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Schönheitsabend a Terni Festival. Lettera dagli artisti

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Riceviamo e pubblichiamo la lettera di Eike Wittrock, storico della danza presso l’università di Hildesheim, curatore e dramaturg, coinvolto all’interno delle diverse fasi di creazione di Schönheitsabend, in risposta all’articolo di Tommaso Chimenti

foto di Karolina Wiernik
foto di Karolina Wiernik

L’opera Schönheitsabend prende avvio da un progetto di ricerca creativa che è parte di una più ampia iniziativa di finanziamento nazionale tedesca (Tanzfonds Erbe) e ha lo scopo di promuovere l’eredità della danza tedesca.
Assieme alla mia collega Anna Wagner ho fondato il Centro Julius-Hans-Spiegel, ovvero un centro di ricerca itinerante che si concentra su alcuni aspetti tralasciati della storia della danza tedesca, come l’appropriazione di danze provenienti da culture non europee, dichiaratamente rintracciabili nel proprio esotismo. Il centro deve il proprio nome a quello di un danzatore berlinese, ebreo, sordo e omosessuale che danzava in stile “asiatico”, le cui tournée girarono durante gli anni Venti tra gallerie, teatri, varietà, cinema fin quando egli non emigrò in Italia nel 1930 dove trascorse il resto dei suoi anni nell’isola di Capri. Il centro vede la sua prima apparizione nel 2014 a Friburgo, luogo in cui Florentina Holzinger e Vincent Riebeek si trovavano in residenza artistica e crearono una prima versione di Schönheitsabend. Nel 2015 hanno ripreso a lavorare sulla coreografia fino a trovare la sua forma attuale, per la quale mi è stato chiesto di testimoniare alla creazione in qualità di dramaturg.

Shéhérazade, Vaclav Nijinsky e Ida Rubinstein
Shéhérazade, Vaclav Nijinsky e Ida Rubinstein

Nelle collezioni d’archivio dello Spiegel-Zentrum Florentina Holzinger e Vincent Riebeek si sono imbattuti in diversi predecessori che mostravano esempi di elementi simili alla loro biografia artistica, quali le coppie Alexander Sacharoff e Clotilde von Derp, Vaclav Nijinsky e Ida Rubinstein o Anita Berber e Sebastian Droste. Uno sguardo contemporaneo etichetterebbe ciascuna di queste coppie come “queer”, a causa del loro gioco con i ruoli di genere e di un generale uso sovversivo dell’immaginario sessuale – derivanti da un comportamento maschile estremamente “effeminato” fino alla sensualità radicalmente queer come nella coreografia Shéhérazade in cui danzavano Nijinsky e Rubinstein, due icone/eroi della cultura parigina gay e lesbica degli anni Dieci.
Schönheitsabend è dunque una finzione biografica di Florentina e Vincent che usa danze, immagini, storie, miti e pettegolezzi di certe personalità, più o meno dimenticate dell’avanguardia della danza tra gli anni Dieci e Venti, per riflettere sull’odierna aspettativa riguardo alla bellezza, alla sensualità, alle modalità di guardare ai corpi femminili e maschili dentro e fuori la scena, ma anche le aspettative su cosa possa significare “radicale” oggi e la difficoltà e la falsità di questa aspettativa all’interno della scena della danza contemporanea.

Schönheitsabend - foto di Maurice Korbel
Schönheitsabend – foto di Maurice Korbel

Lo scopo di Schönheitsabend era, tra gli altri, di rivisitare le estetiche, le nuove idee di bellezza, le trasgressioni ma anche gli scandali che queste coppie crearono nella loro epoca per vedere, tra le altre cose, quanto le immagini di una sessualità non convenzionale siano ancora problematiche per la società e quanto un corpo realmente “gay” come quello di Vincent, sia ancora una sfida lanciata all’estetica del palcoscenico. La scena in questione è l’ultima parte della versione contemporanea ideata da Vincent e Florentina della Shéhérazade dei Ballets Russes, un balletto del 1910 che può essere genericamente descritto come un’orgia di venti minuti seguita da un massacro. Radicato nel linguaggio del balletto, questo famoso duetto storico introdusse uno straordinariamente equo, molto sensuale vocabolario del movimento per il partner maschile e femminile, con indosso costumi che mostravano parecchia carne e che ribaltavano i convenzionali ruoli di genere del balletto posizionando il corpo maschile come oggetto del desiderio (il suo ruolo era quello di un schiavo), sia da parte del partner femminile in scena che da parte delle spettatrici etero e degli spettatori gay.

Uno degli obiettivi del nuovo finale della Shéhérazade di Florentina e Vincent era quello di individuare un corrispettivo contemporaneo di questa storica coreografia da una prospettiva queer che è stata considerata dalla storia della danza straight* principalmente attraverso i termini dell’“Orientalismo” del décor e dei costumi di Leon Bakst assieme a quella sovversione sessuale (estremamente connessa all’esotismo) minimizzata – così, ironicamente, la risposta alla performance di Terni ha contribuito a questa storica coreografia ricreando anche lo scandalo che colpì l’originale.

