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HomeIDEEPoliticheIl Premio Rete Critica e la nostra risposta

Il Premio Rete Critica e la nostra risposta

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Critico teatrale 2.0

Nasce il Premio Rete Critica, promosso da Oliviero Ponte di Pino, Anna Maria Monteverdi, Andrea Porcheddu, Massimo Marino, assegnato dai blog e siti teatrali indipendenti. Teatro e Critica ha deciso di non aderire. Qui il comunicato del premio (perché fare informazione è il primo obiettivo del nostro lavoro) e di seguito le motivazioni che ci hanno spinto a dire di no.

Decine i blog e i siti che aderiscono all’iniziativa

COMUNICATO STAMPA

*È al via la prima edizione di Rete Critica, il premio assegnato dai blog e dai siti teatrali italiani indipendenti.
In questi anni la presenza in rete di blog e siti di informazione, critica e approfondimento sul teatro ha continuato ad ampliarsi. Solo per indicare alcune tipologie, sono attive riviste testate teatrali online dalla storia ormai più che decennale (a volte collegate a realtà universitarie), blog ospitati da testate di rilevanza nazionale, siti “militanti” autogestiti dai critici delle nuove e nuovissime generazioni, testate che si concentrano su aspetti specifici della pratica teatrale (dalla drammaturgia al rapporto con le nuove tecnologie e i nuovi media), sezioni teatrali di portali culturali…
Questa presenza, sempre più ricca, variegata e vivace, conferma la vitalità del panorama teatrale italiano, anche sul versante dell’informazione e dell’ approfondimento. E ci sembra anche dimostrare che la riflessione critica costituisce un aspetto essenziale della pratica artistica, fondamentale sia per chi il teatro lo fa sia per gli spettatori.
Ci è sembrato utile offrire a queste realtà una maggiore visibilità e un terreno comune di scambio e confronto; e soprattutto di permettere loro di esprimere il loro punto di vista sul panorama teatrale italiano.
Per dare il massimo impatto all’iniziativa, piuttosto che sminuzzare il premio in tanti mini-riconoscimenti, il premio della Rete Critica sarà unico e verrà assegnato ogni anno a una realtà innovativa della scena italiana. Può trattarsi di una compagnia, di un teatro, di un festival, di un attore, un’attrice, un regista, un organizzatore, un critico, o di un libro (ma senza porre limiti alla fantasia).
Per questa prima edizione sono attualmente previste quattro fasi (tuttavia, trattandosi di una prima edizione, è ancora possibile qualche aggiustamento in corso d’opera).

1. Censimento dei blog e dei siti teatrali indipendenti. Sono state cioè selezionate realtà che non sono legate a teatri e compagnie; che non rappresentano semplicemente la copia o la vetrina pubblicitaria online di una rivista cartacea; che hanno una redazione stabile (sono state cioè esclusi siti o blog realizzati da studenti di università, master e corsi, presumendo che la redazione cambi continuamente).

Hanno già aderito

http://www.altrevelocita.it/
http://www.artribune.com/category/rubriche/teatro/
http://www.ateatro.it
http://controscene.corrieredibologna.corriere.it/
http://www.cultureteatrali.org/
http://dietrolequinte.blogosfere.it/
http://www.dramma.it/
http://www.drammaturgia.it/recensioni/elenco.php?id=6
http://www.eolo-ragazzi.it/
http://fattiditeatro.splinder.com/
http://incertezzacreativa.wordpress.com/category/teatro-e-spettacolo/
http://www.klpteatro.it/
http://www.myword.it/teatro
http://www.paneacqua.eu/
http://www.persinsala.it
http://bandettini.blogautore.repubblica.it/
http://www.recensito.net
http://www.rumorscena.it/
http://www.scanner.it

Contatti


http://www.succoacido.net/arguments.asp?idgruppo=6
http://www.teatro.org
http://www.teatroteatro.it

(L’elenco dei votanti (via via aggiornato in questa pagina) potrà ancora subire alcune integrazioni: se avete suggerimenti, candidature, autocandidature scrivete a circocritico@libero.it)

2. Entro il 9 novembre presentazione delle candidature da parte di ciascuno dei blog (fino a un massimo di tre), corredate da una motivazione (da inviare via mail a circocritico@libero.it), che verrà pubblicata e discussa sulla pagina fb Circo Critico http://www.facebook.com/pages/Circo-Critico/132922706795058.

