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HomeProgrammazioneCartelloni TeatriStagione 2013 - 2014 Teatro Sala Fontana di Milano

Stagione 2013 – 2014 Teatro Sala Fontana di Milano

STAGIONE 2013/14
TEATRO SALA FONTANA DI MILANO

3-5 ottobre 2013
Leart’ world music
L’ARTE DELL’INCONTRO
con Maurizio Fabrizio
di e con Katia Astarita
musiche eseguite dal vivo da Maurizio Fabrizio – Chitarra; Luigi Cappellotto – Basso;
Elade Bandini – Batteria;Emiliano Begni – Pianoforte.

Maurizio Fabrizio è indubbiamente uno dei musicisti e compositori più importanti della scena musicale italiana. Ha scritto per artisti importanti quali Mia Martini, Eros Ramazzotti, Mina, Antonello Venditti, Renato Zero, Toquino tra i tanti.
Se avesse vissuto l’ultima fase della nostra tradizione operistica, anche lui avrebbe lasciato il segno nella storia della più popolare forma d’arte dell’Italia unita, cosi come oggi il suo nome è legato a canzoni di grande successo, destinate a rimanere nel tempo. Oggi Maurizio Fabrizio decide di ripercorrere la sua straordinaria carriera e lo fa dal vivo regalando al pubblico momenti di intensa emozione.

25- 31 ottobre 2013
Proxima res
ANTROPOLAROID
di e con Tindaro Granata
Spettacolo in dialetto siciliano, antico e moderno
Rielaborazioni musicali Daniele D’angelo Direzione Tecnica Mergherita Baldoni e Guido Buganza
Luci e suoni Matteo Crespi

“Uno spettacolo di poesia popolare in cui personaggi e voci, creati e portati in scena esclusivamente con l’aiuto del mio corpo, senza artifici scenografici, si alternano, si sommano, si rispondono, come legati da un comune cordone ombelicale.”
Antropolaroid è un racconto grezzo e popolare, abitato da storie trasmesse inconsapevolmente dai miei nonni, entrambi analfabeti.
Allontanandosi dal modello originario di tradizione orale del “Cunto”, Tindaro Granata riscrive e reinterpreta il passato della sua famiglia intrecciandolo ad episodi di cronaca avvenuti nel suo paese di nascita.
Personaggi e voci vengono portati in scena esclusivamente con l’aiuto del suo corpo.
Queste umanità, senza artifici scenografici si alternano, si sommano, si rispondono, come legate da un comune cordone ombelicale e creano la storia di una famiglia italiana, nella quale il male si perpetra sempre, come un’eredità misteriosa tramandata da padre in figlio, un male che si presenta ad ogni nascita e ad ogni morte.
La novità di uno spettacolo come Antropolaroid, che lo differenzia dagli altri monologhi, sta nell’utilizzo di una tecnica, antica, come quella del “cunto”, che viene scomposta e il meccanismo del racconto viene sostituito dalla messa in scena dei dialoghi tra i personaggi del racconto.
Non vengono narrati i fatti, ma i personaggi parlano tra di loro e danno vita alla storia.

29-31 ottobre e 8-10 novembre 2013
Proxima res
IL MALEFICIO
da “il maleficio della farfalla” di F.G..Lorca
di e con ALESSIO MARIA ROMANO
sound designer Davide Tomat luci Matteo Crespi
assistente Elisa Galvagno si ringrazia G.U.P. Alcaro
registrato presso il SuperBudda Studio di Torino nel Novembre 2011
produzione PROXIMA RES in movimento

“Maleficio” è un piccolo spettacolo. Piccolo perché dura poco. Piccolo perché è per pochi spettatori e piccolo perché, apparentemente, c’è un solo attore.
All’interno di una storia dettata dalle parole di Lorca un uomo si muove fra il buio e la luce. Vive di quello che le parole del testo gli suggeriscono in quell’istante. Ascolta se stesso e risponde a se stesso. Si muove, sogna, forse danza. Solo, cerca un dialogo. Una stanza diventa un prato. Pochi testimoni alla volta entrano nel gioco. Seduti al buio ascoltano, vedono e forse immaginano.
Lo spettatore ascolterà i dialoghi, modulati da una stessa voce. Vedrà un uomo nella penombra, che camminerà, si muoverà, ballerà. Qualche volta ci sarà luce, qualche volta buio e altre volte solo penombra. L’uomo tenterà di rispondere alle voci, tenterà di scegliere chi essere fra i tanti personaggi.
Allo spettatore il compito di muoversi in questo percorso e di scegliere a sua volta cosa e chi vedere, ascoltare e infine immaginare.

