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Hanno tutti ragione: una sfumatura di Tony Pagoda

Iaia Forte apre la stagione del Teatro Piccolo Eliseo con Hanno tutti ragione di Paolo Sorrentino. Recensione

 

foto Rocco Talucci
foto Rocco Talucci

«Succede che anche Frank Sinatra, in prima fila, si aggiusta il pantalone di gabardine e ride e si diverte a tutta questa potenza vocale. Si diverte con più moderazione Frank, abituato com’è al contegno, ma lui è un’altra storia, ci vuole altro per sorprendere Frank, che questa giostrina della vita la conosce dentro e fuori (…)». Gorgheggia Iaia Forte dietro la montatura di un Tony Pagoda ruggente: nel pieno del suo sogno americano, sentendosi dio nell’olimpo di Frank, dal palco del Radio City Music Hall di New York il cantante neomelodico, nato in vico Speranzella, cerca lo sguardo di The Voice in platea.

Dalla platea del Piccolo Eliseo, intanto, Paolo Sorrentino, la Voce di Tony Pagoda, guarda la serotonina che fa bing bang nel corpo e paillette di Iaia Forte nei panni del suo cantante da night. È un cortocircuito. Con lo sguardo abbandono il palco, abbandono la scritta luminosa a caratteri cubitali che ricorda a tutti che in scena non c’è un’attrice ma TONY P. e percorro quell’immaginario corridoio di neon che dal microfono di Iaia Forte arriva sino all’unico posto a sedere che conti qualcosa in questo momento. No, non è un dettaglio trascurabile la presenza di Paolo Sorrentino alla prima di Hanno tutti ragione, spettacolo che mette in scena i primi due capitoli del libro del regista e che apre la stagione del Teatro Piccolo Eliseo.

foto Rocco Talucci
foto Rocco Talucci

La serata si era aperta con Luca Barbareschi a far gli onori di casa, già su una via Nazionale che per l’occasione aveva trasformato l’accesso al teatro in una hall of fame del grande e piccolo schermo. «Perché questo teatro è come una casa, un luogo laico privo di ogni connotazione politica. Mentre l’Eliseo punterà all’innovazione, qui al Piccolo Eliseo, che per me ha lo stesso valore del grande, daremo voce a molti spettacoli italiani, non tralasciando comunque alcuni autori stranieri». Poi, Iaia Forte entra in scena irriconoscibile, fa leva sul trasformismo, sulla voce roca, sulle sue origini partenopee, sul fumo delle Rothmans leggere, sulla parrucca dai capelli color mogano, tinti, ossigenati. Fa leva sui tempi comici puntuali e sulla sfumatura della voce che mascherando la condizione di donna incarna in pieno il bluff che Tony P. gioca con la vita nei primi capitoli del libro. La platea amica, che ride ostentatamente anche quando si potrebbe solo ascoltare, amplifica il cortocircuito tra il Piccolo Eliseo e il pubblico italo americano del Radio City che si spacca carpi e metacarpi in un applauso selvaggio mentre Tony li rincoglionisce d’amore. Iaia Forte cavalca l’onda quando abbandonando l’ideale camerino di Pagoda inizia il suo concerto e cantando si rivolge direttamente al pubblico incitandone l’applauso. L’effetto è efficace.