3. Primo turno di votazione, in base al principio un blog/sito-un voto. Ciascun votante decide la modalità con cui assegnare il proprio voto (scelta redazionale, referendum online, quiz su facebook…).

4. Ballottaggio, al quale verranno ammessi i tre candidati che ricevono il maggior numero di voti.

Ovviamente la pagina fb Circo Critico http://www.facebook.com/pages/Circo-Critico/132922706795058 resta a disposizione di tutti per commenti, suggerimenti, voti…

Per Rete Critica
Massimo Marino, Anna Maria Monteverdi, Oliviero Ponte di Pino, Andrea Porcheddu

LA RISPOSTA DI TEATRO E CRITICA

*A seguito dell’invito da parte di  Oliviero Ponte di Pino, Anna Maria Monteverdi, Andrea Porcheddu e Massimo Marino di entrare a far parte di Rete Critica, la scelta di non partecipare è giunta come sempre a conseguenza di un confronto e un dialogo allargato, e nel rispetto di coloro che hanno avanzato idee d’approvazione rispetto all’ennesimo premio.

Rete Critica nel nome dovrebbe appunto già contenere una serie di relazioni espresse col tempo, una trama di sguardi e di reciproche attenzioni. La redazione di Teatro e Critica, soprattutto nell’ultimo anno, ha provato a dare un valore alla parola “rete” lavorando accuratamente sul territorio, ma soprattutto impegnandosi a rompere i suoi stessi confini, a superare la “regionalità” in favore di uno scambio attivo con altre realtà omologhe. Abbiamo incontrato similarità rassicuranti, ma anche fatto i conti con profonde differenze nei metodi di lavoro e nella funzione da attribuire alla critica. Abbiamo cercato anime simili con cui confrontarci senza fossilizzarci nell’ergonomica virtualità del network, nella convinzione che le potenzialità incredibili del web, tanto nella diffusione della conoscenza quanto nella velocizzazione delle comunicazioni, dovessero essere necessariamente affiancate a una “scrittura fisica” del pensiero.

Per questo crediamo che il primo modo per costruire una rete critica sia attuare un’indagine approfondita delle pratiche che ci uniscono, una ricognizione in grado innanzitutto di verificare di esse le affinità e le differenze, senza per questo ricercare un’omologazione, ma accogliendo anzi la pluralità. Ma potrà davvero un premio ridurre tutti questi splendidi tesori a una designazione di merito? Non crediamo sia un premio il mezzo giusto per ri-cercare un contatto fra i rappresentanti di questa comunità.

Il ritorno del giudizio! Praticando da sempre il giudizio – o piuttosto quello sguardo critico che permette di porre in luce problematiche e spazi che manifestano un potenziale di riflessione – Teatro e Critica si chiede: è possibile che un premio sia la modalità migliore che conosciamo per praticare il pensiero critico in alternativa alla pratica di scrittura? Dividere i buoni dai cattivi non rischia di essere una riproposizione di vecchie metodologie?

Si fa largo inoltre l’idea che il web sia terreno di confronto, ma resta in noi ferma la convinzione che il web non nasca in antitesi alla carta stampata, ché l’equazione web-nuovo in confronto alla carta-vecchio non è immaginabile: il nostro trovarci in questi spazi è stata una reazione alla mancanza di altri, ma il mezzo non fa lo scopo. Piuttosto esso plasma le modalità di espressione e relazione, crea nuove strutture, nuovi orizzonti lavorativi, sottopone a revisione la verticalità (che, all’opposto, caratterizza inevitabilmente l’idea di premio) a favore di un’orizzontalità oscillatoria, continuamente dinamica, in cui nessuna realtà è più in grado di pensarsi come autonoma.