5-10 novembre 2013
Proxima res
BRUGOLE
di Lisa Nur Sultan
con Elisa Lucarelli, Leonardo Maddalena, Emiliano Masala
Collaborazione alla scenografia Chiara Crosti Disegno luci Carmine Pierri Costumi Vincenzo Cucchiara
Progetto video Francesco Lagi e Danilo Torre Foto di scena Brunella Giolivo
Assistente alla regia Francesco Panachia
Regia Emiliano Masala e Lisa Nur Sultan
Giulio e Marta sono una giovane coppia alle prese con la libreria Billy: 7 assi, 54 viti e 2 Brugole. Il mobile viene incessantemente montato e smontato, strumento e simbolo dei loro estemporanei progetti di vita. Nell’arguta e ironica scrittura scenica di Lisa Nur Sultan è impossibile non farsi coinvolgere. Un dialogo serrato che condensa in sessanta minuti le ansie di una vita; un incessante citare, riportare, quotare banalità e luoghi comuni. Lo spettacolo scivola leggero, fa ridere il pubblico, pone interrogativi eterni che trovano una chiosa nelle assi della libreria, vero e proprio oggetto metamorfico, metafora della nostra precaria e confusa contemporaneità

13-17 novembre 2013
Proxima res
MATERIALI PER MEDEA
dalla trilogia di Riva Abbandonata, Materiale per Medea, Paesaggio con Argonauti
di Heiner Müller
con Mariangela Granelli
scene e costumi di Margherita Baldoni, disegno luci di Matteo Crespi.
regia di Carmelo Rifici

In “Materiali per Medea“ una donna straniera, obbligata a vivere da reietta, si ritrova ad interpretare suo malgrado il monologo di Medea di fronte ad uno strano pubblico teatrale, scioccato da un finale inatteso. La figura di Medea per Müller non è altro che una sedimentazione di materiali eterogenei e contraddittori, fanghiglia di parole arditamente gettata in pasto al pubblico perché possa egli stesso caricarsi di quei “fardelli”, di quegli “stralci di memoria” disperati e ossessivi che avvicinano ed allontanano continuamente, come una lente di ingrandimento difettosa, il Mito della Sacerdotessa della Colchide al tradimento del mondo capitalista contro il terzo mondo, alla catastrofe sociale creata dalle guerre nel bacino del Mediterraneo, all’inutile e nefasto sogno dell’Occidente Capitalista, contrapposto ad un altrettanto misero scenario del mondo aldilà del Muro, nato dentro il cemento e morto a causa dell’ agognato desiderio di accedere al Mondo del Mercato. Tutti i testi di Müller intendono funzionare, non tanto come trame di personaggi, quanto piuttosto come ingranaggi di voci che provocano un’inondazione di contenuti e di flussi emotivi. C’è un filo conduttore però in questa trilogia: il tema del tradimento e dell’inganno.

25 novembre 2013
Mise en espace
AFFABULAZIONE
di Pierpaolo Pasolini
regia di Roberto Trifirò

Scritta nel 1966, e per testimonianza di Pasolini stesso, in pochissimo tempo, Affabulazione viene messa in scena nel dicembre del 1977, cioè a due anni dalla scomparsa del suo autore, al Teatro Tenda di Roma, regista e protagonista Vittorio Gassman. La tragedia inizia con un sogno: il sogno, d’estate, nella sua villa in Brianza, di un industriale lombardo che ricomincia in qualche modo a sentirsi bambino, mentre prova una oscura attrazione per il figlio. Vorrebbe rinnovarsi in lui, recuperando quello stato edenico che è l’ebbrezza libera e ingenua della perfetta adolescenza. Questa storia di “attrazione” e “repulsione” tra padre e figlio diventa, nelle intenzioni del drammaturgo, una straziata metafora del mancato dialogo tra due generazioni, in quegli anni Sessanta in cui il reciproco silenzio portò il nostro paese a conflitti drammaticamente cruenti.

22 novembre-5 dicembre 2013
Proxima res
CHI RESTA
un progetto di Carmelo Rifici
con Caterina Carpio, Mariangela Granelli, Tindaro Granata, Emiliano Masala, Francesca Porrini
drammaturgia Roberto Cavosi, Angela Demattè, Renato Gabrielli, Carmelo Rifici
drammaturgia fisica Alessio Maria Romano
allestimento Margherita Baldoni
luci Matteo Crespi
regia Carmelo Rifici

