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Christophe Meierhans e altre finzioni politiche

Christophe Meierhans presenta a Santarcangelo dei Teatri due proposte politiche di relazione con il pubblico e la comunità cittadina.

 

ATLASdetectoratCERN
ATLASdetectoratCERN

Il Festival Santarcangelo dei Teatri riflette quest’anno su sé stesso e sulle modalità di produzione e fruizione culturale. Lo hanno dimostrato i progetti paralleli agli spettacoli in programma: How to Build a Manifesto for the Future of a Festival, nato il 20 luglio 2014 alla fine della scorsa edizione del festival da un incontro pubblico chiamato Il farsi di un festival, ha coinvolto operatori teatrali, curatori internazionali, amministrazione locale e pubblico. È un progetto editoriale articolato in quattro pubblicazioni con l’intento di produrre «una raccolta di materiali da leggere come un panorama, un saggio, una narrazione della ricerca teorica preliminare e necessaria alla costruzione di un evento culturale». L’ultima pubblicazione riguarda questa edizione appena terminata ed è stata realizzata da dodici studenti della scuola internazionale The School of Exceptions, altro progetto editoriale e formativo ospitato a Santarcangelo, curato da Aleppo e dall’Univesità di Giessen. Incontri, discussioni e interviste prodotte dal gruppo di studenti che ha monitorato l’andamento del festival e il suo rapporto con la cittadina, a cavallo tra realtà e finzione.

Manifesto Fondo
Manifesto Fondo

Progetto cardine di questa edizione è però il Fondo Speculativo di Provvidenza, ideato e curato dagli artisti Luigi Coppola e Christophe Meierhans. Ogni biglietto del festival è stato maggiorato di un euro – compresi gli ingressi gratuiti dei giornalisti e ospiti – e un euro è stato sottratto ai compensi di attori e artisti. Tale quota impilicava il diritto/dovere di ciascun partecipante di decidere a quale dei progetti proposti destinare tale cifra. Nella serata conclusiva del Festival, il 18 luglio scorso, il capitale accumulato ammontava a 4546 euro e le proposte vincitrici sono risultate la D, riguardante la ridistribuzione del capitale ai progetti pedagogici, e la B che riservava tale fondo agli stagisti e ai volontari del festival che hanno lavorato gratuitamente. Purtroppo però questa iniziativa ha finito per scontrarsi con la poca partecipazione della comunità, infatti il tasso di dispersione del fondo ha toccato il 68%. Le clausole di questa iniziativa prevedevano che ogni quota non finalizzata venisse «disseminata verso i sette punti cardine. Una sorta di fertilizzazione rituale delle terre di Santarcangelo». L’assemblea dei soci, rifiutandosi di accettare queste condizioni, al termine della serata conclusiva ha consegnato il denaro ad Alice Parma, garante del Fondo, impegnandosi nonostante il risultato «a investire il denaro raccolto in progetti pedagogici che utilizzino il teatro come motore educativo».

Fallimento? Forse no. Del resto il Fondo si è presentato alla comunità come «un invito a rendersi responsabili del destino del denaro» e il non raggiungimento del minimo di partecipazione ha semplicemente dimostrato una delle eventualità. Metodologia sperimentale che dopo aver formulato un’ipotesi ha prodotto un risultato. Lo stesso ideatore Christophe Meierhans, intervistato da Martina Angelotti all’interno del progetto The School of Exceptions, dichiara che «immaginare le possibilità, le proposte del Fondo Speculativo è una sorta di finzione». Ciò che interessa l’artista performativo originario di Ginevra sembra essere dunque il pretesto, il compimento di una precisa e strutturata azione che determini necessariamente una reazione, qualsiasi essa sia. L’importante che essa instauri una relazione.

Foto di Jan Lietaert
Foto di Jan Lietaert

Ce ne siamo accorti durante la sua performance/documento Some Use for Your Broken Clay pots, replicato domenica 13 luglio in Piazza Ganganelli. Come studente di giurisprudenza, Meierhans ha creato – insieme alla supervisione giuridica di Anne-Emmanuelle Bourgaux – una personale proposta costituzionale basata sul rispetto del Bene comune gestito dai cosiddetti «incaricati» e sulla «squalifica» come mezzo di disapprovazione dell’operato degli incaricati. Meierhans attraverso questo documento costituzionale (acquistabile al termine della performance o su internet, la cui copertina rappresenta l’accelleratore di particelle del CERN) tradotto in italiano, francese, inglese, olandese e tedesco, propone un nuovo sistema democratico esportabile in ogni paese europeo o extra europeo al fine di soppiantare gli attuali status quo. Costituzione finta e inapplicabile ma non per questo falsa: la sua verità risiede nell’aver scatenato un meccanismo di dibattito e discussione instaurando un rapporto di parità con gli spettatori seduti nella piazza, che una volta provocati hanno alzato la mano e preso la parola per criticare, apportare osservazioni e controbattere.

Some use for your broken clay pots si inscrive nella direzione artistica di Silvia Bottiroli (alla guida del festival dal 2012) come uno degli spettacoli e dei progetti politicamente reattivi, che si interroga sulle due linee maestre di questa edizione: da un lato l’arte i suoi limiti e possibilità, e dall’altro il gesto inteso come «creazione di un linguaggio e istituzione di un altro piano di realtà». Non possiamo certo non notare come nel corso di questi ultimi anni il festival sia diventato una rassegna di teatro degli spazi (anche funzionali al tipo di offerta spettacolare proposta) abbandonando gradualmente l’idea storica di teatro in piazza che l’ha sempre contraddistinto. Basandoci quindi sul lavoro di Meierhans e sulla validità strutturale dei progetti proposti quest’anno, riflettiamo dunque sulla necessità di una maggiore “invadenza politica” del festival anche nelle strade, vicoli, giardini, balconi e finestre di Santarcangelo.

Lucia Medri 
Twitter @LuciaMedri 

SOME USE FOR YOUR BROKEN CLAY POTS
concept, realizzazione e performance: Christophe Meierhans
dramaturgy: Bart Capelle
conceptual advisor: Rudi Laermans
advising team: Anne-Emmanuelle Bourgaux (ULB), Rudi Laermans (KU), Jean-Benoît Pilet (ULB), Dave Sinardet (VUB)
constitutional jurist: Anne-Emmanuelle Bourgaux
scenografia: Sofie Durnez
concezione & graphic design publication: The Theatre of Operations
illustrazione: Nuno Pinto Da Cruz
co-produzione: Kaaitheater (Brussels), Workspace Brussels, Vooruit Arts Centre (Ghent), Teatro Maria Matos (Lisbon), BIT Teatergarasjen (Bergen), Kunstenfestivaldesarts (Brussels)
produzione: Mokum
con il supporto di: the Vlaamse Gemeenschapscommissie & Government of Flanders
– A House On Fire Project, with the support of the Culture Programme of the European Union.
co-produzione per la versione italiana: ON (bologna), Santarcangelo dei teatri

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Lucia Medri
Lucia Medri
Giornalista pubblicista iscritta all'ODG della Regione Lazio, laureata al DAMS presso l’Università degli Studi di Roma Tre con una tesi magistrale in Antropologia Sociale. Dopo la formazione editoriale in contesti quali agenzie letterarie e case editrici (Einaudi) si specializza in web editing e social media management svolgendo come freelance attività di redazione, ghostwriting e consulenza presso agenzie di comunicazione, testate giornalistiche, e per realtà promotrici in ambito culturale (Fondazione Cinema per Roma). Nel 2018, vince il Premio Nico Garrone come "critica sensibile al teatro che muta".

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