Toni Servillo nel film L'uomo in più
Toni Servillo in L’uomo in più

Iaia Forte nel suo Hanno tutti ragione racconta un incipit, l’apice della carriera di Tony Pagoda, solo in scena, con il supporto sporadico di una fan “esagerata” in bilico tra la soubrette e la velona che enfatizza il lato cinico e ironico del testo. L’attrice rievoca attraverso il personaggio, prima, dopo e durante la performance davanti a Frank Sinatra, gli eccessi che hanno caratterizzato una certa mondanità sul finire degli anni ’70 e gli inizi degli anni ’80, tra cocaina e alcol, non esimendosi dall’inscenare un ben studiato amplesso maschile. Durante lo spettacolo la regista alterna al monologo di Sorrentino una canzone di Peppino Di Capri Non è peccato e due canzoni del film L’uomo in più, sceneggiatura con la quale il regista ha dato vita ancor prima del libro a Tony P., Pisapia nella versione cinematografica. È in quel momento che ripenso a Toni Servillo e provo per un attimo un certo straniamento come nel sentir parlare H.J.Simpson senza la voce di Tonino Accolla. Poi mi inizio a chiedere quale possa essere il valore aggiunto di un Tony Pagoda interpretato da una donna e mi perdo in un’interpretazione di Junghiana memoria tra animus e anima che però lascio cadere sin da subito; lo spettacolo rischia di schiacciarsi come il cubo trasparente in scena che regge le cubiste e il sesso a pagamento nel quale Tony sfoga la sua frustrazione per il deludente contatto umano avuto con Sinatra dopo il concerto, ma la durata asciutta della performance e le risate amare per le battute di un ghepardo nostalgico disegnato alla perfezione dall’autore fanno sì che il cubo regga e non vada in frantumi.

Copertina del libro Hanno tutti ragione
Copertina del libro Hanno tutti ragione

Durante gli applausi finali cerco di guardare Paolo Sorrentino due file davanti a me, sembra sorridere, «abituato com’è al contegno», come un padre che guarda andare in scena il proprio figlio. Si riaccendono le luci, esco subito tra i pochi volti sconosciuti con l’idea che il titolo Hanno tutti ragione sia troppo ampio: dove sono le relazioni consumate, i diciotto anni passati in Brasile, il disfacimento dell’uomo, la Roma crepuscolare nella quale arriverà Tony, o anche pagine memorabili come la lezione sulla seduzione? Esco però con la consapevolezza che lo spettacolo spinga a riaprire un libro che, come i primi film di Paolo Sorrentino, consente di accedere alla genialità e al talento illuminante della sua Voce. Non è un fatto trascurabile la sua presenza allo spettacolo di Iaia Forte, perché il regista ha accolto positivamente l’operazione dell’attrice che tornerà ancora sul libro con un secondo capitolo in un nuovo spettacolo, ed è lui il dio di quest’olimpo. Di Tony Pagoda al Piccolo Eliseo ne va in scena solo una nuance, ma d’altronde è lo stesso Paolo Sorrentino a far dire a Mimmo Repetto all’inizio del libro «Solo una cosa sopporto. La sfumatura».

Luca Lòtano
Twitter @Luca_Lotano

In scena al Teatro Piccolo Eliseo fino al 1 novembre 2015

HANNO TUTTI RAGIONE
di Paolo Sorrentino
con e regia IAIA FORTE e con FRANCESCA MONTANINO
canzoni PASQUALE CATALANO e PEPPINO DI CAPRI
eseguite da FABRIZIO ROMANO
elementi scenici MARINA SCHINDLER e KATIA TITOLO
disegno luci PAOLO MEGLIO
aiuto regia CARLOTTA CORRADI
PRODUZIONE CASANOVA TEATRO IN COLLABORAZIONE CON PIERFRANCESCO PISANI, OFFROME

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Luca Lòtano
Luca Lòtano
Luca Lòtano è giornalista pubblicista e laureato in giurisprudenza con tesi sul giornalismo e sul diritto d’autore nel digitale. Si avvicina al teatro come attore e autore, concedendosi poi la costruzione di uno sguardo critico sulla scena contemporanea. Insegnante di italiano per stranieri (Università per Stranieri di Siena e di Perugia), lavora come docente di italiano L2 in centri di accoglienza per richiedenti asilo politico, all'interno dei quali sviluppa il progetto di sguardo critico e cittadinanza Spettatori Migranti/Attori Sociali; è impegnato in progetti di formazione e creazione scenica per migranti. Dal 2015 fa parte del progetto Radio Ghetto e sempre dal 2015 è redattore presso la testata online Teatro e Critica.

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