La perdita di un familiare per una strage o per un delitto di mafia, costringe “CHI RESTA” a compiere un percorso di elaborazione e al confronto con “l’altro” per giungere, forse, fino al perdono. Proxima Res, ha lavorato per mesi incontrando e intervistando mogli, figli, nipoti, amici di persone morte nelle varie stragi che hanno colpito al cuore il nostro Stato negli ultimi cinquant’anni. Il materiale raccolto è diventato oggetto di studio, dando origine ai cinque capitoli di “CHI RESTA”: la rabbia e la ricerca di giustizia; l’importanza della memoria; il confronto tra vittime; la concessione del perdono; la fine del lutto. Tre importanti drammaturghi, Roberto Cavosi, Angela Demattè e Renato Gabrielli, hanno scritto ciascuno un capitolo; Carmelo Rifici, ideatore del progetto, qui anche nelle vesti di drammaturgo, firma la regia. La parte di movimento drammaturgico è di Alessio Maria Romano, attore, danzatore e insegnante della Scuola dello Stabile di Torino.

15 gennaio -2 febbraio 2014
Elsinor
L’UOMO LA BESTIA LA VIRTU’
Di Luigi Pirandello
Regia di Monica Conti
Con Maria Ariis, Stefano Braschi, Giuditta Mingucci ,Antonio Peligra, Andrea Soffiantini, Roberto Trifirò

Scritta nel 1919, L’uomo,la bestia e la virtù è una commedia molto particolare all’interno dell’opera teatrale pirandelliana. Una farsa tragica che irride i falsi valori morali e religiosi di una umanità ipocrita. Il trasparente signor Paolino, professore privato, è l’uomo e ha una doppia vita: è l’amante della signora Perella, la virtù, moglie trascurata del Capitano Perella, la bestia,capitano di mare che torna raramente a casa, ha un’altra donna a Napoli ed evita di avere rapporti fisici con la moglie, usando ogni pretesto. La tresca potrebbe durare a lungo e indisturbata ma, inaspettatamente, la signora Perella rimane incinta del professor Paolino. Il professore è costretto dunque ad adoperarsi per gettare la sua amante fra le braccia del marito, studiando tutti i possibili espedienti.
Questo impasto di ipocrisia e di sesso è uno degli aspetti esemplari di questa commedia esilarante e
atroce.
Con L’uomo, la bestia e la virtù prosegue il lavoro di Monica Conti su Pirandello iniziato nel 2006
con L’Innesto, commedia pochissimo rappresentata e quasi sconosciuta del Maestro siciliano, portata in scena, dopo un lungo laboratorio a Ivrea, nel 2007 al Teatro India di Roma.

27 gennaio 2014
Teatro 19
Mise en espace
IL GIORNO DELLA CIVETTA
Lettura scenica di e con Alessandro Mor e Alessandro Quattro
La lettura-spettacolo preserva la linearità della trama del romanzo, ma si concentra sui momenti salienti de “Il giorno della civetta”: dalla narrazione iniziale veniamo trasportati nell’atmosfera e nelle situazioni della Sicilia di quegli anni (peraltro non tanto dissimili dai nostri in quanto ad opacità del potere mafioso), per poi scivolare in un avvicendarsi di meravigliosi dialoghi e interrogatori dove si fronteggiano uno con l’altro i diversi personaggi.

18-23 febbraio
Ass. Culturale Artisti Riuniti in associazione con Palomar e in collaborazione con 15 Lune Produzioni
LA VERTIGINE DEL DRAGO
di Alessandra Mortelliti
supervisione al testo Andrea Camilleri
con Michele Riondino e Alessandra Mortelliti
regia Michele Riondino
assistente alla regia Diego Sepe
scenografia e costumi Biagio Fersini
disegno luci Luigi Biondi
trucco Eva Nestori; assistente ai costumi Sandra Astorino
direttore tecnico Daniele Torracca
organizzazione Annalisa Garigli; ufficio stampa Claudia Scuderi
foto di scena Giacomo Cannata – Windmill Digital Design

Durante un agguato in un campo rom, Francesco, naziskin alle prime armi, rimane gravemente ferito. Per mettersi in salvo prende in ostaggio la zingara Mariana. In uno squallido garage, aspettando la telefonata dell′Ordine che dia indicazioni sul da farsi, i due sono costretti ad una convivenza forzata. Alla violenza fisica e verbale di lui – che sembra non lasciare spazio alla pietà e alla comprensione – e al suo continuo ricorso all′eroina per attenuare il dolore fisico, fa da contrappunto l′apparente debolezza di Mariana, ribelle e ballerina mancata, zoppa, epilettica. Due ragazzi della stessa età con niente in comune, senza prospettive, abbandonati dai loro stessi clan d′appartenenza, senza qualcuno che li cerchi o li aspetti.

