Banner Expo teatro Contemporaneo
Banner Bando Veleia Teatro
Banner “emininum maskulinum” regia G. Sepe
Banner “Banner Danza in rete
Banner Expo teatro Contemporaneo
Banner Expo teatro Contemporaneo
Banner Bando Veleia Teatro
Banner “emininum maskulinum” regia G. Sepe
Banner “Banner Danza in rete
HomeArticoliMind The Gap, non solo rete. Il teatro come approdo in territori...

Mind The Gap, non solo rete. Il teatro come approdo in territori liberati

Banner Bando Citofonare PimOff

Cosa succede quando realtà teatrali apparentemente distanti si avvicinano creando relazione? In un paese nei pressi dell’Aquila il Teatro Nobelperlapace ospita due spettacoli del progetto Mind The Gap della Civica Scuola di Teatro Paolo Grassi. 

Foto di Paolo Porto

Quello che guardiamo del teatro è sempre una relazione, che sia aderente alla logica attore/spettatore o a quella più ampia delle relazioni umane. In ogni caso: congiunture, in cui si annida l’idea di teatro come bene comune, spesso elevato a valore. Ma altrettanto frequenti sono le occasioni in cui a qualcosa di prezioso il buon senso risponde con la logica consolatoria della sovvenzione e della razionalizzazione ministeriale da una parte, o del silenzio dall’altra. È in questo quadro che sbiadisce il bene della cultura, che dona una propria metà di valore al sistema. Il potere assertivo di certe frasi sembra ormai superstizione che giocando su un senso comune rischia di fiaccare gli entusiasmi e assorbire l’audacia – se dei più o dei pochi non sta qui dirlo.
Prudenza vorrebbe che superstizione non si sfidasse continuando così a galleggiare in una semi-normalità accomodante, ma sono proprio i casi in cui si evitano gli obbligati compromessi che fanno riemergere più forte l’idea del teatro a partire dall’etica della relazione.
A qualche chilometro dalla città dell’Aquila, in un paese (San Demetrio ne’ Vestini) che sta cercando ancora dopo troppi anni la pace nella quasi-normalità post-sisma, a domeniche alterne il Teatro Nobelperlapace ospita la rassegna Strade. Un appuntamento che evita la logica delle domeniche d’intrattenimento a teatro, e sperimenta invece la congiuntura come occasione di confronto.

Foto di Paolo Porto

Tempo fa qui avevamo incontrato César Brie per parlare del potenziale della separatezza, di quella voluta marginalità come chiave di accesso non solo al teatro ma alla vita (leggi intervista).
La forza di alcune periferie è nell’accesso privilegiato in questi territori indipendenti, in cui si realizzano programmi spesso audaci, che non vogliono essere alternativi, ma complementari al resto. Per questo motivo l’Associazione Arti e Spettacolo di San Demetrio, insieme ad altri partner di tutta Italia, quest’anno ha iniziato a dialogare con un’altra realtà ben più nota – di certo non periferica – la Civica Scuola di Teatro Paolo Grassi. Il punto di incontro è nel progetto Mind the Gap che la scuola sta portando avanti a partire dal 2017. Si vuole mettere in relazione il lavoro dei diplomati dell’accademia – che siano singoli, gruppi o compagnie, attori, autori, organizzatori, registi e danzatori – con i partner che hanno aderito al protocollo d’intesa. La parola d’ordine è rete, nell’idea che favorire la circuitazione nel mondo del teatro sia altrettanto importante che lavorare sulla formazione.