Si aggiunga, per chi più per chi meno, la condizione di volontariato che accomuna tutte le realtà in oggetto di analisi, o le difficoltà che affrontano quelle compagnie che qualcuno si ostina a considerare ancora outsider della scena teatrale italiana. Crediamo, ancora una volta, che per quanto onorevoli e lungimiranti gli intenti di Rete Critica, la proposta di un nuovo premio possa risultare come un nuovo riconoscimento nominale, l’affermazione di una realtà all’interno di quella realtà stessa, una festa di famiglia (ci si perdoni l’esagerazione) con tante pacche sulle spalle e tanti sorrisi, ma anche tanta confusione. Una cerimonia in cui outsider si auto-definiscono tali, riconoscendo la propria auto-ghettizzazione e il proprio essere, ancora una volta, fuori da qualunque dimensione lavorativa, produttiva ed economica.

Redazione Teatro e Critica

Leggi il comunicato relativo ai vincitori dell’edizione 2011

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8 COMMENTS

  1. grazie del feedback, davvero utile e ricco
    capisco le vostre perplessità, e in parte le condivido: sono però state anche
    la molla che mi ha spinto a inventarmi a questa iniziativa.

    poi va premesso che questo è un esperimento, una prima edizione, che dissoda
    una terra incognita (a cominciare dall’elenco dei votanti):
    il nostro deve essere un work in progress, e alcune cose le possiamo cambiare
    in corsa, anche sulla base di quello che accade.

    sullo specifico:

    1. vero che il web è o può essere un ripiego (anche se per me era stata una
    scelta), tuttavia lo specifico del medium poi ha un impatto inevitabile su
    tutto quello che si fa, come ha insegnato McLuhan. mi pareva interessante
    rimarcarlo, e il premio a questo serve (anche). Solo dal punto di vista
    numerico, la quantità dei siti e delle persone che fanno informazione teatrale
    online è davvero impressionante! insomma, la categoria “informazione e critica
    web” nasce inevitabilmente… (tra l’altro è per questo abbiamo escluso
    dall’elenco che ripetono online quello che fanno sulla carta)

    2. la diversità tra i vari blog e siti è innegabile, ed è evidenziata anche
    nel comunicato stampa; la nostra idea era di non mettere barriere a priori,
    pensando anche che ci sarebbe stata una autoselezione: tipo “se proprio non mi
    riconosco nel pacchetto dei votanti, non partecipo o mi tolgo”, diciamo. Mi
    pareva soprattutto utile inventare un terreno comune, di incontro (virtuale) e
    di scambio per tutte queste realtà che spesso hanno un carattere “autistico”,
    autoreferenziale, e che sia utile trovare un’occasione per scambiare esperienze
    e fare rete: sono ancora covinto che l’unione possa fare la forza

    3. verissimo che di premi ce ne sono fin troppi, ma cerchiamo di viverlo con
    un po’ di ironia, direi… e poi non gira un euro…

    4. sulle modalità, eravate stati finora zitti, e dunque si poteva presumere
    una specie di silenzio assenso. in ogni caso l’idea era quella di partire con
    una formula poco burocratica, leggera, aperta (proprio perchè si vuol fare una
    cosa nuova che va in cerca del nuovo), ma con una discussione pubblica in rete:
    e credo che una discussione pubblica su fb delle candidature (e questo vuol
    dire sia nel merito dei candidati, ma anche rispetto al premio, e perché si
    candidi) possa esser un’idea innovativa. un altro aspetto divertente e nuovo,
    per me, è che ogni sito o blog sclega liberamente la procedura con cui
    assegnare il suo voto, sperimentando varie modalità
    aggiungo una cosa: non credo che incontri più o meno plenari “di persona”
    possano risvolvere il problema, rischiano di essere una gran perdita di tempo
    (tra l’altro, le redazioni di molte webzine sono composte da persone che hanno
    solo conoscenza virtuale…)

