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Piscopompo Teatro e la coppia secondo Matiás Feldman

Piscopompo Teatro in scena con Breve racconto domenicale di Matiás Feldman. Recensione

 

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Coglie un’ipnotica tristezza, il giorno della festa. Come una sospensione del tempo, il pulviscolo si fa vedere dal vetro di una finestra che dovremmo pulire, lo scopriamo ora, lo sapevamo già. Opalescente, talvolta infeltrita, la domenica mattina. Là dove il rombo dei giorni in sequenza sembra chetarsi, si affaccia al limitare di un sole appoggiato l’urgenza silenziosa dell’intimità. Ricordo di una notte recente.
Breve racconto domenicale – scritto dal drammaturgo argentino Matiás Feldman e portato in scena da Psicopompo Teatro per la regia e la traduzione di Manuela Cherubini, vera e propria sonda italiana nella drammaturgia argentina – ha il pregio di questa sospensione: i quattro attori (Luisa Merloni, Marco Quaglia, Alessandro Riceci, Patrizia Romeo) che seduti fronte al pubblico, in piena luce sulla platea, ne compongono il corpo drammaturgico scelgono una voce sommessa, intima, come stessero parlando al giorno appena sorto dei segreti della notte.
Il racconto si divide in frammenti, ogni attore prende la parola all’altro, costruendo la propria storia da dove l’aveva lasciata. Sono due coppie, ma non c’è dialogo. Anche le brevi parti di relazione sembrano dette a un ascolto inconscio, attento soltanto alla propria dimensione, a ciò che provoca nel proprio intimo, al calcolo che insomma farà impostare una risposta. Lei dorme e sogna mentre lui pensa di richiamare la vecchia amante, quella che in sette anni di matrimonio non ha mai dimenticato, ma sì, ha ancora il numero scritto su una vecchia agenda; lei non sa perché è scontenta, lui è gentile, premuroso, virile, la ama, eppure qualcosa non va, non riesce a promettersi continuità, futuro. Ognuno dei componenti delle due coppie dondola tra espressione e misura, ci sono continui “a parte” che rivolti al pubblico lo rendono partecipe di segreti ignoti all’altro, tra coscienza e incoscienza: la prima coppia è tra sonno e veglia, sospesa, nella seconda il tempo è quasi assente, il passato si prende l’oggi con una cadenza inesorabile, ma subito definitiva.
Entrambe le coppie sembrano in un continuo ondeggiare tra fuga e avvicinamento, è la paura a governare i loro spostamenti, le loro scappatoie, finché la relazione che lega i quattro sfonderà il reale e comporrà una sospensione più ampia, in cui far stare tutti, come sorpresi di essere svelati in altra forma che si illude collettiva, ma resta di ognuno. Da solo.

Simone Nebbia
Twitter @Simone_Nebbia

Visto al Teatro Quarticciolo – Marzo 2015
In scena alle Carrozzerie n.o.t. nei giorni:
20 | 21 | 22 marzo
10 | 11 | 12 aprile
22 | 23 | 24 maggio
ven./sab. h 21
dom. h 19

BREVE RACCONTO DOMENICALE
di Matiás Feldman
traduzione e regia Manuela Cherubini
con Luisa Merloni, Marco Quaglia, Alessandro Riceci, Patrizia Romeo
produzione PsicopompoTeatro
con il sostegno di Rialto Santambrogio e Carrozzerie n.o.t.
In collaborazione con SMart-it

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Simone Nebbia
Simone Nebbia
Professore di scuola media e scrittore. Animatore di Teatro e Critica fin dai primi mesi, collabora con Radio Onda Rossa e ha fatto parte parte della redazione de "I Quaderni del Teatro di Roma", periodico mensile diretto da Attilio Scarpellini. Nel 2013 è co-autore del volume "Il declino del teatro di regia" (Editoria & Spettacolo, di Franco Cordelli, a cura di Andrea Cortellessa); ha collaborato con il programma di "Rai Scuola Terza Pagina". Uscito a dicembre 2013 per l'editore Titivillus il volume "Teatro Studio Krypton. Trent'anni di solitudine". Suoi testi sono apparsi su numerosi periodici e raccolte saggistiche. È, quando può, un cantautore. Nel 2021 ha pubblicato il romanzo Rosso Antico (Giulio Perrone Editore)

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