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Loris Petrillo sfida i mulini a vento

Don Quijote di Loris Petrillo visto al Teatro Vascello. Recensione in Taccuino Critico.

 

Foto Ufficio Stampa
Foto Ufficio Stampa

Ormai lo conosciamo Loris Petrillo e la sua Compagnia Petrillo Danza, non è nuovo a queste pagine, anzi, l’abbiamo incontrato proprio lo scorso anno e adesso lo ritroviamo ancora al Teatro Vascello. Ci interessa la modalità di scelta del coreografo emiliano nell’individuare in personaggi storici o di fantasia delle personalità forti e sconvolgenti, tali da farli assurgere a mito per poter poi attraverso di essi analizzare il contesto attuale. Prima Van Gogh e la sua presunta pazzia e ora il Don Quijote, bislacca invenzione nata dalla penna di Miguel de Cervantes Saavedra, scelto da Petrillo perché «il “folle” cavaliere ci mostra il problema di fondo dell’esistenza, cioè la delusione che l’uomo subisce di fronte alla realtà». El hidalgo de la Mancha è scisso così nei tre giovani corpi danzanti di Nicola Simone Cisternino, Yoris Petrillo e Giacomo Severini Bonazelli,  i quali mettono in scena con sarcasmo grottesco l’inettitudine dell’individuo nel confrontarsi con un presente estraneo e incomprensibile, in cui il singolo è costretto a combattere inutili battaglie contro i mulini a vento. Se nei quadri inziali è ravvisabile un abbandono della didascalia e dello stereotipo – che abbondavano invece nel precedente lavoro – nelle scene successive la drammaturgia scivola in un’eccessiva libertà tale da sembrare fuori controllo: alle originali e creative partiture coreografiche che associano i moduli della danza contemporanea al linguaggio corporeo tipico degli sketch comici, si inseriscono monologhi in cui si accusa, con eccessivo moralismo, la civiltà odierna, per poi passare a una gestualità animalesca fatta di versi e urla. Frammenti che presi autonomamente potrebbero anche possedere una coerenza di senso, per portare in rassegna quella «visione crudele della realtà che non ha spazio per […] la realizzazione di un progetto di esistenza con cui identificarsi», ma che tuttavia finiscono per urtarsi a vicenda in una miscellanea di intenti, dove si percepisce la volontà di andare oltre la figura letteraria facendo esplodere il testo per aprirlo a molteplici e attualizzanti significati, ma purtroppo a quest’invettiva ideologica complessa sfugge in misura inversamente proporzionale la resa scenica.

Lucia Medri
Twitter @LuciaMedri

visto al Teatro Vascello-aprile 2015

[Questa recensione appartiene al Taccuino Critico]

DON QUIJOTE
AcT_Cie Twain physical dance theatre
coreografia e regia Loris Petrillo
consulenza musicale Pino Basile
musiche Pino Basile, aa vv
consulenza drammaturgica Massimiliano Burini
interpreti Nicola Simone Cisternino, Yoris Petrillo, Giacomo Severini Bonazelli
disegno luci Loris Petrillo
con il contributo di OFFicinaTwaIN_Centro Promozione Culturale_Regione Lazio
con il sostegno del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e del Turismo

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Lucia Medri
Lucia Medri
Giornalista pubblicista iscritta all'ODG della Regione Lazio, laureata al DAMS presso l’Università degli Studi di Roma Tre con una tesi magistrale in Antropologia Sociale. Dopo la formazione editoriale in contesti quali agenzie letterarie e case editrici (Einaudi) si specializza in web editing e social media management svolgendo come freelance attività di redazione, ghostwriting e consulenza presso agenzie di comunicazione, testate giornalistiche, e per realtà promotrici in ambito culturale (Fondazione Cinema per Roma). Nel 2018, vince il Premio Nico Garrone come "critica sensibile al teatro che muta".

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