    in conclusione,
    capisco che vi sentiate portavoce di una idea innovativa e diversa, ma questo
    può valere anche per altri, e soprattutto ci possono essere altri che non hanno
    la stessa vocazione.
    insomma, capisco la vostra posizione, ne condivido molti aspetti, ma non
    penso che la vostra visione della critica, o della webcritica,, o la mia, debba
    prevalere sulle altre. rispetto a molti dei siti coinvolti personalmente ho
    idee mooooolto diverse: ma proprio per questo mi interessa il confronto

    insomma, cercherei di evitare eccessive rigidità, e provereui a sperimentare:
    e naturalmente dovremmo riservarci la possibilità di correggere in corsa (anche
    la lista dei siti la lascerei aperta)

    o.

  2. Cari Amici,
    dividiamo tante passioni e tante piccole e grandi battaglie che penso di potervi chiamare (anche pubblicamente) amici. Sono tra i promotori del premio.
    E devo dire che la vostra articolata argomentazione non l’ho capita. non capisco lo stile, mi confondo. Non capisco il perché, che volete dirci. La prima impressione, ma che cerco di fuggire, mi fa tornare in mente Nanni Moretti: “mi si nota di più se non vengo?”. Però poi, siccome so per certo che non è questa la vostra indole, provo a leggere con attenzione, e provo a rispondere.
    Cerco di cogliere ragioni, e trovo profondissime argomentazioni sulla nostra iniziativa, ma devo dire, anche eccessive, tanto che mi sembrano un po’ pretestuose. Mi spiego, almeno provo.
    Scrivete che si tratta di costruire “rete”. Pensate che il premio non possa essere un primo passo per creare una ricognizione? Alludete a omologazione e pluralità: vi sembra davvero – ma dico davvero – che sia intenzione del premio omologare realtà diverse? “Ridurre a una designazione di merito”: perché “ridurre”? una attività come un premio la vivete come una “diminuzione”?
    Mi sembra però che siate in giuria di altri premi: dov’è la differenza? non è possibile, mettiamo, che in un futuro questo premio rappresenti davvero un segno di questa comunità? di questi “splendidi tesori”?
    abbiamo proposto modalità molto libere di candidatura. non è intenzione di nessuno portare ad un pensiero unico, anzi: nella nostra proposta vibra la voglia di pluralità. Credo poi, che ogni proposta possa essere rilanciata e migliorata. e questa, sicuramente, era aperta al cambiamento.
    E ancora: chi dice che un premio sia alternativo alla pratica di scrittura? chi sostiene che si tratta di “dividere i buoni dai cattivi” (ovvero: i non premiati sarebbero cattivi?). Se ogni giuria (dal nobel all’oscar a quella della sagra del tartufo), si ponesse in questi termini il problema della premiazione, credo che le conseguenze sarebbero catastrofiche. Aboliamo tutti i premi?
    Voi mi direte: ma con quale diritto ci arroghiamo il semplice diritto di premiare? Ossia, perché pratichiamo il giudizio? e vi rispondo, naturalmente, con un’altra domanda: perché pratichiamo la critica? Entriamo nel merito del “giudizio” da voi tanto stigmatizzato: credo – ovviamente qui le opinioni divergono – che il giudizio sia pratica fondante l’atto (o lo sguardo) critico. è un tema troppo ampio per trattarlo qui, e vi torneremo, se lo crederete opportuno. Ma penso che Teatroecritica, come tanti altri siti, sia comunque un luogo dove si pratica il giudizio.
    Proseguo: cosa vi ha fatto venire in mente che “il web sia in antitesi alla carta stampata”? il fatto che nel premio non comprendiamo giornali cartacei? Non mi sembra un gran argomento, francamente, se non un cavillo su cui arzigogolare. Il premio fotografa una realtà: la critica, di fatto, ha molto più spazio e spazi sul web che non sul cartaceo.
    Infine: l’ultimo argomento. Viviamo (mi ci metto anche io, e lo sapete bene) in condizioni di grande fragilità economica e culturale. La “festa di famiglia”, credetemi, non è proprio nelle mie (ma penso di poter parlare anche a nome degli altri) intenzioni. c’è ben poco da festeggiare, o da far festival. Al tempo stesso, penso che ormai c’è ben poco da argomentare, distinguere, sottolineare.
    Si tratta di agire, e di agire il più possibile, per dire che ci siamo, che siamo vivi, che siamo in questo mondo e in questa società. ovunque, con qualsiasi mezzo, in qualsiasi sede. la lotta per il pensiero critico, credetemi – ma sono certo di trovarvi d’accordo – va molto al di là del premio, del blog, dei siti, del teatro. è una lotta sociale. Siamo outsider, siamo una minoranza: abbiamo perso. il teatro è una sparuta pattuglia di falliti: dal più grande genio al più piccolo debuttante. Il mondo è andato altrove. 2500 anni di teatro politico non hanno potuto nulla, in Italia, rispetto a 30 anni di Mediaset. Dunque, credo che sia l’ora di far agire le parole. Dare corpo, sostanza, presenza, al nostro fare critica. Un premio certo non è una risposta, né una soluzione. Ma forse è un altro piccolo mattoncino tolto al muro della semplificazione.
    Naturalmente, non fosse altro su un piano prettamente personale, mi spiace molto della vostra assenza.
    Con affetto e stima
    andrea

