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La Borto: al Crt di Milano Saverio La Ruina in scena fino al 21 marzo

saverio-la-ruina-la-bortoUn’occasione da non perdere per il pubblico milanese è l’opportunità di una musica che, dalle loro parti, passa con difficoltà: al Crt c’è un grandissimo ritorno, dopo il successo straordinario di Dissonorata, che gli è valso il premio Ubu 2009, Saverio La Ruina di Scena Verticale (premio Ubu speciale anche quest’anno per l’organizzazione del festival di Castrovillari Primavera dei Teatri) torna con La Borto, un altro monologo del sud, un’altra donna la cui dignità è vessata e negata; il suo ruolo è essere donna, alle condizioni del mondo che appartiene agli uomini maschi. Con straordinaria efficacia evocativa, il dialetto stretto calabrese e la grande presenza scenica di La Ruina offrono uno spettacolo davvero di grande spessore, che sarà in scena fino al 21 marzo 2010 nello spazio storico della ricerca italiana, quel Crt che dal 1974 s’è potuto pregiare della presenza artistica di grandi personaggi del teatro mondiale.

Dalla recensione apparsa su Lettera 22:

[…]La storia è di forte impatto emotivo, ed è facile anche dal titolo trarne spunto. Una ragazza costretta alla gravidanza, sei volte in sette anni, a partire dai tredici in cui prende marito. Una storia affascinante di cui forse sfuggono alcuni passaggi testuali, ma che proprio grazie alla musicalità della narrazione di La Ruina torna comprensibile, partecipata. La sua interpretazione è eccellente, stringe assieme il cuore e la pancia ammantando di una sensazione non pacificata l’intero corso narrativo, lasciando sempre il filo teso tra le parole e il loro significato. Il testo ha dei lampi di ironia più potenti di allora, è uno sguardo più a fondo che svela contraddizioni di vario livello, senza mai tradire la rara qualità melodica del dialetto e cogliendo un ottimo equilibrio dolceamaro. L’occupazione dello spazio scenico mantiene una scelta di centralità misurata e consona al testo.

Il percorso di Scena Verticale ha dunque una forte radice nel loro Sud Italia, in un Sud anzi che – lo avverto attraverso le loro parole – fatica a diventare Italia, così forte è il sedimento che lega certi racconti, certe usanze, certe invadenze della violenza nella vita civile. Ancora dunque, dopo Dissonorata, una storia di violazione senza ritorno, senza chiedere permesso, ancora questo Sud inveterato, ancora un personaggio femminile che ne narra il saccheggio dell’anima, dell’individualità, ancora una sedia al centro della scena, ancora un sassofono che ne contrappunta il dolore vertebrale, riottoso, ancora un pianto sommesso a non dire la dolente ammissione di correità delle donne al sistema che le elegge […]. Simone Nebbia. Fonte: http://www.lettera22.it/showart.php?id=11053&rubrica=83

a cura di Simone Nebbia

in scena
fino al 21 marzo 2010
Crt [vai al programma 2009/2010 del Crt]
Milano

Spettacolo in nomination per i Premi Ubu 2010

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