Schönheitsabend - foto di Maurice Korbel
Schönheitsabend – foto di Maurice Korbel

L’intenzione non è mai stata, comunque, quella di produrre un gesto provocatorio per il gusto di una vuota provocazione. Da una prospettiva coreografica la scena in questione è una ricerca su una sensualità estrema sul palco, il tentativo quello di creare una sequenza di movimento che, sotto a un contenuto sessuale superficiale, di fatto contiene una negoziazione molto delicata del potere attraverso il modo in cui Florentina e Vincent, con grande cura e attenzione, spostano il peso mentre rimangono connessi tramite un dildo indossabile – tutto coreografato sulle musiche di Rimski-Korsakov. La provocazione risiede solo nella bellezza e nella cura con cui Florentina muove il corpo di Vincent sul palco e nel piacere con il quale questi esegue la danza.

Leggendo le accuse riportate nell’articolo di Tommaso Chimenti sono rimasto sorpreso dalla sua richiesta di metafore. In questa scena, Vincent Riebeek e Florentina Holzinger non vogliono parlare di sesso o dell’atto sessuale, ma di relazioni di potere, ruoli di genere, sensualità, fiducia e dell’aspetto erotico e sessuale di (ogni) corpo esposto sul palcoscenico del balletto. L’utilizzo di un dildo indossabile: come mai questa non è di per sé una metafora sufficiente per il vostro collega? In questo senso penso di trovarmi addirittura d’accordo con Chimenti: posta su un palco, ogni cosa perde la propria “dirittezza” e diventa qualcosa di più – essendo l’atto stesso ma anche una rappresentazione dell’atto, una dimostrazione di esso, uno show. In questo senso, la domanda se fosse coinvolto un “vero e proprio atto sessuale” non può trovare risposta.

Schönheitsabend - foto di Karolina Wiernik
Schönheitsabend – foto di Karolina Wiernik

Onestamente non so nemmeno dove porre il confine tra cosa sia sesso reale e cosa no, dal momento che può essere giudicato solo da una prospettiva interna alle persone, che lo percepiscono come sesso oppure no. Ma se anche lo si potesse chiamare “vero e proprio sesso” in un ambiente privato, sul palco esso diventa una performance, uno spettacolo, un riflesso di quell’atto. Sotto quelle luci abbaglianti e pacchiane, di fronte a questo scenario, nel mezzo di un teatro, come si può confondere questa sequenza con qualcosa di diverso da una coreografia? Vincent e Florentina amano performare, ma di certo non ricevono nessun piacere sessuale da uno spettacolo. Al contrario, essi mettono un duro impegno nelle proprie performance e ciò che rende ai miei occhi il loro lavoro così interessante e stimolante da guardare è il mondo in cui magistralmente essi giocano con la mia aspettativa di realtà sul palco, come catturano il pubblico dando forma con grande cura a situazioni che sembrano davvero reali e dirette, ma che in fondo si rivelano in quanto scelte estetiche.

Olga Desmond, 1908 - foto di Otto Skowranek
Olga Desmond, 1908 – foto di Otto Skowranek

Il titolo Schönheitsabend, comunque, si riferisce a un formato performativo che era popolare nella Berlino del 1910, quando danzatrici come Olga Desmond posavano nude in pose pseudo-antiche, un formato che era tenuto sotto stretta sorveglianza dalla polizia berlinese del tempo e monitorato con attenzione e a volte censurato. Queste originali Schönheitsabende sono un curioso caso nella storia del teatro, perché sembrano giocare con il confine tra lo spettacolo erotico e la promozione della “Lebensreform” (Riforma della vita, un movimento di contro-cultura fiorito tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento in Germania e Svizzera, ndt), la sua cultura del corpo e il suo feticismo per la nudità – un ambiente con cui il movimento della modern dance in Germania era strettamente connesso. Sarebbe un errore percepire le Schönheitsabende storiche semplicemente in termini di scandalo, pornografia e censura, erano invece un formato ambivalente che proveniva da una società in divenire che stava rinegoziando il proprio rapporto con il corpo, con ciò che significa comunità, con il ruolo che certi corpi giocano nella società e con ciò che la società ritiene naturale o no. Sembra che la Schönheitsabend di Florentina Holzinger e Vincent Riebeeks ponga domande simili.

Eike Wittrock

[traduzione dall’inglese a cura di Sergio Lo Gatto e Viviana Raciti]

* Non è stato possibile rendere il doppio senso del termine straight, con cui l’autore intende sia la storia della danza “etero”, sia riferendosi al filone di studi “positivista”, abbiamo pertanto preferito lasciarlo in originale [ndt].

Leggi qui la versione originale inglese

Questa lettera è stata spedita in forma privata alla redazione di Teatro e Critica.
La sua pubblicazione è stata gentilmente autorizzata dall’autore.

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