  3. Vorrei provare a rispondere portando un esempio. Fino a pochi anni fa ero al liceo, frequentavo il liceo Mamiani, che chi è di Roma sa che è stato il luogo della “rivoluzione” studentesca nel ’68, ora (e allora) frequentato da intelligenti radical chic.
    Erano anni di contestazione studentesca anche i miei, con la Gelmini, Berlusconi ecc. e capitava che i ragazzi, mossi dalle più condivisibili intenzioni, narrate e approfondite con cognizione di causa (molti di loro si occupavano di politica anche nelle sezioni di partito, o in ogni caso non avevano uno sguardo superficiale sull’argomento) occupassero la scuola come forma di protesta. Inutile dire che forma logora vana e priva di contenuto sia l’occupazione delle scuole oggi. Perchè non si pensava a qualcosa di diverso che ci rappresentasse veramente?
    Perchè faccio questo esempio che apparentemente c’entra poco? Naturalmente non è il nostro caso, so bene che il premio non vule essere una forma di protesta, ma allora come ora mi ritrovo a condividere a pieno le intenzioni, il pensiero di partenza ma non la formula attraverso cui questo pensiero trova una realizzazione nella pratica.
    Allora come adesso mi chiedo quale sia il motivo che ci spinge a reiterare formule del passato essendo noi per primi un’ “avanguardia”, rappresentando qualcosa che non c’era prima di noi, era diverso il contesto quando si occupavano le scuole perchè i presidi non erano d’accordo con gli alunni o quando si facevano (e si fanno ancora) i premi.
    Siamo la critica on-line? Allora partiamo da quelle che sono le peculiarità del nostro lavoro e a partire da li costruiamoci un “abitino” su misura, non uno preso in prestito.
    Chiara

  4. Sono d’accordo con Andrea Porcheddu. Un premio non vuole essere necessariamente un giudizio manicheo volto a tracciare una linea di demarcazione fra “buoni” e “cattivi”. Non ce n’è più bisogno e sappiamo tutti che la critica, oggi, deve far leva anche su strategie e parametri diversi. Ma non dimentichiamoci che la scrittura è sempre un atto di giudizio. Basta attribuire un quasiasi aggettivo a un sostantivo e il giudizio è già apparecchiato. Mi è chiaro che una rete debba inverarsi sullo scambio e sul confronto continuo, eppure mi è altrettanto chiaro che un premio possa essere un esercizio di democrazia proprio perché nella sua meccanica somma tante giuste differenze. Non siete d’accordo, come dice Chiara, su una formula che ricalca modalità del passato? Proponete altre voci nei parametri di valutazione. Non dimenticate, poi, che un premio è, particolarmente in questo momento, un atto di presenza e per un gruppo, un operatore, un intellettuale che lo riceva, la carezza di un amico che ti sprona ad andare avanti.
    Mauro

