tante situazioni comuni e mostra la complessità secondo cui si evolvono, nello spazio di un semplice dialogo notturno fra un uomo e una donna, le distanze, gli avvicinamenti e il magnetismo dei caratteri.
Il testo di David Greig, giovane autore scozzese contemporaneo descritto come uno dei drammaturghi più interessanti e audaci della sua generazione (Daily Telegraph), crea attraverso l’espositiva sincerità dei dialoghi una trasparenza emotiva che attira immediatamente l’amicizia e la muta confidenza del pubblico.

4-9 giugno 2014
Fattore K. – PsicopompoTeatro
MUSICA ROTTA
Signorine porteñe – Lùisa – Luce del mattino in un abito marrone
Tre pezzi brevi, due monologhi e un quasi-dialogo
di Daniel Veronese
traduzione e regia di Manuela Cherubini
con Luisa Merloni, Marco Quaglia, Patrizia Romeo

“Perché un’immagine trasmette direttamente al sistema nervoso e un’altra, invece, ci racconta la storia tramite il cervello?”
Francis Bacon

L’opera di Veronese permette il transito attraverso il mistero. Non ha bisogno di spiegare. Il grande tema della contemporaneità, che Veronese incarna perfettamente, è la sopportazione del mistero, non da un punto di vista religioso, ma laico, un mistero senza dio, il mistero che appare dietro la rottura della grande illusione, della religione della ragione, della grande storia, di ciò che organizzava tutto. Se c’è una cosa che l’uomo della modernità non tollera è il non sapere. Veronese riesce a catturare quest’idea: le cose accadono, ma possono non essere comprese. In questo senso la sua opera è affine alla pittura contemporanea. Cos’è, non si capisce, cosa sono, sono macchie, un’impressione visiva: Kandinsky, Klee, Bacon…
Presentiamo i tre testi brevi che compongono Musica rotta. Sono tre pezzi distinti, legati da vincoli sotterranei, alcuni segreti, ma sempre aperti sull’abisso del mistero che avvolge ogni azione quotidiana, semplice nel suo apparire, mostruosa nel suo svolgersi, evolversi, ingigantirsi, deformarsi.
Manuela Cherubini

info su www.teatroi.org

EXTRA

FABULAMUNDI. Playwriting Europe
Per la stagione 2013-2014 Teatro i è partner italiano di Fabulamundi, con il Festival delle Colline Torinesi e Short Theatre. Nel mese di giugno, in date da definirsi, verranno presentate due letture sceniche alla presenza degli autori provenienti dai paesi europei
coinvolti.
FABULAMUNDI. Playwriting Europe è dedicato alla drammaturgia contemporanea, ai traduttori, agli autori e ai loro testi: l’obiettivo è quello di creare un territorio comune per la costruzione di una drammaturgia
europea, attivando un discorso critico sulle scritture teatrali contemporanee, attraverso una piattaforma di confronto e scambio tra le drammaturgie nazionali e le diverse tipologie di messa in scena, per individuare differenze e punti di contatto. I partner di progetto hanno individuato 51 nomi di autori provenienti dai diversi paesi coinvolti, ai quali è stato chiesto di proporre un loro testo che rispondesse al tema di progetto.

The dangerous opportunity
Ogni partner sceglie alcuni tra i testi stranieri proposti – che vengono tradotti nella lingua del paese – e individua registi e attori locali ai quali affidare la realizzazione di letture o mise en espace.
Per avviare e sostenere un processo di conoscenza e approfondimento intorno alla circuitazione dei testi, in occasione di ogni evento gli autori dei testi sono invitati ad incontrare gli artisti che lavorano sulla mise en espace, a tenere incontri con il pubblico e masterclass rivolte agli studenti delle scuole di teatro o delle Università. Inoltre il sito fabulamundieurope.eu – costruito nelle 5 lingue dei paesi partner e in inglese – ospita le informazioni sugli autori, con biografie ed estratti dei loro testi e un blog di discussione e diario di bordo.

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