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Napoli Teatro Festival 2010: in programma un fiume di spettacoli

ramblas-napoli-teatro-festival-2010Quanto tempo occorre per raccontare una storia? Quanto tempo siamo
disposti a concederci per seguire una storia?
Peter Stein invita il pubblico per il tempo di una intera giornata, per rivivere con uno splendido ensemble di attori il più moderno capolavoro di Dostoevskij. Ai personaggi di Robert Lepage occorrono nove ore per raccontare, in quattro lingue, una storia che si sviluppa nell’arco di settant’anni. Gaetano Ventriglia offre ai personaggi di Delitto e Castigo due giorni, una notte e la scena reale dei vicoli dei Quartieri Spagnoli; i destini opposti di due giovani napoletani, dal romanzo di Petrella, si raccontano in tre giornate. A Manuela Cherubini e a Rafael Spregelburd serve invece un’ora al giorno, per venti giorni consecutivi, per intrecciare tutte le vicende degli oltre cento personaggi della prima “teatronovela” europea. (Renato Quaglia – direttore artistico e organizzativo Napoli Teatro Festival Italia)

Il tempo, la durata della storia e della performance, in un iperbolica espansione, sembrano essere una delle caratteristiche principali del Napoli Teatro Festival 2010, in contrasto totale con la sintesi proposta all’ultimo Festival di Santarcangelo, dove nella programmazione di Chiara Guidi si alternavano studi e performance che non andavano oltre la mezz’ora (è d’altronde il tempo dei bocconcini culturali offerti dalla televisione e dai new media), in questo contesto dove tutto sembra accelerare a più non posso, l’operazione di estensione temporale dell’evento teatrale protagonista in questo festival partenopeo, è un’interessante contrasto.

Le operazioni evidenziate da Renato Quaglia nell’incipit di questo articolo sono rischiose (forse troppo) e difficilmente potranno essere riproposte, però allo stesso tempo se funzioneranno porteranno gli stabili a porsi una domanda: perché non presentarli nella stagione? Perché non rischiare?

Plane Food Cafe - Richard DeDomenici - Foto di Niall Walker
Plane Food Cafe – Richard DeDomenici – Foto di Niall Walker

L’altra stella polare che guida l’ispirazione di questa terza edizione del festival può apparire popolare o più maliziosamente populista: il calcio. E invece in un contesto come quello attuale dove il marketing e la comunicazione sono tutto in un insieme di interconnessioni globalizzanti, sfruttare la coda emozionale e comunicativa dei mondiali di calcio in Sud Africa può risultare determinante e funzionale alla riuscita dell’evento, ecco allora lo spettacolo di teatro-danza di Haris Pasovic, Football, Football imperniato tutto attorno quello che è forse lo sport più popolare del mondo e un concerto-evento dedicato al mito per eccellenza: Maradona.

L’impronta internazionale e fortemente produttiva, caratteristica comune a ogni edizione di questo Avignone nostrano, si evidenzia anche nell’anteprima di Robert Lepage del suo Lypsich dove è la voce ad essere protagonista nelle 9 ore di spettacolo che si terranno alla ex-birreria nella periferia nord di Napoli il 29 e 30 maggio.

E se credevate che I demoni di Peter Stein (chiaramente presente nella rassegna partenopea) fosse uno spettacolo troppo lungo, allora non avete ancora visto niente, altra produzione fiume del Napoli Teatro Festival sarà infatti Bizarra, soap opera teatrale di Rafel Spregerbuld, questi i numeri dell’evento diretto da Manuela Cherubini: venti puntate, trenta ore di spettacolo e quarantacinque attori. E qui forse bisognerebbe fermarci e riflettere: capisco la volontà di creare qualcosa che rimanga nella storia, qualcosa di faraonico, ma non vi sembra esagerato? Chi riuscirà a vedere tutto il progetto? Quale teatro potrebbe acquistarlo? Si spera in qualche festival internazionale di grande portata? I temi però, un intrecciarsi di storie sulla Buenos Aires del 2003, ovvero una metropoli in ginocchio e il solito coraggio (la caratteristica più affascinante di questa manifestazione) di affidare questa mega produzione a un giovane talento come Manuela Cherubini (regista di Pisicopompo Teatro) alimentano comunque la curiosità sul progetto.

In un festival tutto da scoprire, pieno di novità, c’è spazio anche per un lavoro su Teorema di Pasolini, una videoinstallazione del Singaporiano Ming Wong, un Romeo e Giulietta con la Compagnia Teatrale Europea (creata proprio dal NTF) diretta dal regista Alexander Zeldin e dal drammaturgo Hussein Omar nel quale le tensioni tra le famiglie shakespeariane diventano le dinamiche tra i popoli europei ed extraeuropei; come non citare inoltre il Delitto e Castigo di Gaetano Ventriglia che si estenserà nel tempo di due giorni e nell’intero e affascinante spazio dei Quartieri Spagnoli; oppure la sperimentazione 3D (la quale di primo acchitto non può che lasciarci perplessi oltre che incuriositi: il teatro non è già in tre dimensioni?) di Benedetto Sicca su un’opera prima di Arianna Giorgia Bonazzi, Les adieux.