  5. Gentile Andrea, caro Mauro,

    Sento di dover fare alcune precisazioni. Personalmente – ma credo di poter parlare a nome di tutta la redazione – non è assolutamente la “scrittura di un giudizio” ciò che problematizzo. Lungi da me! La nostra scelta nasce dalla necessità di mettere in crisi una modalità di pensiero (vecchia? anacronistica?) che non ci rispecchia, né per il medium che utilizziamo (perché qui alla critica sul web si fa stretto riferimento) né per le condizioni lavorative ed economiche in cui ci troviamo. Gentile Andrea, credo che la risposta sia nelle tue stesse parole: No, non crediamo che un premio possa essere un primo passo per creare una ricognizione delle realtà esistenti, e sì, crediamo che un premio sia una “diminuzione”, una riduzione di quella modalità di relazione e pensiero orizzontale che caratterizza la rete internet (link, social-network, flusso continuo di informazioni) in una verticalità (che è necessariamente insita alla struttura di un premio) che attualmente non ci appartiene e che, semmai, può essere un punto di arrivo.
    Inoltre, data per assodata l’attività di volontariato che caratterizza molte delle realtà di cui si parla, e data per assodata l’inesistenza e l’impossibilità di qualunque struttura economica e lavorativa solida, capace di essere orizzonte di crescita per questa attività marginale e in continua perdita, sono ancora più convinto sull’inutilità di una struttura “premio” che, all’opposto, richiederebbe strutturate economie. Altrimenti stiamo parlando di un non-premio, un riconoscimento nominale all’interno di una realtà circoscritta, per l’appunto, nel migliore dei casi, “la carezza di un amico che ti sprona ad andare avanti”. Qualcosa di utilissimo certo, ma che, a mio parere, può essere dato in tantissimi altri modi.
    Certo, non voglio demonizzare l’idea di un premio, ma credo che questa idea debba essere un punto di arrivo e non di partenza. Per i meravigliosi obiettivi che Rete Critica propone, e che condivido sinceramente, credo ci sia bisogno di altre strategie. Per creare una rete bisogna conoscere chi vive nelle sue maglie. Ancora una volta proponiamo un censimento, una conoscenza delle qualità specifiche di ogni singolo “lavoratore” di questo ambiente in rapido sviluppo, una conoscenza lavorativa delle specificità e delle modalità di azione di ognuno. Quando questa rete esisterà realmente, allora, ne sono sicuro, sarà possibile trovare anche una nuova modalità attraverso la quale re-inventare il “premio”. Oggi – per quanto interrogate e messe in crisi – mi sembra che alla base si stiano solo applicando le strutture ereditate da una situazione sociale, economica e lavorativa che ha mostrato e continua a mostrare in maniera più che conclamata il suo fallimento ad una realtà – quella contemporanea – che le rigetta ogni giorno di più.

  6. Cara Chiara, è proprio quello che stiamo cercando di fare con il premio: stiamo cercando di trovare modalità nuove, anche nel metodo.
    Per cominiciare, la nostra idea è provare ad aprire una discussione pubblica e condivisa, sia sulle candidature sia sul metodo, con una proposta chiara su cui tutti posano dire la loro.
    Se hai qualche suggerimento per migliorare il nostro metodo di lavoro comune, grazie, ne terremo senz’altro conto.
    Altrimenti, in mancanza di meglio, possiamo provare così.

  7. cari amici, intanto l’esprienza del premio procede. Stiamo via via pubblicando le segalazioni (e relative motivazioni), le trovate alla pagina http://www.ateatro.org/retecritica.asp
    credo che, aldilà delle giuste discussioni, un’esperienza di questo genere vada giudicata prima di tutto dal metodo di lavoro e dai risultati

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