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L’Otello di Arturo Cirillo al Teatro Eliseo dal 12 gennaio

otello-arturo-cirilloOtello è la tragedia dell’amore, della gelosia e dell’invidia, ma soprattutto è la tragedia della parola intesa come artificio per costruire l’immaginabile e l’inimmaginabile. Da questo punto è partito Arturo Cirillo per esplorare i meandri di Shakespeare con uno spettacolo che ha debuttato l’11 novembre al Teatro Sperimentale di Ancona, dove la compagnia ha anche provato. La tournée ha poi toccato Napoli e Bologna e ora si fermerà a Roma, dal 12 al 24 gennaio al Teatro Eliseo, per poi dirigersi verso Torino e Reggio Emilia.

Arturo Cirillo, che, oltre a vantare una lunga collaborazione con Carlo Cecchi, ha vinto un premio Ubu nel 2006 come miglior attore non protagonista, tiene per sé il ruolo forse più interessante e sfaccettato, quello di Iago, il personaggio, opera d’arte caratteriale e di poesia, è colui (per chi non lo sapesse) che tesse la ragnatela al malcapitato Otello, ovvero Danilo Nigrelli, facendogli credere nell’adulterio della sua amata. Al centro del finto mondo costruito dal perfido soldato c’è Desdemona, ruolo affidato a Monica Piseddu, che già lo aveva ricoperto nella splendida riscrittura creata da Roberto Latini.

Ed è proprio dalla forza delle parole che parte l’indagine di Cirillo nel lavoro prodotto dal Teatro Stabile delle Marche, struttura che ha commissionato alla poetessa Patrizia Cavalli la traduzione del testo. Dalle note di regia:

L’Otello è la tragedia della parola. Tutto nasce da un racconto, quello di Otello a Brabanzio e poi a Desdemona. La parola inventa i luoghi, costruisce i sentimenti, determina l’agire dei personaggi.

L’Otello si gioca tra pochi individui che si confrontano ossessivamente tra di loro; il gioco di Iago li trova già tutti pronti, sembra che non aspettavano altro, bastano poche parole e la macchina si mette in moto. La gelosia esiste dal momento che la si nomina, poi come un tarlo, come una frase musicale continuamente ripetuta, non ti abbandona più. La gelosia non si spiega, come la musica.

L’Otello si svolge in un’isola, come La Tempesta, in un luogo limitato geograficamente e mentalmente, un luogo dell’ossessione.

L’Otello si svolge su un palcoscenico vuoto che guarda il mare, questo luogo lo si chiamerà Venezia, Cipro, sarà una strada, una sala, una locanda. Ma soprattutto sarà una prigione, dove un negro epilettico consumerà la sua strage. […] Arturo Cirillo

in scena
dal 12 al 24 gennaio 2010
Teatro Eliseo [vai al programma 2009/2010 del Teatro Eliseo]
Roma

Teatro Stabile delle Marche
Teatro Eliseo
Nuovo Teatro srl
OTELLO
di William Shakespeare
traduzione di Patrizia Cavalli
con Danilo Nigrelli, Monica Piseddu, Michelangelo Dalisi, Arturo Cirillo, Sabrina Scuccimarra
Luciano Saltarelli, Salvatore Caruso, Bianca Rosario Giglio
regia Arturo Cirillo
scene Dario Gessati
costumi Gianluca Falaschi
musica Francesco De Melis
luci Pasquale Mari
assistente alla regia Tonio De Nitto

Prossime date:
26, 27 gennaio 2010 Cremona – Teatro Ponchielli
28 gennaio 2010 Mirano (VE) – Teatro Comunale
30 gennaio 2010 Bra (CN) – Politeama
2 febbraio 2010 Castelfranco (MO) – Teatro Dadà
3 febbraio 2010 Pavullo (MO) – Auditorium Ferrari
5, 6 febbraio 2010 Pordenone – Teatro Verdi
9-14 febbraio 2010 Torino – Teatro Gobetti
16 febbraio 2010 Lecco – Teatro della Società
19 febbraio 2010 Ostellato (FE) – Teatro Barattoni
20 febbraio 2010 Mirandola (MO) – Teatro Nuovo
22, 23 febbraio 2010 Reggio Emilia – Teatro Ariosto
25 febbraio 2010 Tivoli (RM) – Teatro Comunale
26-28 febbraio 2010 Caserta – Teatro Comunale

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3 COMMENTS

  1. L’impianto scenico d’eccezione (due pareti grigiastre rotanti, mosse dagli attori per ricreare calli e prigioni, alcove e strade nei quali si muovono personaggi in sahariana e costumi primo Novecento) è al servizio di una regia di prim’ordine, veloce e scattante, concentrata sulla purezza del testo e del suono della parola. La distribuzione è diseguale, originale ma non del tutto coerente : può non piacere, almeno a tratti, la stridula Desdemona di Monica Piseddu (ma bellissima è l’esibizione di nudo finale al momento del sacrificio), sembra un pò di maniera l’Otello di Nigrelli, su registri a volte quasi comici lo jago di Cirillo, tanto da trascinare settori della platea a risate inopportune e non volute, mentre inappuntabile ed eccelsa è l’Emilia della Scuccimarra. Tanti applausi

  2. Bravissimo attore Cirillo che interpreta Iago in modo magistrale e quasi perfetto ma pessimo regista.
    Gli altri attori erano talmente mediocri da snaturare l’opera. I costumi erano incomprensibili. Perché uno stile coloniale da inizio secolo? Desdemona che nell’opera è la rappresentazione stessa dell’amore puro sembra un personaggio da operetta ottocentesca e rasenta la volgarità ed il ridicolo in più di un’occasione. Otello che dovrebbe essere un guerriero indomito colto da una passione che lo travolge sembra invece un povero idiota malaticcio.

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