Foto di Paolo Porto

Al Teatro Nobelperlapace sono arrivati così due spettacoli: Il baciamano di Manlio Santanelli, con la regia di Domenico Onorato (che vede proprio l’Associazione Arti e Spettacolo tra i produttori) e Sogliole a piacere scritto e interpretato da Gloria Giacopini. L’open call della scuola, che serve a selezionare i progetti, si fa garante di qualità e stimolo per gli ex-allievi a intraprendere un percorso di creazione personale per misurarsi con spettatori di diverse realtà. I partner, ma a noi piace pensarli come sostenitori, disegnano un panorama teatrale che si muove trasversalmente tra grandi e piccoli centri: AMAT (Associazione Marchigiana Attività Teatrali), Fondazione Piemonte Dal Vivo, Associazione Culturale Arti e Spettacolo, Teatro Biblioteca Quarticciolo, Sardegna Teatro, CLAPS -Spettacolo dal vivo, Circuito Lombardia Arti Pluridisciplinari Spettacolo dal Vivo, Fucina Culturale Machiavelli, Sementerie Artistiche, Cubo Teatro, Teatro Binario 7, Festival Utovie, Dominio Pubblico Teatro, Teatro Libero, Karakorum Teatro, Mamimò, Circuito Contemporaneo/Chronos3, Teatro Palapartenope. Una struttura che conta di ampliarsi e consolidarsi negli anni, aperta ad altri che vorranno sottoscriverne il protocollo.

Foto di Paolo Porto

Questa costellazione di nomi disegna un intreccio che ha un sapore virtuoso. A renderlo tale non sono solo le intenzioni ma il sostegno. Persino quello economico, lo dice il presidente Giampiero Solari: «La Civica Scuola di Teatro Paolo Grassi, a titolo di investimento per la promozione del progetto nella sua fase di startup, ha istituito un Fondo cui potranno avere accesso i Partner per la copertura di quota parte del cachet indicato nel tariffario». Si tratta chiaramente di un modello diverso di diffusione, che potrebbe essere esempio per altre scuole e accademie che volessero fare ponte creando occasioni di incontro tra giovani artisti e nuovo pubblico, vario e differenziato.

D’altro lato è anche un modo per spingere gli allievi a indagare sulle motivazioni del fare teatro inquinando di buon senso un percorso futuro. Inquinare? Sì, perché tra il fare e il creare si lasci spazio alla contaminazione, all’alterazione dell’io correndo il rischio di “insozzare” le proprie forme. Allora ci piacerebbe parlare non più di sola rete, e con un’impennata di audacia scomodare definizioni virtuose, che si legano ad altri periodi storico teatrali, e parlare di microsocietà, ma non di soli attori (la definizione è chiaramente di Claudio Meldolesi), piuttosto volendo includere tutto il mondo teatrale, produttori e organizzatori, attori e registi, spettatori. È questa l’immagine obiettiva della difficoltà, portavoce di spaesamento. Nel momento in cui si cercano nuove terre ci si accorge che il valore è l’approdo, ma in “territori liberati”.

Doriana Legge 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Telegram

Iscriviti gratuitamente al nostro canale Telegram per ricevere articoli come questo

Doriana Legge
Doriana Legge
Doriana Legge è docente di Storia del Teatro e Problemi di storiografia dello spettacolo presso l’Università degli studi dell’Aquila. Nel 2014 ha conseguito il dottorato di ricerca in Generi letterari presso il Dipartimento di Scienze Umane dell’Università degli studi dell’Aquila. Dal 2013 fa parte del comitato di redazione della rivista di studi “Teatro e Storia” edita da Bulzoni. Collabora a voci enciclopediche per il Dizionario Biografico degli Italiani della Treccani. Scrive per la rubrica teatrale dell’“Indice dei libri del mese”. È anche musicista e compositrice per cinema e teatro, autrice di sonorizzazioni che portano a indagare le immagini pensando relative drammaturgie sonore. Da gennaio 2017 collabora con Teatro e Critica. Per consultare i suoi lavori e pubblicazioni più recenti: https://univaq.academia.edu/DorianaLegge

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here

Pubblica i tuoi comunicati

Il tuo comunicato su Teatro e Critica e sui nostri social

ULTIMI ARTICOLI

Trasgredire il reale: il Dittico del Sabotaggio di Rosario Palazzolo

Con Ti dico una cosa segreta si è concluso al Biondo l'ultimo atto del Dittico del Sabotaggio, di Rosario Palazzolo. Dopo Se son fiori...

Media Partnership

Prospero – Extended Theatre: il teatro europeo in video, già disponibile...

Raccontiamo con un articolo in media partnership gli sviluppi del progetto dedicato alla collaborazione internazionale che ha come obiettivo anche quello di raggiungere pubblici...