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Messaggeri: la persistenza dei contrasti nell’immagine di De Rosa

Foto di Ufficio Stampa
Foto di Ufficio Stampa

Spazio. Parola che a teatro ha significati molteplici. Dimensione. Altro termine che si appone all’evento performativo da ottiche differenti.  Ambedue hanno come riferimento almeno due entità, due ambienti in cui concretizzarsi: quello dello spettacolo vero e proprio e quello umano, quotidiano che attorno allo spettacolo si condensa. Andando al Teatro Studio Eleonora Duse ci si aspetta ogni volta di vedere amici, allievi, ex allievi, insegnanti o volti che in un modo o nell’altro gravitino attorno all’Accademia d’Arte Drammatica. Così è stato anche per Messaggeri, saggio degli allievi del terzo anno allestito con la regia di Andrea De Rosa e in programmazione fino al 22 dicembre.

La dicitura “saggio”, si sa, implica di per sé un certo sguardo preconcetto, ancor più se associato a una scuola che per natura si collega a un processo di costruzione formale, istituzionale. Un’aria quasi di recalcitranza mista a indulgenza che si riserva ai barlumi acerbi, a manifestazioni d’essere ancora indefinite. Ma questo Messaggeri è una prova degna di essere trattata e guardata con la stessa integrità di giudizio che si riserva a qualunque messinscena strutturata: in un’alternanza di montaggio, venti giovani performer vivificano personaggi provenienti da un accurato repertorio di testi e amalgamati al di fuori di una coerenza storico-temporale. A connetterli tra loro è piuttosto una scelta interpretativa e drammaturgica che fa dei “messaggeri”, quegli ambasciatori spesso indispensabili al procedere delle vicende, le figure-cardine su cui ruota il funzionamento dello spettacolo. Euripide, Eschilo, Shakespeare, Tarantino, De Filippo sono alcuni degli autori che compongono il materiale drammaturgico.

Foto di Ufficio Stampa
Foto di Ufficio Stampa

In una predominanza oscura di pareti e vesti brune, di corpi adagiati su sedie bianche a comporre un’ellisse tronca, si intuisce dal principio che sarà la netta mano della regia a plasmare la visione. La prova d’attore è efficiente e opportuna, ma ciò che resta impresso, forte, con persistenza, è l’ordine delle immagini, pulite eppure non asettiche, narrative eppure non didascaliche, in grado di traghettare la narrazione e i suoi gradienti fino al perimetro degli occhi dello spettatore. Il lavoro funziona per contrasti d’ambientazione, di emotività e di rifrazioni dentro i quali l’energia del corpo in movimento non raggiunge mai un grado massimo di dispendio, ma trova nella voce e nelle sue andature, amplificate a intermittenza dai tre microfoni centrali, il canale principale di un’espressione che è trattenimento controllato del moto. Tutta la fatica sottratta a quei corpi è purgata dalla continua corsa sul posto di un uomo sul fondo, illuminato per metà: solo interpretando il brano dei Persiani sul finale questi cesserà il percuotere ritmico dei piedi al suolo. Giochi di luce e buio, presenza e riverbero in uno specchio posto in terra si susseguono per segnare una partitura che poco sembra aver lasciato al caso. Tuttavia resta da confessare  un po’ di fatica, una percezione di eccessivo trascinamento della durata e qualche incertezza sull’operazione di cernita dei testi e sulla sua effettiva freschezza.

Fotografico, armonico, austero e sontuoso insieme. Così viene da dire ripensando a questo piccolo spaccato di teatri che furono, lasciati a chi il teatro si presume lo farà. Se questo basti a trasformare lo spazio in dimensione, sarà il tempo della raccolta di quanto ora è stato seminato a dimostrarlo.

Marianna Masselli

Visto al Teatro Studio Eleonora Duse, in scena Fino al 22 dicembre

MESSAGGERI
regia Andrea De Rosa
con Gabriele Abis, Simone Borrelli, Giulia Carpaneto, Federica De Benedittis, Serena De Siena, Maria Pilar Fogliati, Antonio Folletto, Flavio Francucci, Lucrezia Gagnoni, Mariasilvia Greco, Laurence Mazzoni, Alberto Melone, Paolo Ninnielli, Eleonora Pace, Francesca Pasquini, Giulia Salvarani, Stefano Scialanga, Paola Senatore, Francesco Tribuzzio, Giuliana Vigogna
impianto scenico Bruno Buonincontri
luci Sergio Ciattaglia
assistente alla regia Paola Rota
direttore di scena Camilla Piccioni
sarta di scena Michela Ruggeri

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Marianna Masselli
Marianna Masselli
Marianna Masselli, cresciuta in Puglia, terminato dopo anni lo studio del pianoforte e conseguita la maturità classica, si trasferisce a Roma per coltivare l’interesse e gli studi teatrali. Qui ha modo di frequentare diversi seminari e partecipare a progetti collaterali all’avanzamento del percorso accademico. Consegue la laurea magistrale con una tesi sullo spettacolo Ci ragiono e canto (di Dario Fo e Nuovo Canzoniere Italiano) e sul teatro politico degli anni '60 e ’70. Dal luglio del 2012 scrive e collabora in qualità di redattrice con la testata di informazione e approfondimento «Teatro e Critica». Negli ultimi anni ha avuto modo di prendere parte e confrontarsi con ulteriori esperienze o realtà redazionali (v. «Quaderni del Teatro di Roma», «La tempesta», foglio quotidiano della Biennale Teatro 2013).

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