25 febbraio-2 marzo 2014
Elsinor
SUNSET LIMITED
di Cormac McCarthy
Fausto Iheme Caroli (Nero) e Fabio Sonzogni (Bianco)
regia Fabio Sonzogni

La cucina di una casa popolare, un tavolo, due uomini seduti intorno. Uno dei due è bianco, l’altro è nero. Sul tavolo c’è una Bibbia. I due uomini parlano. Non si conoscevano prima di questa mattina, quando il nero ha strappato il bianco alle rotaie del Sunset Limited sotto cui stava per lanciarsi. Ma quello era solo l’inizio. Dai due lati del tavolo parlano, dialogano da prospettive antitetiche, fra picchi di comicità e abissi di disperazione senza contatto possibile. Un “romanzo in forma drammatica” che raggiunge il nucleo pulsante dell’indagine esistenziale di McCarthy. Non ci sono approdi, prese di posizione, risposte. C’è solo una domanda: che cosa ti divide dal tuo Sunset Limited?

12-16 marzo 2014
Compagnia Gank
DON GIOVANNI
di Molière
traduzione Cesare Garboli
con Alberto Giusta, Antonio Zavatteri, Massimo Brizi, Ilaria Falini, Mariella Speranza, Roberto Serpi
scene e costumi Laura Benzi luci Sandro Sussi
regia Antonio Zavatteri

Don Giovanni di Molière è un opera sublime e strana sotto molti punti di vista, è una commedia atipica rispetto alla vasta produzione del commediografo francese: ha una trama poco lineare, dei personaggi incredibilmente distanti fra loro, nei caratteri e nell’appartenenza sociale,e forse si potrebbe definire la più Shakespeariana fra le sue creazioni. Questa libertà creativa apparentemente caotica, forse dovuta ad una fretta compositiva da parte dell’autore, e le “psicologie” ma soprattutto le azioni dei suoi proverbiali protagonisti, regalano a questa commedia un fascino senza paragoni.

24 marzo 2014
Mise en espace
LA VERITA’
di Italo Svevo
con Federica Fabiani; Stefano Braschi, Gipeto, Giuditta Mingucci, Andrea Soffiantini
regia di Monica Conti

Una gustosa commedia, dove balza in primo piano uno dei motivi più sottili e meglio sentiti della poetica sveviana, l’ironia. Semplicissimo l’assunto narrato in un unico atto. Un uomo costruisce abilmente una verità e riesce a convincere la moglie di non averla tradita. Eppure era stato sorpreso a letto con una donna! Senz’altro l’insieme è artificioso, ma per lo meno qui lo studio di un carattere è riuscito, e appare una vigorosa pennellata, il ritratto di un cinico che dopo aver nascosto il suo vero essere dietro una maschera allegra e frivola, si svela pienamente in ultimo fino a disgustare. Ed è proprio su questo contrasto che l’autore ironizza, ma così lievemente umanamente da farci sorridere, di un riso che poi alla fine tronchiamo in una smorfia.

27-30 marzo 2014
Elsinor
GIOVANNA D’ARCO
di Maria Luisa Spaziani
regia Andrea Chiodi
con Simonetta Cartia e Francesca Porrini
musiche Daniele D’Angelo, scene Matteo Patrucco, costumi Ilaria Ariemme, disegno luci Marco Grisa
Sei canti in ottave di endecasillabi senza rima e un epilogo. Un poema che ai giorni nostri racconta quanto – nei secoli – tessitori, miniatori, letterati, poeti, musicisti, drammaturghi, storici, registi e attori tentarono di interpretare: la storia della Pulzella d’Orléans.
Una delle più grandi interpreti della scena teatrale italiana, Elisabetta Pozzi, è la protagonista della nuova produzione nata in seno al festival. Uno spettacolo poetico di immagini semplici e musica, grazie anche allo straordinario incontro tra il testo e la potenza evocativa delle musiche firmate da Daniele D’Angelo.
Il poemetto narra le gesta di Giovanna d’Arco attraverso fatti storici, battaglie ed episodi della vita della giovane eroina di Francia filtrati dalla fantasia della poetessa. La vicenda di una donna che scelse e pienamente fu. Una storia raccontata in prima persona dalla stessa protagonista, tanto che pare d’esserle seduti accanto ad ascoltare.
Maria Luisa Spaziani, musa di Eugenio Montale tanto apprezzata dal premio Nobel e dall’intera critica contemporanea, attraverso la vicenda esemplare di Giovanna d’Arco suggerisce che “forse un angelo parla a tutti, eppure / in quel supremo momento pochi ascoltano”.

