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Focus Puglia: La morsa del Teatro delle Bambole

Un intero anno di festeggiamenti ha appena concluso l’indubbia felicità per i 150 anni dell’Unità d’Italia. Ma poi, questa Italia, unita lo è davvero? Ci sono terre che conosciamo soltanto per il loro dato folklorico di colore e che ci sembra di conoscere, ma non è così. Se c’è una mappatura da fare, dunque, è prima di tutto culturale; spetta così alle arti – al teatro in questo caso – andare a toccare con mano cosa davvero accade. TeC allora si muove e inizia la sua ricerca dalla terra del sud che forse si è dimostrata teatralmente più attiva in questi anni: la Puglia, vitale di investimenti e di germinazione artistica, in risalita nelle strutture e nelle capacità organizzative, carente proprio nei mestieri di mediazione e di riflessione sul fenomeno. Abbiamo così deciso di inviare una magliettina con la scritta “TeC” proprio in Puglia, modello da donna, e che la indossi Luana Poli, quando come in questo caso andrà in cerca di fili da intrecciare per ricreare quel tessuto necessario alla codifica di belle e floride esperienze. Proprio da qui – dalla galleria BLUorG di Bari – ha inizio il suo viaggio al nostro fianco. SN

Osservare per descrivere, descrivere per conoscere, conoscere per amare, per odiare o per il semplice piacere di sapere. È su questi principi che si basa l’avventura di raccontare le molteplici sfaccettature della realtà teatrale della Puglia. Arriviamo a questo tentativo muniti di lente di ingrandimento e macchina fotografica e rivestiamo i panni di esploratori di questo tempo e di questa attualità.

L’avventura ha inizio nel sottobosco, lì dove l’attività ferve ma la luce non arriva che a sprazzi. È nello spazio della galleria BLUorG di Bari, nata nel 2006, che l’Associazione “Artecrazia” organizza Il cuore secondo Giovanni, la rassegna teatrale patrocinata dall’Università degli Studi di Bari “Aldo Moro”, in collaborazione con Federico II Eventi. Nel secondo appuntamento della rassegna, il 4 marzo, protagonista è stato il classico pirandelliano La morsa, nell’innovativo allestimento della compagnia pugliese Manifesto del Teatro delle Bambole, fondata e ideata da Andrea Cramarossa. La compagnia, nata con la provocazione di dare spazio alle voci dell’Arte attraverso un Nuovo Metodo di Approccio all’Arte Drammatica basato sullo studio del suono e della voce applicata al canto e al parlato, ha già messo in scena: 28 luglio 1943, Gimpel Tam (ovvero dell’idiota), tratto dai racconti di Isaac B. Singer; La lezione da Eugène Ionesco e soprattutto Psicosi delle 4 e 48 da Sarah Kane.

Sorta dalle ceneri di un antico forno panificio, la galleria BLUorG si sviluppa in lunghezza; quattro file di sedie disposte su due lati, sono separate da un corridoio. Gli spettatori assistono come a una sfilata, ognuno dalla sua particolare angolazione, la protagonista Giulia durante un freddo dialogo con il suo amante Antonio, timoroso e dubbioso sulla possibilità che il loro rapporto sia stato scoperto da Andrea, marito di Giulia. Al suo ritorno a casa Andrea finge inizialmente di non sapere ma poi, in un serrato e incalzante gioco di allusioni e parole sospese, non lascia alla moglie possibilità di reazione. A Giulia, non resta che smettere di fingere e di vivere di fronte alla volontà del marito di allontanarla da casa e dai bambini.

La morsa è quella stretta interrogazione che un marito fa a una moglie che lo tradisce, è lo svelamento dei legami tra un lui, una lei e l’altro, è un processo ai sentimenti ma è anche una condizione fisica e mentale nella quale tutti e tre i personaggi della vicenda sono costretti.

L’allestimento scarno ed essenziale voluto dal regista Andrea Cramarossa e la recitazione, in parte giocata sul contenimento delle emozioni e sul non detto, infondono nei personaggi e nelle situazioni quella rarefazione propria della scrittura di Harold Pinter, che scarnifica i personaggi e scava in profondità, riuscendo a far affiorare l’essenziale e in questo caso a svelare l’inedita contemporaneità della drammaturgia pirandelliana. Claudio Ciraci interpreta il marito e l’amante mentre è Mariangela Dragone la protagonista femminile. Entrambi oscillano tra una recitazione immedesimata soprattutto nei lunghi e profondi abbracci e nei solitari balli ad occhi chiusi di Giulia e tra l’inflessibilità meccanica e quasi straniata delle pose fisse e dei gesti calcolati che raccontano quanto i personaggi siano stretti nella morsa del proprio ruolo, dal quale non sanno prescindere e che non ha nulla a che vedere con le proprie emozioni. Solo alla parola, per nulla stretta nella morsa di una recitazione troppo fervida, è concesso di liberarsi e andare incontro al pensiero degli spettatori.

Luana Poli

LA MORSA
di Luigi Pirandello
Allestimento: Manifesto del Teatro delle Bambole
Con: Mariangela Dragone e Claudio Ciraci
Costumi: Silvia Cramarossa
Aiuto regia: Alfonso Delbert
Foto di scena: Iole Verano
Regia: Andrea Cramarossa

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