Me (Mobile/Evolution) - Claire Cunningham
Me (Mobile/Evolution) – Claire Cunningham

E poi ancora ospiti internazionali partendo dalle coreografie di Claire Cunningham e le sue grucce sospese in Me (Mobile/Evolution), gli acrobati, clown e funamboli di Zimmermann & De Perrot con Öper Öpis, la performance terapia di Ant Hampton, dalla Francia Michel Didym con Le tigre bleu de l’Euphrate, lo spagnolo Gustavo Tambascio con uno spettacolo su Frankenstein, fino ad arrivare al progetto spettacolo/site-specific Nuits de pleine lune con la regia di Patrick Palmero su testi di Maupassant, Poe, Lovecraft e altri maestri dell’orrore; e ancra El Avaro, il classico di Molière rivisitato da Jorge Lavelli e José Ramón Fernández; performance iperrealistica di denuncia degli sprechi della società dei consumi è invece Plane Food Cafe di Richard DeDomenici, dove l’artista ripropone l’esperienza di un volo di linea; il giovene coreografo argentino Rodrigo Pardo porta in scena, o meglio in vetrina, il suo Tango Toilet, un’erotica danza all’interno di una toilette ricostruita nel centro della città; tornano infine al festival partenopeo i cileni della compagnia TeatroCinema (presentarono alla prima edizione Sin Sangre) e Matthias Langhoff con Cabaret-Hamlet.

Brat (Fratello) - Cantireri Teatrali Koreja
Brat (Fratello) – Cantireri Teatrali Koreja

Per quello che riguarda gli artisti italiani, oltre a quelli già citati, troviamo con piacere Lisa Ferlazzo Natoli e il suo Ascesa e rovina della città di Mahagonny, var. 1 Passaggio a Napoli, dove la metropoli partenopea diventa metafora della città brechtiana; e poi Cantieri Teatrali Koreja per la regia di Salvatore Tramacere con il progetto multiculturale Brat (Fratello); il progetto «cinemateatrotelevisivo» su un testo di Manlio Santanelli e la regia di Serena Sinigaglia, Napoli non si misura con la mente; da seguire sarà anche La fabbrica dei sogni creato nella drammaturgia e nella regia da Davide Iodice a partire dai racconti degli ospiti del Dormitorio Pubblico di Napoli; ne La città di fuori / La città di dentro di Angelo Petrella, Mario Gelardi, Giuseppe Miale Di Mauro e la regia di Mario Gelardi e Giuseppe Miale Di Mauro, si intercciano storie di giovani rivoluzionari e nascenti boss della criminalità; Claudio di Palma curerà invece la lettura scenica del testo che il Napoli Teatro Festival ha commissionato all’irlandese Colum McCann un dramma ambientato nei quartieri popolari; ma saranno anche gli italiani a tornare sui classici, ecco allora di nuovo Molière, qui nella lettura del direttore artistico di Punta Corsara Emanuele Valenti che porta in scena Il Signor di Pourceaugnac. Sempre tra gli italiani il festival non si fa mancare qualche nome di spicco: Alessandro Gassman con il suo Immanuel Kant di Thomas Bernhard; Giancarlo Sepe con la storia di una famiglia del sud raccontata sulle note della musica argentina, Napoletango e Marco Baliani con La Repubblica di un solo giorno.

E questo è solo il programma di prosa, bisogna aggiungere i concerti (Napoli e Pergolesi, il già menzionato El Diego – Concerto n.10, Ute Lemper), l’arte di strada e le performance delle Ramblas (foto di aperura); il progetto l’attesa, ovvero una serie di testi commissionati ad autori come Milena Agus, Vincenzo Consolo, Ivan Cotroneo, Andrea De Carlo, Paolo Di Paolo, Dacia Maraini, Maria Pace Ottieri, Sandra Petrignani, Valeria Di Napoli alias Pulsatilla, Elisabetta Rasy sparsi e recitati per le strade e luoghi della città dove è l’attesa a consumarsi; e poi il festival parallelo organizzato dall’ Associazione Interno 5 e con il supporto di Punta Corsara, il Fringe, che quest’anno prevede 78 rappresentazioni di giovani artisti e gruppi. Gli argini di questo fiume teatrale si apriranno provvisoriamente il 29 maggio per l’anteprima rappresentata da Lipsynch di Robert Lepage, ma la piena comincerà il 4 giugno e avrà termine il 27.

Andrea Pocosgnich

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Andrea Pocosgnich
Andrea Pocosgnichhttp://www.poxmediacult.com
Andrea Pocosgnich è laureato in Storia del Teatro presso l’Università Tor Vergata di Roma con una tesi su Tadeusz Kantor. Ha frequentato il master dell’Accademia Silvio D’Amico dedicato alla critica giornalistica. Nel 2009 fonda Teatro e Critica, punto di riferimento nazionale per l’informazione e la critica teatrale, di cui attualmente è il direttore e uno degli animatori. Come critico teatrale e redattore culturale ha collaborato anche con Quaderni del Teatro di Roma, Doppiozero, Metromorfosi, To be, Hystrio, Il Garantista. Da alcuni anni insieme agli altri componenti della redazione di Teatro e Critica organizza una serie di attività formative rivolte al pubblico del teatro: workshop di visione, incontri, lezioni all’interno di festival, scuole, accademie, università e stagioni teatrali.   È docente di storia del teatro, drammaturgia, educazione alla visione e critica presso accademie e scuole.

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