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Bim Bum Bang! Il talento di Elena Vanni a Riunione di Condominio

Può capitare in questo nostro viaggio tra le proposte che l’arte scenica sa mettere in campo, di incontrare talenti capaci di accecare lo sguardo, di far tornare bambino anche lo studioso in doppio petto e di meravigliare occhi assuefatti.

È successo un paio di sere fa, inatteso e dunque ancora più sorprendente, nella rassegna “Un mese della Madonna” ideata da Dario Aggioli nel minuscolo e accogliente La riunione di condominio, uno spazio dove il teatro si è conquistato un cantuccio tra musica, libri e ottima enogastronomia. Dopo il duo acustico DuoDeno (Sergio Lo Gatto e Igor Pardini), gli spettatori accorsi in questo lunedì sera (dunque teatralmente inconsueto) hanno avuto la fortuna di assistere a un piccolo gioiello dell’arte teatrale: Bim Bum Bang! di Elena Vanni.

“Commedia leggera sulla leggerezza della armi”, così l’attrice bresciana, formatasi alla Galante Garrone e al Teatro della Limonaia di Firenze, vincitrice del Premio Dante Cappelletti nel 2004, con un paradossale quanto ossimorico sottotitolo presenta il proprio lavoro. Quella leggerezza d’altronde abilmente ribalta la pesantezza del tema, come il vitalismo scenico della Vanni capovolge di segno la morte che ogni disquisizione sulle armi inevitabilmente accompagna.

Torniamo alla meraviglia, quella pura, capace di paventarsi solo nel germoglio della creazione. L’impatto di tale emozione è immediato quando l’attrice mostra le proprie sembianze trasformate nel corpo e nella voce per “creare” appunto l’involucro di quel personaggio che si agiterà di fronte a noi nella prossima ora di spettacolo. Sola in scena, in abito scuro e camicia bianca, con i capelli raccolti in una coda, senza cerone o accorgimenti posticci, Elena Vanni “è” un vecchio imprenditore del bresciano a capo di una storica azienda produttrice di armi. È il giorno del suo compleanno e tra dubbi mai fugati sulla legittimità di produrre e possedere un’arma da fuoco, perlustrazioni in catena di montaggio (tra operai rumeni, meridionali e bresciani doc) e un banchetto di sanguinolenta selvaggina ad attenderlo, festeggia in solitudine l’ennesimo anniversario. Ma nella mente dell’anziano possidente, anche in un giorno di festa, si agitano i fantasmi di una tragedia e la colpa è doppia: personale (macchiata di sangue familiare) e globale. Elena Vanni abbassa la propria voce fino alle profondità della triste vecchiaia e poi in un attimo si trasforma in giovane e maliziosa essenza femminile. È quello che c’è dietro un’ arma, è l’appagamento virile con cui da sempre il maschio guarda alle lucide pistole e poi c’è il mantra che il vecchio ogni tanto ama ripetersi: “le armi ci sono sempre state e sempre ci saranno, il problema non sono loro, ma chi le usa”. Un salto al secondo emendamento della costituzione statunitense è d’obbligo. Ed effettivamente tra ditte produttrici d’armi e sindaci sceriffi non vi è culturalmente un ponte invisibile che collega il nostro ricco nord a un certo conservatorismo americano?
La pistola è come una bella donna che deve accompagnare l’uomo in qualunque momento proteggendolo, ma soprattutto eccitandolo. Ed è sempre questa essenza femminile a raccontarci dove inizia la morte: quella stessa pistola prodotta sotto ai capannoni sparsi per la virile Gardone Valtrompia terminato il proprio ciclo di vita viene rimessa a nuovo, cancellata qualunque impronta di fabbrica (perché va bene il guadagno, ma bisogna pur salvaguardare la faccia) e fatta arrivare nei deserti del medio oriente a nutrire la stessa fame di piombo di eserciti contrapposti.

Se all’inizio di questo articolo parlavo di Bim Bum Bang! come un piccolo gioiello è proprio per la precisione con cui tutti gli elementi dell’interessante racconto vanno a combaciare in un perfetto meccanismo scenico: la regia di Tage Larsen (Odin Teatret) è il collante, il ritmo è naturale, così come gli improvvisi cambi che dentro e fuori modificano l’attrice stessa e il suo stare in scena, naturale è ogni gesto, semplice come solo preparazione, tecnica e studio saprebbero fare. Il pubblico della Riunione di Condominio rimane a bocca aperta, entra nel racconto senza bisogno di emozioni indotte da musiche o disegni luci ammiccanti.

Eppure è finzione, eppure è una donna che “gioca” a fare l’uomo per poi diventare ancora una donna anni luce distante dal suo essere, è una magia antichissima che si lega a doppio filo col presente, per raccontare e far pensare.

Andrea Pocosgnich

visto il 9 maggio 2011
a Riunione di Condominio [vai al programma di Un mese della Madonna] Roma

prossime date:
26 e 27 maggio 2011 Argot Off – Teatro Argot

Bim bum bang!
commedia leggera sulla leggerezza delle armi
di e con Elena Vanni
da un’idea di Elena Vanni e Riccardo Borsoni
regia di Tage Larsen

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Andrea Pocosgnich
Andrea Pocosgnichhttp://www.poxmediacult.com
Andrea Pocosgnich è laureato in Storia del Teatro presso l’Università Tor Vergata di Roma con una tesi su Tadeusz Kantor. Ha frequentato il master dell’Accademia Silvio D’Amico dedicato alla critica giornalistica. Nel 2009 fonda Teatro e Critica, punto di riferimento nazionale per l’informazione e la critica teatrale, di cui attualmente è il direttore e uno degli animatori. Come critico teatrale e redattore culturale ha collaborato anche con Quaderni del Teatro di Roma, Doppiozero, Metromorfosi, To be, Hystrio, Il Garantista. Da alcuni anni insieme agli altri componenti della redazione di Teatro e Critica organizza una serie di attività formative rivolte al pubblico del teatro: workshop di visione, incontri, lezioni all’interno di festival, scuole, accademie, università e stagioni teatrali.   È docente di storia del teatro, drammaturgia, educazione alla visione e critica presso accademie e scuole.

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