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The best of, una nota sul greatest hits di Babilonia Teatri a Romaeuropa

Made in Italy – foto di Marco Caselli Nirmal

Preparano la strada verso un nuovo ritorno, verso l’ennesima conquista di Roma. E più che altro mi sembra sia un modo per mettere a posto le proprie idee, le proprie cianfrusaglie, fare i conti con il passato senza remore, senza paura o equilibrismi estetici, senza l’angoscia del grande artista costretto a creare qualcosa di nuovo, anche perché qualcosa di nuovo è già in forno, quasi pronto per essere servito (a Roma in primavera) e si chiama The end, sì proprio come la canzone dei Doors. Tutto per poi accorgersi che montate insieme quelle cariche esplosive hanno una detonazione nuova e dunque un’ esplosione forse più fragorosa, ma comunque con lo stesso rumore. Quando aprimmo il dibattito su Vertigine (il festival-concorso ideato da Giorgio Barberio Corsetti), Graziano Graziani, che di quell’evento fu uno dei curatori, fece notare un punto determinante: ovvero la possibilità inesistente per la maggior parte delle compagnie di riproporre i propri vecchi lavori in virtù dell’asfissiante meccanismo dei festival e di quei soggetti produttivi che come i festival spingono l’artista verso la ricerca estenuante della novità. Ecco, i Babilonia Teatri, tra l’altro vincitori proprio di quel Vertigine, il diritto a tenere in vita la propria arte se lo prendono da soli con questo The best of, compilation di una delle più acclamate compagnie del nostro nuovo teatro. Titolo ironico che darebbe l’idea di non pensarci più di tanto alla possibile autonomia di uno spettacolo che raccoglie i loro tre importanti lavori: Underwork, Made in Italy (recensione) e Pornobboy (recensione). Ma bisogna per un attimo prendere coscienza del nostro sguardo viziato e dimenticarci quest’angosciante rincorsa alla novità che rischia di saturare un’intera generazione di artisti e allora tutto apparirebbe più chiaro. Il lungo e faticoso blob, interpretato da Valeria Raimondi (instancabile nonostante la gravidanza arrivata agli ultimi mesi, sul pancione scrive “made in italy”), Enrico Castellani (una furia come sempre) e Ilaria Delle Donne (tiene il ritmo e la carica senza fermarsi un attimo e copre al meglio i momenti a cui Valeria ci aveva abituato), è un fiume in piena nel quale ritroviamo tutto il loro lavoro, i temi salienti dei tre spettacoli: dal precariato di Underwork all’iperesposizione mediatica di Pornobboy, con al centro la celebre poltiglia degli italici vizi, il Made in Italy, tra l’altro in scena in questi giorni a Berlino.

D’altronde perché un grande quadro lo andiamo guardare più volte e ogni volta con gli occhi stralunati del bambino curioso? Perché quel motivetto o quel passaggio musicale lo riproduciamo tanto da creare un solco sul disco che lo ospita? Perché i versi di quel poeta ci spaccano lo stomaco nonostante forse abbiamo superato la centesima lettura? E dunque perché questo ragionamento se non di rado (video a parte) non è applicabile al teatro? Forse in quanto arte stratificata e multiforme che portando con sé l’umano tra la materia del proprio esistere rinuncia all’immortalità che letteratura musica e arti visive hanno di diritto nel proprio codice genetico? Probabile, ma fin quando l’autore/interprete è in vita la performance può certamente avere il diritto di replica, quasi avesse un’immortalità a tempo determinato. E poi Babilonia Teatri per precisione e riconoscibilità del proprio segno estetico, di quella litania che sta diventando un marchio di fabbrica come un celebre riff, non è forse l’unica compagnia teatrale assimilabile a una rock band? Oppure a un gruppo Punk per il segno fisico, l’uso dei materiali in scena (hanno quest’attitudine ad utilizzarli grezzi sin dall’inizio, da quando giravano nei piccoli spazi fino al recente debutto in uno dei festival più importanti come il Romaeuropa), la corrosività della metafora e del gesto nei confronti degli stereotipi sociali? E allora se Babilonia è una rock band concedetegli questo Greatest Hits.

Andrea Pocosgnich

in scena dal 19 al 21 ottobre 2010
Teatro Palladium – Romaeuropa Festival 2010

Leggi altre recensioni sugli spettacoli del Romaeuropa Festival 2010

Leggi l’intervista al direttore Fabrizio Grifasi

Leggi l’articolo di presentazione

Vai al programma del Romaeuropa Festival 2010

THE BEST OF
Di Valeria Raimondi e Enrico Castellani
Con Valeria Raimondi, Enrico Castellani, Ilaria Delle Donne, Luca Scotton
Scene Babilonia Teatri/Gianni Volpe
Luci e audio Babilonia Teatri/Luca Scotton
Costumi Babilonia Teatri/Franca Piccoli
Organizzazione Alice Castellani
Produzione Babilonia Teatri, Festival delle Colline Torinesi,
Con il sostegno di Viva Opera Circus
Realizzato da Romaeuropa Festival 2010

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Andrea Pocosgnich
Andrea Pocosgnichhttp://www.poxmediacult.com
Andrea Pocosgnich è laureato in Storia del Teatro presso l’Università Tor Vergata di Roma con una tesi su Tadeusz Kantor. Ha frequentato il master dell’Accademia Silvio D’Amico dedicato alla critica giornalistica. Nel 2009 fonda Teatro e Critica, punto di riferimento nazionale per l’informazione e la critica teatrale, di cui attualmente è il direttore e uno degli animatori. Come critico teatrale e redattore culturale ha collaborato anche con Quaderni del Teatro di Roma, Doppiozero, Metromorfosi, To be, Hystrio, Il Garantista. Da alcuni anni insieme agli altri componenti della redazione di Teatro e Critica organizza una serie di attività formative rivolte al pubblico del teatro: workshop di visione, incontri, lezioni all’interno di festival, scuole, accademie, università e stagioni teatrali.   È docente di storia del teatro, drammaturgia, educazione alla visione e critica presso accademie e scuole.

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