11-13 Aprile 2014
Pierfrancesco Pisani e Trento Spettacoli e in collaborazione con Off Rome
MARILYN MONROE FRAGMENTS
tratto da Marilyn Monroe Fragments. Poesie, appunti, lettere di Marilyn Monroe prefazione
di Antonio Tabucchi(, Feltrinelli, 2010)
con Mariangela D’Abbraccio
musica dal vivo Raffaele Toninelli al contrabbasso
regia Carmen Giordano

Uno spettacolo che restituisce i pensieri e le confessioni che per anni l’attrice ha custodito in alcuni taccuini rimasti avvolti nel buio per anni.
Oggi, dopo il ritrovamento, rivedono la luce e plausibilmente andranno a confondersi in quel vortice di dicerie, ricordi, racconti che per anni ha alimentato il mito di Marilyn Monroe. Oppure no. Le verità che Marilyn ha annotato sulla pagina in modo disordinato, quasi convulso, forse la riscatteranno per sempre, mostrandola così come realmente era: sensibile, sofferente, dotata di una vena poetica insospettabile.
In Marilyn Monroe Fragments seguiamo passo passo la vita pubblica e interiore della star di Hollywood, stupendoci di volta in volta dell’ossimoro che, insieme, le due dimensioni creano.
Marilyn scrive e scrive, qualcuno a distanza di 50 anni leggerà e si lascerà commuovere dalla dolcezza e dalla fragilità di una donna, di cui il mondo dorato di Hollywood ha sempre voluto vedere soltanto la disarmante bellezza.

28 Aprile 2014
Mise en espace
Gli Indifferenti
di Alberto Moravia
regia di Roberto Trifirò

Romanzo d’esordio di Alberto moravia in cui si sviluppano con perfetto realismo le meschinità e le ipocrisie di una società come quella borghese, inautentica, convenzionale, sdoppiata falsamente da ciò che ciascuno pensa e da ciò che viene detto in un clima di costante menzogna. I due giovani fratelli soffrono, ma si adattano passivamente mentre Leo, personaggio immune da qualsiasi ripensamento, è solamente disposto, con ogni mezzo, a raggiungere i suoi scopi. Egli rispecchia, nella descrizione che ne fa Moravia, la sgradevolezza anche nei tratti fisici: coperto da precoce calvizie, rosso in volto, volgare e in preda spesso alla libidine.

15-18/ 22-25 maggio 2014
Leart’ – Elsinor Teatro Stabile d’Innovazione
IL MIO NOME E’ MILLY
ritratto di una diva, tra guerre, prìncipi, pop e variété
di Gennaro Cannavacciuolo e Ivan Stefanutti
con Gennaro Cannavacciuolo
regia, scene e costumi Ivan Stefanutti
Musiche eseguite dal vivo
da vicky schaetzinger, pianoforte e fisarmonica

Lo spettacolo prende il titolo da una delle più famose canzoni di Milly. In scena Gennaro Cannavacciuolo rievoca alcuni suggestivi episodi della sua carriera attraverso parole e musica. La struttura della narrazione è quello del teatro musicale in cui gli episodi cantati si integrano con il racconto continuandolo con il testo della canzone oppure seguono la collocazione della canzone stessa nella storia di Milly. Le canzoni che Milly ha cantato, e qui riproposte, sono di autori che vanno da Kurt Weill a Fabrizio De Andrè, da Charles Aznavour a Bruno Lauzi, a Sergio Endrigo ed altri.

5-22 giugno 2014
Elsinor
UNO NESSUNO CENTOMILA
Di Luigi Pirandello
Regia di Roberto Trifirò
Con Roberto Trifirò, Stefano Braschi

Moscarda è in crisi. Questa moltiplicazione del suo “io” lo lascia non con centomila identità, ma con nessuna, perché agli occhi degli altri: “io come io , non ero nessuno”. Si sente addosso un senso agghiacciante di solitudine perché non riesce né a penetrare la realtà altrui né a comunicarne la sua agli altri. Guarda gli altri e pensa … dovremmo guardare sempre così, ciascuno con gli occhi pieni di orrore della propria solitudine senza scampo…
E così il problema dell’identità personale si presenta molto complesso. Non sono per gli altri lo stesso che sono per me stesso: le idee di Pirandello sulla realtà dell’io sono parallele a quelle sulla realtà in genere. Si è costretti, per non essere considerati pazzi dalla società, a imporre una certa coerenza al proprio comportamento, a costruire l’io nello stesso modo in cui si costruisce la realtà, purtuttavia coscienti del fatto che la risultante entità, cioè l’io o il se stessi, non rimane che una costruzione in confronto alla costruzione del nostro io da parte altrui…

info su www.elsinor.net

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